Furla abita Palazzo Ricordi a Milano

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Il restauro di Palazzo Ricordi che domina la testata dell’isolato compreso tra le vie San Raffaele, Berchet e Foscolo, a ridosso dell’ingresso laterale est della Galleria Vittorio Emanuele II a Milano ha meritato la prima certificazione Leed “Core & Shell” livello Gold in Italia su preesistenza storica, con un intervento complesso di major renovation che ha interessato la struttura, l’involucro, la distribuzione interna e l’intero sistema impiantistico di riscaldamento, raffrescamento e ventilazione (hvac).

Parzialmente colpito durante la seconda guerra mondiale, Palazzo Ricordi, realizzato nel 1880 dall’Opera Pia Borella e rilevato nel 1920 dalla Società Ricordi già affittuaria del Palazzo, nel corso del tempo era stato oggetto di rimaneggiamenti che ne avevano compromesso l’integrità architettonica originaria. I bombardamenti causarono incendi che distrussero i solai lignei, mentre le facciate non subirono gravi danneggiamenti; il progetto della ricostruzione venne affidato agli architetti Mario Asnago e Claudio Vender. Oggi la riqualificazione porta la firma di Parisotto+Formenton Architetti, F&M Ingegneria Spa, ESA engineering Srl con la consulenza della società Evotre Srl per la certificazione.

Il dialogo con il contesto e il rapporto tra la preesistenza di valore storico e il linguaggio compositivo caratteristico di P+F Architetti sono stati i principi guida progettuali: il risultato è un edifico assolutamente contemporaneo all’interno di un involucro di fine Ottocento, ottenuto nel pieno rispetto e attraverso la valorizzazione dei suoi peculiari aspetti architettonici.

Partendo dalla ricerca filologica delle stratigrafie e degli elementi architettonici preesistenti, volta alla tutela della loro autenticità, il progetto ha previsto l’adeguamento sismico dell’intero edificio e l’integrazione delle nuove soluzioni architettoniche con l’involucro esistente. La salvaguardia dell’impianto strutturale ha consentito il mantenimento di circa il 90% delle murature e delle strutture esistenti, mentre per i nuovi inserimenti la scelta è stata di minimizzare il numero dei materiali in gioco e gli scarti di produzione. La riqualificazione del cortile interno, precedentemente destinato alla sola localizzazione degli impianti, ha trasformato uno spazio inutilizzato in un ambiente vivo e dinamico, fulcro ideale del building, attraverso la realizzazione di una vasca centrale attraversata da un velo orizzontale d’acqua che scorre sulla superficie vetrata e porta luce al piano inferiore. Importanti elementi progettuali nel nuovo layout sono gli open space che si affacciano con vetrate intere sul cortile centrale, vero cuore del progetto.

Nello storico palazzo, Furla ha collocato la sede milanese del marchio, scegliendo di arredarlo insieme a Tecno, alla quale ha affidato il progetto di revisione degli spazi interni e la fornitura di arredi operativi, direzionali e delle pareti divisorie. Il luogo, ad alto valore comunicativo e segnico, ha “imposto” a Tecno un trattamento rispettoso dell’eleganza e della storicità dell’architettura: il sistema scelto per gli uffici è Beta duepuntozero in versione bianca, contrapposto al total black degli arredi metallici Basic; i tavoli Nomos compaiono qui nella versione cromata mentre le pareti W80 sono state customizzate così come gli uffici direzionali (foto Paolo Utimpergher).

di Danilo Premoli – Office Observer
 

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