A Venezia l’Orto Giardino del Redentore apre al pubblico

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Nel maggio del 2021, al fine di salvaguardare una testimonianza così importante, la Curia Provinciale dei Frati Minori Cappuccini, con l’autorizzazione della Santa Sede e della Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per il Comune di Venezia e Laguna, ha affidato la realizzazione del restauro dell’Orto Giardino del Convento della Chiesa del Santissimo Redentore, con le sue Antiche Officine e la Serra, alla Venice Gardens Foundation.

Per la realizzazione del progetto, la Fondazione ha incaricato l’architetto Paolo Pejrone per il restauro botanico e l’architetto Alessandra Raso per il restauro architettonico e il ripristino della Serra.

Nelle costruzioni dell’Ordine, l’Orto Giardino è sempre stato considerato un bene prezioso al quale dedicare grande cura e lavoro, sia per gli aspetti produttivi, sia per la meditazione e la preghiera. Per secoli ha rappresentato una fonte di sostentamento indispensabile alla vita comunitaria, costituito da frutteti (pomaria), erbari (herbaria), aree alberate, riferibili alla selva indicata nelle prime costituzioni cappuccine. Mai prima d’ora aperto al pubblico, l’Orto Giardino del Convento si presentava profondamente segnato dal trascorrere del tempo e dalla “acqua granda” del novembre 2019, una marea eccezionale che, raggiungendo i 187 centimetri, ha sommerso e devastato la città.

Le Antiche Officine, storici fabbricati in mattoni, spogli e rigorosi, privi di modanature e di elementi decorativi, dalle forme geometriche austere, sono state oggetto da parte della Fondazione di un accurato restauro filologico e conservativo, attento e rispettoso della memoria, delle testimonianze e delle funzioni che svolgevano. Aperte verso l’Orto Giardino nel versante nord e sulla Laguna a sud, ospitano sia mostre, in armonia con l’essenza e la vita dei giardini e della natura, sia i Laboratori, con il frantoio e la sala di smielatura. La Cappella di meditazione ritorna a essere come un tempo luogo di silenzio e di pace; a fianco la suggestiva cavana (ricovero delle barche) e il caffè, dedicato all’accoglienza e all’ospitalità dei visitatori.

Un lungo pergolato, ripristinato secondo l’impianto seicentesco a richiamare il simbolismo della croce, ripara dalla calura dei mesi estivi assicurando ristoro e conforto nel praticare le arti della conversazione e della contemplazione. La Serra, risalente al secolo scorso, torna ad essere un luogo di studio e laboratorio sperimentale e visionario per i giardinieri più esperti. La realizzazione del pozzo e la captazione delle acque piovane dai tetti ha permesso di raggiungere l’autosufficienza idrica.

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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