La biblioteca Ezio Vanoni a Morbegno progettata dall’architetto Luigi Caccia Dominioni nel 1965 costituisce un’opera rilevante nel quadro dell’estesa produzione architettonica del celebre architetto milanese. Oggi l’architetto Marco Ghilotti ne firma il restauro e l’ampliamento.
La posizione della biblioteca venne individuata dallo stesso architetto in un’area originariamente libera ai margini del nucleo storico; l’obiettivo dichiarato era: “Costruire un edificio di cultura che potesse partecipare e godere dell’ambiente circostante, del verde, della vista del paese e delle montagne, col gusto di un padiglione posto in un giardino”. Quest’ultimo, come il torrente, è parte integrante del progetto così come lo sono i tratti di muratura in pietra ad andamento circolare che disponendosi nel giardino antistante la biblioteca ne definiscono il percorso di accesso provenendo dalla passerella pedonale sul torrente.
L’impianto circolare, ispirato dalla vicina ansa del torrente Bitto, è in rapporto con gli edifici cilindrici delle due torri: la più grande custodisce al suo interno i volumi disposti lungo una scala elicoidale; un identico volume, di dimensioni inferiori, si affianca al precedente ospitando al proprio interno la scala di accesso ai depositi librari interrati. Due segni semicircolari “scavano” lo spazio interno della sala di lettura così da definire l’ingresso coperto alla biblioteca a sud-est e l’ampia parete vetrata aperta sulla città e sul panorama della vallata.
La necessità di ampliamento ha permesso di abbinare il restauro conservativo delle parti più importanti dell’edificio alla messa a disposizione di nuovi spazi aperti al pubblico ottenuti trasformando il piano interrato, precedentemente adibito a deposito librario, in nuovi ambienti di lettura. Al piano terreno si è deciso di conservare integralmente le caratteristiche architettoniche e di allestimento del progetto originario pur configurando, secondo le mutate esigenze dell’attività, una sala adibita alla “lettura informale” ed un accesso pubblico al piano interrato utilizzando la scala elicoidale esistente e prevedendo l’inserimento di un ascensore.
Al piano interrato si sono concentrati gli interventi maggiori: gli spazi a questo livello sono stati convertiti in sale di lettura e uffici al servizio del personale mentre l’ampio disimpegno di accesso ai locali interrati, ora trasformato in ordinato deposito librario a scaffale aperto, conduce al giardino di pertinenza della biblioteca posto a nord. Per garantire un’adeguata illuminazione naturale alle sale di lettura e in coerenza con una continua ricerca di equilibrio tra conservazione e trasformazione, sono state ritagliate nuove aperture sul fronte est del fabbricato volgendosi verso il verde di un piano inclinato che intende sottolineare l’originale rapporto con il giardino circostante (foto Giacomo Albo).
di Danilo Premoli – Office Observer