Ampliamento, restauro e allestimento del Museo Bailo a Treviso

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Il Museo Bailo, destinato a ospitare la collezione di arte moderna della città di Treviso, si trova entro la sua cerchia muraria cinquecentesca, lungo il rettifilo alberato di Borgo Cavour. Esso occupa la sede di un convento il cui primo nucleo risale all’inizio del XIV secolo; nel 1944 un pesante bombardamento ne distrugge la facciata e parte del chiostro sud; ricostruiti nel 1952, la facciata perde tutti gli apparati decorativi. Nel 2000 il Museo chiude, le collezioni sono trasferite in altra sede; nel 2010 il Comune ottiene un finanziamento europeo che gli consente di mettere in gara la progettazione del restauro e dell’allestimento e di avviare i lavori.

Al progetto si chiedeva la riorganizzazione distributiva e funzionale di tutto il complesso, il consolidamento delle strutture, la messa a punto di una dotazione impiantistica adeguata, il restauro conservativo degli elementi originali rimasti e l’allestimento della collezione, il cui nucleo principale è una cospicua parte dell’opera di Arturo Martini.

Studiomas dell’architetto Marco Rapposelli firma, con l’architetto Heinz Tesar, il completamento del Museo: il progetto si presenta con una nuova facciata che si eleva sul podio costituito dalla piccola piazza, anch’essa ridisegnata; le sue rinnovate proporzioni consentono al museo di ritrovare un ruolo urbano pari a quello degli altri edifici istituzionali presenti nel sito: la chiesa, la biblioteca e la porta di città. La parete della facciata preesistente, finita a marmorino bianco analogo a quello della chiesa antistante, costituisce il fondale per la nuova struttura. Le lastre di facciata sono in graniglia di marmo di Carrara legata da un particolare cemento bianco fotocatalitico; dello stesso materiale, posato dopo un trattamento di acidatura antisdrucciolo, sono i gradini e il lastricato della piazza; le lastre che costituiscono il portale sono invece levigate (foto di Marco Zanta).

L’allestimento articola le basi per le sculture che disegnano un paesaggio di famiglie di piccole architetture a servizio delle opere d’arte; la ricca collezione di grafica è esposta entro vetrine a parete, in modo da consentirne una visione in simultanea; i dipinti novecenteschi sono esposti direttamente a muro. Nel chiostro si trova il gruppo di Adamo ed Eva di Arturo Martini, che la città di Treviso acquistò tramite sottoscrizione popolare, e che viene così restituito alla città.

“La possibilità di avviare il restauro della seconda parte del Museo Bailo diventa concreta con l’intervento dell’azienda Arper – dichiara il sindaco di Treviso Giovanni Manildo -. Il progetto dell’amministrazione di completare il sistema museale si realizza con un accordo pubblico-privato che segnala la diffusa e concreta attenzione per la cultura vero motore della vita della nostra città”. E Claudio Feltrin, presidente di Arper, aggiunge: “Il Museo Bailo può essere restituito alla città perché la cultura e la storia sono le fondamenta della nostra identità e noi possiamo lavorare affinché la conoscenza diventi comune. La cultura inoltre è uno strumento essenziale per sostenere l’economia della nostra regione. Abbiamo un patrimonio inestimabile, è nostro dovere valorizzarlo e imparare a comunicarlo al meglio”.

di Danilo Premoli – Office Observer
 

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