L’ambizioso progetto di rigenerazione urbana nel cuore di Padova, firmato dall’architetto Albano Salmaso, su incarico di Covivio/Carron, trasforma l’antico complesso conventuale quattrocentesco Ca’ del Chiostro in un moderno polo residenziale. L’intervento, lontano da una semplice ristrutturazione, mira a restituire dignità a un’area da tempo in stato di abbandono, intrecciando sapientemente passato e futuro, riattivando il tessuto urbano circostante, favorendo la socializzazione, la sicurezza e la fruibilità pubblica.
L’obiettivo è creare un luogo in cui la memoria storica si fonde con le esigenze abitative contemporanee, offrendo spazi verdi rigenerati, alloggi di qualità e un “percorso museale”, aperto alla visita pubblica, che valorizza i reperti archeologici rinvenuti durante i lavori. L’attenzione al verde, con il recupero del chiostro e la creazione di giardini, è un elemento chiave per migliorare la qualità della vita degli abitanti e per restituire un’oasi di tranquillità nel cuore della città.
L’intervento prevede nel suo complesso il restauro e la ristrutturazione di quattro edifici esistenti e la costruzione di uno nuovo con un’unica destinazione residenziale. In totale 46 alloggi da 80 a 400 mq di tagli studiati singolarmente, con particolare attenzione alla relazione tra spazi interni ed esterni: giardini, logge, terrazze (e 90 posti auto interrati su due piani).
Di particolare interesse le analisi elaborate per l’edificio neogotico. Sono stati eseguiti saggi stratigrafici sulle murature per indagare le pregresse coloriture, tramite analisi petrografica finalizzata alla caratterizzazione di campioni di intonaco, che hanno confermato quanto ipotizzato dagli studi storico-iconografici e da quanto ricorre in altre architetture di gusto neogotico in Padova, che sicuramente influenzarono questo intervento per vicinanza stilistica e di localizzazione, quali l’ala gotica del Caffè Pedrocchi di Jappelli (1839) e la loggia Amulea in Prato della Valle, su disegno dello Jappelli e realizzata dal Maestri (1858), artefice anche del Palazzo delle Debite (1874), progettato dal Boito in piazza delle Erbe. La peculiarità della facciata, caratterizzata da porzioni ad intonaco a fasce orizzontali, viene recuperata nel progetto di restauro.