sabato, Aprile 20, 2024

Architettura della semplicità: il recupero di una ex fornace

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“Valorizzazione e contemporaneità di forme e materiali attraverso il calibrato studio filologico delle preesistenze e dei rapporti con il contesto, recuperando e restaurando gli elementi di interesse storico artistico” così recita l’introduzione al progetto di recupero dell’area denominata Ex Fornace per la realizzazione di una scuola media, un teatro ed una palazzina a uffici a Riccione firmata dall’architetto Pietro Carlo Pellegrini con RCF & Partners.

Il complesso edilizio della scuola media e palestra può essere considerato un edificio composto essenzialmente di due parti: un corpo basso a sud, ed un corpo alto a nord, separati da una bussola di collegamento con le pareti completamente vetrate e infissi in profili di acciaio a basso spessore.

Arrivando da est, percorsi i circa 15 metri del passaggio tra i due corpi, si accede alla scuola: il corpo più basso è ad un unico piano e ospita soprattutto le aule didattiche, mentre l’edificio nord è un blocco volumetricamente molto più grande e si sviluppa su tre livelli sovrapposti. I due volumi sono accomunati dal rivestimento esterno composto da lamelle in laterizio con funzione di brise soleil. Il suo aspetto di filtro semitrasparente permette però di distinguere chiaramente il colore rosso mattone della parete retrostante e consente una lettura monolitica dell’intero edificio, eccezione fatta per le forature degli infissi.

I pilastri esistenti sono stati restaurati e lasciati all’interno della scuola con faccia a vista, così da moltiplicare la loro valenza simbolica ed educativa per gli allievi delle medie. L’edificio più massiccio, largo circa 16 metri, si imposta su una L di muratura esistente, completamente finestrata a trifore. Le coperture sono a due falde ma di diversa inclinazione nei due corpi. La palestra della scuola è strutturalmente un elemento a sé stante: si presenta con soffitto piano, con gli elementi terminali di condizionamento a vista, e rimanda ad un concetto più tecnico, come spazio di “didattica fisica” anziché intellettuale.

 
di Danilo Premoli – Office Observer
 

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