venerdì, Maggio 3, 2024

Banca d’Italia: cresce il numero di agenzie con almeno una vendita nel Q3

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La percentuale di agenzie immobiliari che hanno venduto almeno un immobile nel terzo trimestre del 2020 è risalita al 79,5%. Si tratta di valori in linea con quelli precedenti lo scoppio dell’epidemia di Covid-19. Si fanno però sentire gli effetti dell’epidemia sia sulla domanda sia sui prezzi delle abitazioni. Parallelamente scende dal 75,2% al 71,5% la quota di acquisti finanziati con un mutuo.
Lo si legge nel Sondaggio congiunturale sul mercato delle abitazioni in Italia realizzato dalla Banca d’Italia.

L’indagine condotta presso 1.490 agenti immobiliari dal 4 novembre al 9 dicembre 2020 delinea un peggioramento delle prospettive sul proprio mercato di riferimento, sia per il quarto trimestre sia nel medio termine.
Le principali indicazioni che emergono dallo studio sono:

• prevalenza di giudizi di stabilità dei prezzi;
• recupero del numero di compravendite;
• il saldo tra i giudizi di aumento e di riduzione dei potenziali acquirenti è tornato positivo all’8,8%, dal -17% della precedente indagine;
• cresce il numero di agenzie che segnalano un aumento di nuovi incarichi a vendere (a -11,8, da -19,7%);
• lo sconto medio sui prezzi di vendita rispetto alle richieste iniziali del venditore è rimasto invariato rispetto al trimestre precedente, al 10,9% per cento;
• anche i tempi di vendita sono rimasti sostanzialmente stabili, a 7,5 mesi.
• Gli agenti immobiliari segnalano alcuni cambiamenti nella tipologia di alloggi oggetto di compravendita fra l’aprile e il settembre del 2020, dopo lo scoppio dell’epidemia di Covid-19. In particolare, aumenta la dimensione media delle abitazioni acquistate, nonché il numero di transazioni che riguardano unità abitative indipendenti e, in misura più marcata, alloggi con disponibilità di spazi esterni. Al contempo, secondo quasi il 40% degli agenti il prezzo medio totale delle case scambiate da aprile in poi sarebbe più basso rispetto a un anno prima.
• La quota di compravendite finanziate con mutuo ipotecario è scesa al 71,5% dal 75,2%, riportandosi sui valori della fine del 2019. Resta invece sostanzialmente stabile, intorno al 77%, il rapporto fra l’entità del prestito e il valore dell’immobile.

Le locazioni sono risalite ma i canoni scendono

Pr quanto riguarda le locazioni:
• la percentuale di operatori che ha dichiarato di aver locato almeno un immobile nel terzo trimestre ha recuperato i livelli precedenti la diffusione dell’epidemia di Covid-19, portandosi all’80,2% (da 68,6% nel secondo).
• Al contempo emergono indicazioni di una diminuzione degli affitti medi: nelle aree urbane la quota di operatori che segnala una riduzione dei canoni di locazione è aumentata di oltre 10 punti percentuali (a 46%); fuori dalle grandi città, invece, i giudizi sui canoni sono rimasti sostanzialmente stabili.
• La stessa dinamica si riscontra anche riguardo alle attese sull’evoluzione dei canoni di affitto nel quarto trimestre: il saldo fra prospettive di aumento e di diminuzione è sceso dappertutto, in modo più marcato nei centri urbani (a -43,9 punti percentuali, da -25,9%).
• Il margine medio di sconto rispetto alle richieste iniziali del locatore è ancora salito, seppur marginalmente, portandosi al 4,2%.
• Il saldo tra la quota di agenzie che hanno riportato incarichi a locare in crescita nel terzo trimestre e quelle che ne hanno segnalato una diminuzione è risalito (-13,3 punti percentuali, da -25%).

Peggiorano le attese degli agenti

• Le attese delle agenzie riguardo al proprio mercato di riferimento, già improntate al pessimismo, sono fortemente peggiorate: il 46,7% degli operatori ha aspettative sfavorevoli per il quarto trimestre (contro appena il 4,7% di favorevoli) e per circa un terzo di essi le prospettive rimangono negative anche su un orizzonte biennale.
• Anche le valutazioni sull’evoluzione del mercato immobiliare nazionale sono divenute più sfavorevoli: con riferimento all’andamento nel quarto trimestre il saldo è sceso a -44,8 punti percentuali (da -19%).
• Le prospettive a due anni sono divenute lievemente negative, con un saldo fra aspettative di miglioramento e peggioramento pari a -1,2% (da 6,3%).
• E’ aumentata la quota di agenti che si attende un impatto negativo dell’epidemia di Covid-19 sulla domanda di abitazioni (58,4%, da 46%): per circa metà di questi operatori gli effetti si esauriranno entro la metà del 2021, per il 40% per cento si prolungheranno fino alla fine del prossimo anno.

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