Combinando l’architettura modulare della fabbrica con gli elementi ripetitivi del classicismo e del razionalismo italiano, lo spazio viene modellato dall’espansione e dalla contrazione degli archi. “Come l’equivalente acquatico di una cantina vinicola – svela lo studio Big Bjarke Ingels Group che firma il progetto, vincitore di un contest internazionale a inviti -, l’architettura della San Pellegrino Flagship Factory appare al tempo stesso familiare e innovativa, fermamente radicata nel proprio patrimonio, ma proiettata verso il futuro”.
L’identità del brand San Pellegrino infatti è profondamente radicata nelle sue origini a San Pellegrino Terme, in dialogo con il maestoso paesaggio naturale, con la purezza della sua fonte, con il suo patrimonio storico, fino ad arrivare allo sviluppo lungo un secolo del suo artigianato locale e dello stile di vita italiano. In questo senso, la nuova San Pellegrino Flagship Factory non è una sovrapposizione radicale di nuovi linguaggi o di elementi estranei al contesto, ma piuttosto un potenziamento di tutte quelle qualità che sono già presenti nella valle ed attorno ad essa.
BIG propone una architettura che offre una interpretazione contemporanea di una saggezza antica, rivisitando gli elementi classici dell’architettura e dell’urbanistica italiana: l’arco, il viale, la piazza e il portico generano un ambiente architettonico dove produzione e consumo, natura e architettura, fuori e dentro, lavoro e piacere si integrano fino a elevare la qualità dell’esperienza, sia per i visitatori che per lo staff di S.Pellegrino: tutti, circondati dalla valle e dalle montagne su ogni lato, si sentiranno completamente immersi nella natura, attraverso le ripetute visuali verso il fiume, i fianchi verdeggianti delle montagne, le cime innevate e i cieli azzurri.
Utilizzando l’arco, elemento senza tempo dell’architettura, ma anche il modo più efficiente e strutturalmente elegante per realizzare una campata libera per gli spazi di produzione, esposizione ed eventi, unitamente all’idea di creare carattere e articolazione attraverso la ripetizione e la variazione, l’architettura della fabbrica è in grado di generare un’aura speciale attorno a sé.
Si parlerà del progetto:
di Danilo Premoli – Office Observer