Celani (Aigab): “La sentenza di Sirmione può essere un precedente per il futuro”

Data:

Il Consiglio di Stato si è espresso contro il comune di Sirmione, tra i primi a introdurre delle limitazioni in materia di short rent, definendo in sostanza che non è competenza dei comuni imporre delle restrizioni ai privati che gestiscono degli affitti brevi.

Abbiamo approfondito la notizia intervistando Marco Celani, AD di Italianway e presidente di AIGAB, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, che ha parlato anche di come è andato il comparto nelle recenti festività pasquali e di quali sono gli ostacoli che chi gestisce un affitto breve oggi si trova ad affrontare.

DOMANDA:  Alla luce della sentenza del Consiglio di Stato cosa può cambiare nel panorama degli affitti brevi in Italia?
RISPOSTA: Il Consiglio di Stato si è espresso su un ricorso in Lombardia relativo a un regolamento comunale, quindi ha effetto su quel Comune e in quella Regione. In Italia, molti comuni desiderano introdurre restrizioni su una materia che al momento non è di loro competenza, poiché la Costituzione non attribuisce loro questo potere. Le Regioni possono conferire tale potere ai Comuni, ma sempre entro certi limiti, definendo cosa è legittimo e cosa non lo è. Il Consiglio di Stato ha stabilito che i regolamenti urbanistici possono essere usati dai Comuni solo per le caratteristiche dell’alloggio nel turismo, ma ha anche chiarito che un contratto di locazione è un accordo tra privati, e un Comune non può limitare la libertà dei privati di stipulare contratti, poiché questa materia è riservata allo Stato e al Codice Civile, non alle regioni. Inoltre, la sentenza afferma che né i Comuni né le Regioni possono intervenire sulla concorrenza, che è competenza statale. 

Il regolamento di Sirmione alterava gli equilibri della concorrenza nel settore dell’ospitalità, richiedendo requisiti come due posti auto e spazi per disabili per chi volesse mettere a reddito un immobile come una casa vacanza, ma le case non sono strutture ricettive e non devono rispettare gli stessi parametri degli hotel. Questa sentenza potrà quindi essere un precedente per il futuro.

In Toscana, ad esempio, c’è una Legge regionale impugnata dal Governo perché ritenuta contraria alle prerogative stesse delle regioni. Attendiamo la sentenza della Corte Costituzionale. Il regolamento comunale di Firenze si basava sulla legge regionale impugnata, e c’è una sentenza del TAR attesa per maggio, ma ora rinviata. 

Di fatto, il regolamento comunale di Firenze, non ancora operativo, limita la libertà dei proprietari di gestire i propri immobili e la possibilità di fare impresa, restringendo il diritto alla concorrenza. Consente infatti agli albergatori di espandere i posti letto usando le case, ma non permette ai proprietari di fare lo stesso. Ci sono incongruenze che speriamo vengano risolte.

D: Presidente, potrebbe darci un quadro degli affitti brevi nei primi tre mesi dell’anno e qualche anticipazione per Pasqua e i ponti?
R: Per Pasqua, sia il settore alberghiero che extra-alberghiero hanno registrato un tasso d’occupazione non altissimo, intorno al 52%. Sicuramente, il maltempo ha influito negativamente. Maggio sarà un mese scarico per le ferie, poiché il 1° maggio non è seguito da altri eventi e la Pentecoste, periodo di turismo tedesco, quest’anno cade a giugno e questo spostamento non è positivo, poiché giugno è solitamente un buon mese per il comparto turistico. 

In termini di utenti, la domanda americana sta rallentando, mentre i viaggiatori canadesi sono aumentati del 23% rispetto all’anno precedente, poiché stanno scegliendo l’Europa invece degli Stati Uniti. Anche i turisti polacchi sono in aumento, probabilmente per motivi legati al Giubileo.

D: Quali sono, secondo lei, i principali ostacoli che impediscono al settore degli affitti brevi di prosperare? 
R: Gli affitti brevi sono un’opportunità per i proprietari, ma ora sono più onerosi e impegnativi. Le normative e restrizioni li hanno resi meno convenienti. Già prima, gli affitti brevi rendevano quanto quelli a lungo termine, ma ora sono più costosi e sotto un controllo asfissiante. In città come Firenze o Roma, i proprietari preferiscono non affittare piuttosto che affrontare le difficoltà. Non vedo un grande spostamento verso gli affitti a lungo termine, ma piuttosto una perdita di opportunità.

Molti proprietari, specialmente al Sud, stanno perdendo interesse a investire nel settore a causa delle normative soffocanti perchè ridondanti. Questo va di pari passo con l’aumento dei costi delle strutture ricettive, che rendono le vacanze meno accessibili per le famiglie. Le restrizioni colpiscono la classe media e le famiglie proprietarie di immobili, limitando di fatto le loro opzioni di viaggio.  Ecco che politiche che dovrebbero favorire la demografia spesso finiscono per ostacolarla. Rendere le vacanze costose penalizza tutti, soprattutto le famiglie italiane che viaggiano nel Paese.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

Related articles

Milano sul podio delle città europee con più “Paperoni” residenti

Milano si conferma una delle metropoli più dinamiche e attrattive d'Europa, specialmente per quanto riguarda la concentrazione di...

Come la AI sta rivoluzionando la ricerca, la valutazione e la vendita degli immobili

Nel panorama immobiliare contemporaneo, stiamo riscontrando che l’Intelligenza Artificiale (AI) non è più un’opzione futuristica, ma una leva...

Il tasso di sforzo per affittare o comprare casa aumenta del +6% in 5 anni

Aumenta il tasso di sforzo per affittare e comprare casa: +6% negli ultimi 5 anni e le città...

Elgea (Autostrade) avvia il suo primo impianto fotovoltaico

È entrato in funzione il primo impianto fotovoltaico interamente progettato e realizzato da Elgea, la società del Gruppo...