Il project management si conferma, dopo il property/facility management, la seconda attività più rilevante nell’ampio ventaglio dei servizi immobiliari. Il fatturato relativo alle società di servizi immobiliari che svolgono attività di project management ha sfiorato nel 2023 i 50 milioni di euro, con una media di circa 4,8 milioni di fatturato per società, in calo rispetto al 2022, quando il fatturato medio per società raggiungeva i 6,5 milioni.
I dati sono frutto dell’analisi di Scenari Immobiliari ed evidenziano che oggi buona parte delle attività di project management si concentrano nell’ambito di iniziative immobiliari private, con percentuali di partnership con il settore pubblico ancora ridotte, nonostante l’andamento in crescita.
Negli ultimi anni, i servizi di project management in Italia hanno mostrato un’importante evoluzione sostenuta da una domanda crescente da parte degli operatori che riconoscono, nella figura del project manager, un importante valore aggiunto.
Il project management svolge un insieme vasto di attività: pianifica, avvia, governa, monitora, verifica e completa un progetto, gestisce le risorse, economiche e umane…
L’ampiezza di questa professione porta quindi a poter e voler definire e rendere dimostrabili le proprie capacità e qui entrano in gioco le certificazioni, perché come riporta lo studio di Scenari, il project management ha acquisito il peso di una vera e propria disciplina in termini di metodologie e tecniche di gestione del progetto.
Oggi, una certificazione accreditata da un ente riconosciuto, internazionale o nazionale, garantisce il possesso dei requisiti di conoscenza, abilità e competenza del professionista definiti dagli standard di riferimento.
La certificazione Pmp (Project Management Professional) del Pmi (project management institute) emerge come la più diffusa in Italia, oltre che quella con la più elevata percentuale di riconoscimento nelle gare pubblicate da settembre 2020 da Conspi, società per azioni interamente partecipata dal Mef e centrale di acquisto nazionale, con una percentuale di riconoscimento di oltre il 95%.
Ci sono quindi le certificazioni Prince2 (Project IN controlled environment), metodo registrato da Axelos, con una percentuale di riconoscimento di circa l’80%, le certificazioni Isipm (rilasciate dall’Istituto italiano di project management) e Impa (International project management association), con una percentuale di riconoscimento di oltre il 50%.
Secondo gli ultimi dati estratti a novembre 2024 del Pmi, la certificazione Pmp (Project management professional), credenziale internazionale maggiormente diffusa a livello globale, ha sfiorato quota 1,5 milioni nel mondo, con un incremento annuo di circa il 12%. In Italia le certificazioni Pmp hanno superato quota diecimila (Dati Scenari).
Certificazioni e digitalizzazione
Il project management è strettamente connesso ai processi di digitalizzazione, come dimostra la collaborazione tra l’Isipm e Assobim, associazione nata per sostenere il processo di digitalizzazione dell’intera filiera tecnologica delle costruzioni e promuovere la diffusione del Building information modeling.
Secondo l’istituto, il project management è legato al Bim e alla digitalizzazione della filiera delle costruzioni a doppio filo: in un contesto in cui diversi professionisti collaborano e si scambiano dati e informazioni, impegnati in un unico obiettivo ma con ruoli differenti, risulta fondamentale sviluppare una capacità di visione per coordinare il lavoro di tutti e per uno sviluppo sempre più sostenibile.
Nella gestione di una commessa, l’applicazione della metodologia Bim non può prescindere, per una perfetta progettazione integrata, dalla pianificazione e gestione dei costi e dei tempi. In questo ambito il Bim incontra il project management ed entrambe le metodologie vengono applicate e interpretate, dalla pianificazione alla gestione del costruito.
Da un lato, il Bim supporta il project management: la possibilità di condividere facilmente tutte le informazioni e di tracciare tutte le attività rende più semplice il lavoro di gestione, controllo e organizzazione del lavoro dei vari team. In questo modo, il processo diventa più rapido ed organizzato, ottenendo come effetto positivo la riduzione al minimo degli errori.
Dall’altro, la collaborazione tra diversi attori e l’agire avendo una visione complessiva sul progetto è alla base della digitalizzazione del settore edile: l’implementazione del modello con dati e informazioni è indispensabile per la gestione dei progetti e il controllo di tutti gli aspetti tecnici nelle diverse fasi della vita di un’opera.