Affordable Housing, un approccio culturale per la sfida abitativa

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L’evoluzione culturale è il lento accumulo di conoscenze e competenze che ha cambiato la società umana nel corso della storia. Tuttavia, essa va oltre la mera acquisizione di conoscenze: è anche un adattamento alle mutevoli condizioni ambientali e sociali. Nel corso dei millenni, ha portato all’emergere di nuove forme di organizzazione politica, economica e sociale, spesso in risposta a cambiamenti ambientali o a nuovi bisogni di socializzazione.

Oggi, ci troviamo alla soglia di una nuova evoluzione, che parte da una riflessione imprenditoriale sulla crisi degli alloggi accessibili a Milano e si estende a una teorizzazione di un cambiamento di paradigma per l’intera filiera dell’abitare. Questo nuovo approccio non si limita a risolvere la crisi abitativa, ma cerca di ridefinire il modo in cui pensiamo, progettiamo e realizziamo gli spazi abitativi.

L’urbanizzazione accelerata ha portato a una crescente domanda di soluzioni abitative, ma anche a una variazione nelle tipologie richieste: le tendenze demografiche, come la crescita delle famiglie monoparentali e il co-living, stanno ridefinendo il concetto di abitazione. È quindi essenziale considerare la sostenibilità economica e la compatibilità con il mercato nell’offerta di soluzioni abitative accessibili.

L’Affordable Housing emerge come una risposta innovativa a questa sfida, offrendo soluzioni accessibili, sostenibili e inclusive. Questo approccio mira non solo a generare alloggi, ma anche a favorire la creazione di un tessuto relazionale significativo, il quale risulta compromesso nelle città a causa della mancanza di spazi dedicati agli incontri e alla connessione sociale.

Nelle neuroscienze, il concetto di “affordance” rappresenta la capacità intrinseca degli oggetti di suggerire alle persone tutti i modi possibili per interagire con essi, facilitando così l’esperienza di utilizzo. Questo fenomeno, fondamentale nel nostro rapporto con il mondo circostante, si basa sulla capacità del cervello di calcolare le alternative di interazione e di selezionare il modo più efficiente per raggiungere un obiettivo. Il concetto, inizialmente applicato agli oggetti fisici, può essere esteso anche al tema dell’Affordable Housing. La radice etimologica comune suggerisce una prospettiva innovativa.

Anziché considerare l’alloggio come un oggetto alla portata delle persone, dovremmo focalizzarci su ciò che permette loro di fare e di essere.

Come studio di progettazione, abbiamo imparato a osservare i fenomeni sociali e a concepire soluzioni che non siano solo metrature e finiture, crediamo fermamente che l’housing debba contribuire a migliorare la qualità della vita quotidiana delle persone. Le neuroscienze hanno dimostrato che l’architettura ha un impatto diretto sul benessere e sul comportamento umano, e ogni elemento spaziale può influenzare le nostre esperienze e interazioni. Pertanto, l’accessibilità non è semplicemente intesa come la capacità di accedere fisicamente agli spazi, ma come la creazione di ambienti che favoriscono lo sviluppo personale e il benessere individuale.

L’obiettivo è offrire alle persone qualcosa che non solo dia loro accesso agli spazi, ma permetta loro di prosperare e realizzarsi pienamente. È quindi responsabilità di chi lavora nel settore immobiliare creare soluzioni che rispondano alle esigenze delle persone.

Certamente, affrontare la sfida dell’Affordable Housing rappresenta una nuova frontiera per il settore immobiliare, ma è una sfida che richiede un approccio collettivo e innovativo da parte di tutti i soggetti coinvolti. È necessario che finanza, pubblica amministrazione, progettisti, architetti, costruttori e operatori immobiliari lavorino insieme per trovare soluzioni che vanno oltre la semplice riduzione dei costi, concentrandosi invece sulla qualità dell’investimento e sull’impatto positivo nella vita delle persone. Questo significa spostare l’attenzione dalla mera economia al ribasso a una prospettiva più ampia e inclusiva, in cui si considerano fattori come la sostenibilità ambientale, la qualità dell’abitare e l’integrazione sociale.

In sostanza, il nuovo paradigma culturale si concentra sull’equilibrio tra costo e qualità, riconoscendo che soddisfare le esigenze di accessibilità non solo è socialmente responsabile, ma anche economicamente vantaggioso.

Bisogna superare la logica secondo cui il prezzo è inteso come la somma dei costi associati; per essere competitivi sul mercato non occorre necessariamente ridurre i costi a discapito della qualità. Se vogliamo offrire soluzioni abitative veramente accessibili bisogna riflettere sul reale valore aggiunto generato dalla filiera, rendendo efficienti e integrati i passaggi. Questo approccio richiede un impegno a lungo termine per investire in progetti che non solo offrano alloggi accessibili, ma che creino comunità consapevoli e sostenibili, per il benessere individuale e collettivo. È fondamentale condividere conoscenze e risorse tra le diverse parti interessate e inoltre, è necessario attivare politiche pubbliche che incentivino e supportino gli investimenti nell’Affordable Housing, garantendo al contempo la tutela dei diritti degli abitanti e la qualità degli spazi abitativi.

È attraverso un impegno comune e una visione condivisa che possiamo costruire un futuro in cui tutti abbiano accesso a un alloggio, contribuendo così a migliorare il benessere e la qualità della vita delle persone.

Nella pragmaticità della proposta, questa è la trasformazione culturale più radicale a cui andiamo incontro: lavorare tutti come attori coinvolti nella produzione del valore aggiunto, ciascuno con le proprie capacità, in un progetto in cui crediamo.

di Juri Franzosi – direttore generale Lombardini22

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