venerdì, Aprile 19, 2024

Cbre: hotel in ripresa nel 2024, l’Italia si conferma attraente

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-70% di domanda internazionale e -30% per quella domestica: il turismo italiano ha sofferto un anno duro, salvato parzialmente dal turismo di prossimità. Le prospettive europee guardano a una ripresa del comparto hotel possibile dal 2024, anche se gli investitori dimostrano interesse per l’hotellerie italiana, dove i driver principali saranno il flight-to-quality e le opportunità value-add.

È questa la prospettiva per l’Italia redatta da Cbre nel suo Hotels Pan Emea Market Update 2021, report che analizza paese per paese qual è lo stato del turismo e quali le prospettive per il settore degli hotel.

Per quanto riguarda l’Italia, Cbre segnala che la domanda interna si è dimostrata più resiliente durante i mesi estivi con le prenotazioni scese al -14% nei mesi fra giugno e settembre e una prenotazione internazionale inferiore del -59% rispetto al 2019.

Nel complesso, la spesa internazionale è diminuita del 57%, sofferente soprattutto dell’assenza di turisti russi e americani.

Fiducia degli investitori nel mercato hotels

In termini di transizioni chiave, la più rilevante è quella di The Dedica Anthology da parte di Covivio del gennaio 2020.

Secondo Raffaella Peloso, director Vas “Il volume degli investimenti in hotel del 2020 non si scosta da quello raggiunto negli anni compresi fra il 2006 e il 2018. La pipeline rimane robusta e le nuove aperture sono state generalmente posticipate”.

Il volume degli investimenti alberghieri in Italia nel 2020 ha registrato un forte
rallentamento, di quasi il 70%,rispetto al 2019. Secondo Cbre , ciò non è attribuibile solo al profondo clima di incertezza causato dalla pandemia, ma anche alla concentrazione di grandi operazioni di portafoglio completate nel 2019, che rimane un anno eccezionale per l’asset.Inoltre, le transazioni osservate nel 2020 confermano la fiducia degli investitori dei trophy asset con le transazioni originarie del pre-Covid periodo in cui sono stati chiuse quasi senza repricing.

La maggior parte della pipeline si trova a Roma (58%) e molti nuovi hotel che avrebbero dovuto aprire nel 2020 hanno rinviato a 12-18 mesi, per ritardi nelle forniture di materiali e problemi con la forza lavoro.

In termini di offerta futura, la pipeline include prevalentemente marchi internazionali, in un mercato che presenta una penetrazione limitata (10% del totale nel 2019) e rendimenti che, secondo Cbre, stanno generalmente tornando ai livelli di inizio 2019 per tutte le tipologie di strutture operative (Leasing, VP e HMA).

“Nel caso dell’Italia, gli investitori si attendono, per il 2021, sconti sul pricing a causa di una carenza di liquidità e di un’erogazione limitata di finanziamenti da parte degli istituti di credito”, afferma Francesco Calia, head of hotels di Cbre Italy. “La dimensione del patrimonio alberghiero nazionale, l’elevata frammentazione del comparto in Italia, le performance gestionali considerevoli nei mercati primari e il ridotto livello di penetrazione dei brand del Paese rendono il settore particolarmente interessante per le catene internazionali che potrebbero trovare opportunità di gestione nel Paese. Di conseguenza, il settore attrae fortemente il mercato degli investitori di varia natura: sono molte, infatti, le opportunità di riposizionamento e rebranding. È probabile quindi che, nel corso di quest’anno, si assista a una crescita dei volumi di investimento nel mercato hotels rispetto al 2020. I driver principali saranno il flight-to-quality e le opportunità value-add.”

In Europa ridotti del -66% gli investimenti in hotel su base annua

La ripresa del mercato hotels in Europa sarà, almeno inizialmente, guidata dalla domanda domestica e le performance degli hotel in tutta l’area non torneranno ai livelli pre-pandemia fino al 2024.

I dati contenuti nel report  Cbre evidenziano che i Paesi europei con una forte domanda domestica, sia di tipo leisure, sia legata a ragioni lavorative, avranno una ripresa probabilmente più rapida.

È ciò che è, di fatto, già accaduto durante la parziale riapertura degli hotel nella seconda metà del 2020: le performance delle strutture ricettive in tutta Europa sono state trainate principalmente dal turismo domestico leisure.

Nel momento in cui sono state ridotte le restrizioni legate ai viaggi e agli spostamenti, gli hotel con una buona offerta leisure hanno ottenuto buoni risultati e gli appartamenti con servizi alberghieri hanno superato le performance generali del mercato, grazie alla loro capacità di consentire il distanziamento interpersonale e il rispetto delle misure volte a prevenire la diffusione del virus.

Le restrizioni e l’incertezza del mercato hanno contribuito a un calo dei volumi di investimento nel settore in tutti i Paesi europei nel corso del 2020: il totale degli investimenti alberghieri in Europa, pari a 9,4 miliardi di euro, ha visto una riduzione del 66% su base annua. 

Ciò nonostante, il settore continua ad attrarre gli investitori e, secondo il report, in molti hanno raccolto ulteriore capitale da indirizzare verso opportunità di tipo alberghiero.

Owen Pritchard, executive director and coo, EMEA Hotels Cbre, conclude: “Ci attendiamo una lenta ripresa del mercato Europeo nel 2021, con dei picchi di performance nel settore leisure durante la stagione estiva e i primi mesi autunnali. Il comportamento dei consumatori faciliterà lo sviluppo di prodotti innovativi e gli aspetti ambientali, sociali e di governance diventeranno un ambito di crescente interesse per il mercato dell’hospitality in Europa. Le strutture operative continueranno a evolvere e il franchising sarà la modalità di crescita prevalente per i principali brand internazionali”.

Link al report completo

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