“Gli spazi industriali sono vuoti urbani, preclusi alla città. Sia quando sono in attività che quando cessano la loro funzione, sono perimetri inaccessibili – raccontano Luca e Marco Baldini fondatori dello Studio q-bic – Ecco perché abbiamo voluto pensare ad una piazza, un luogo centrale che fosse l’esatto opposto del vuoto urbano precedente. Uno spazio libero di socialità su cui si affacciano nuove attività”.
Queste le premesse del progetto di recupero architettonico ed al tempo stesso urbano di 3.000 mq in via Vezza d’Oglio vicino alla Fondazione Prada, che ritornano alla città di Milano trasformando un luogo di marginalità in un punto di riferimento per la cultura e l’arte meneghina.
L’intervento si caratterizza con la piazza trapezoidale di circa 1.200 mq che connette tre distinti volumi funzionali: l’area eventi “Magma”, la galleria d’arte “Scaramouche” e il restaurant-bar “Lubna” e ha previsto la conservazione delle tracce del passato industriale del sito, ex deposito di ossigeno dei primi del Novecento, esaltate dall’accostamento con scelte architettoniche più contemporanee.
Elementi in ferro ossidato come la grande pergola che domina la piazza, e le pareti lasciate volutamente grezze, rivelano strati di storia. Il ferro nero nella sua finitura naturale ed il cemento si mescolano con le preesistenze, creando un dialogo tra antico e moderno che esalta l’autenticità del luogo.
“La quiete della piazza – svelano i proprietari dell’area e promotori del progetto -, con il suo pavimento in porfido e i tre lecci che la abitano, avvolge chi l’attraversa. Un luogo sospeso, così vicino eppure così lontano dalla frenesia urbana, dove l’architettura si fa accogliente. Le pareti lasciate grezze, richiamano il carattere dell’edificio originale, mentre un sofisticato intervento impiantistico è stato integrato nella nuova copertura, per garantire funzionalità senza comprometterne l’estetica”.