L’hospitality ha un posto riservato in prima fila nell’immobiliare del 2025 e il biglietto di ingresso è avallato dalle strutture di pregio e dalle grandi catene, che saranno protagoniste di deal e aperture durante l’anno.
Il comparto arriva da un 2024 dove i volumi sono stati consistenti: 690 milioni di euro investiti (+240% rispetto allo stesso periodo del 2023), per un totale di quasi 1 miliardo di euro da inizio anno (+92% rispetto al 2023).
Le previsioni di mercato per il 2025 parlano di continuità e di uno scenario dove il pregio si prende la scena, soprattutto a Roma, Venezia e lago di Como, non a caso mete preferite da quel turismo che si prevede approderà nel bel paese nel corso del 2025.
A Milano lo scettro del lusso
A Milano ci sono 30 hotel 5 stelle, una realtà che supera Roma e che spinge la città ai vertici nazionali. Le prossime olimpiadi invernali saranno volano di arrivi e la pipeline delle strutture vede sbarcare Rocco Forte, 70 camere e suite con vista sul Quadrilatero, L’Edition hotel (Marriott), il Soho house di via Mascagni con il modello di clubbing esclusivo già presente in 45 città del mondo, il Rosewood che aprirà nel 2026 nel Quadrilatero e l’atteso Six Senses di Brera. Riqualificazione in corso per il Palazzo delle Stelline che ospiterà un hotel di pregio a firma Mgallery.
I fondi cambiano idea
Che l’hospitality sia in salute lo si evince anche dalla decisione di indirizzare a questo asset gli investimenti che avevano altra destinazione.
Il Corriere del Veneto ha infatti riportato l’intenzione di Collegiate e Fondo Pitagora di cambiare destinazione a due studentati che dovevano essere realizzati a Padova. Dallo student housing all’hospitality il passo sembra essere breve, perché i fondi avrebbero intenzione di realizzare due strutture ricettive, alla luce della realizzazione del nuovo ospedale della città, che sorgerà in zona Padova Est.
Lusso e mete alternative nei viaggi 2025
Il lusso sembra essere il volano del turismo 2025, anche quando è percepito. Lusso, infatti, può avere diversi significati, tra cui entra la scelta di alloggiare in mete alternative in strutture di pregio.
Secondo l’Unpack ‘25 di Expedia, i viaggiatori cercano infatti mete meno scontate, perché stanchi di viaggi fatti con lo stampino, tanto che il 63% dei consumatori ha dichiarato di volerne visitare una nel prossimo anno. Un esempio italiano è Brescia al posto di Milano.
Un altro trend consistente è il viaggio per acquisti: dall skin care coreana alla barretta di cioccolato di Dubai, i viaggiatori dimenticano le calamite da frigo e vogliono spostarsi anche per acquistare oggetti iconici, veicolati soprattutto dai social network.
La novità è l’all inclusive, passata da soluzione economica e spesso di bassa qualità, a un 42% della gen Z che la dichiara tra le soluzioni di hotel preferita. Le grandi catene hanno colto la palla al balzo: Hyatt e Marriott hanno aggiunto questa formula alle loro proposte e i resort si stanno adattando in tutto il mondo per valorizzare il ‘tutto compreso’. Il punto è che i consumatori preferiscono questa opzione perché è meno stressante, più facile da prenotare e perché, nel 38% dei casi, offre una sensazione di lusso.
Lusso che si rispecchia nella ricerca di hotel con buoni, se non ottimi ristoranti, meglio ancora se offrono un servizio in camera di alta qualità e se permettono agli ospiti dell’albergo di frequentare il ristorante in esclusiva.
Le tre C dell’hospitality 2025
Secondo il rapporto Hospitality in 2025 di Oracle e Skift, gli operatori del settore devono investire ora per anticipare e soddisfare le esigenze degli ospiti del futuro — e per giustificare le tariffe in rapido aumento che i consumatori stanno pagando per le camere d’hotel.
Investimenti, in questo caso, concentrati sulla tecnologia, guidata a sua volta da tre driver: comfort, control e convenience.
Secondo l’analisi i manager del comparto alberghiero implementeranno accesso on-demand all’intrattenimento in camera nel 45,1% dei casi, daranno la possibilità agli ospiti di utilizzare i propri dispositivi per accedere all’hotel (41,1%), attiveranno comandi vocali nella struttura (40,8%%), controlli automatici del comfort (es. illuminazione, temperatura) nel 30,5% dei casi e specchi smart o pareti interattive in sostituzione dei televisori (17,9%). Seguono soluzioni futuristiche come il riconoscimento facciale e biometrico, i sensori touchless e indossabili, il pagamento in cripto e le console di realtà virtuale in camera.
Un’hospitality in buona salute procede quindi spedita nel 2025 con una pipeline di riguardo, dove i deal più interessanti sono quelli mossi dal lusso e dalle grandi catene che stanno sbarcando in un paese ancora poco provvisto di grandi strutture di pregio.
Il tutto si muove a braccetto della tecnologia che sta cambiando il settore, sia nella gestione che nei servizi che gli alberghi oggi sono chiamati a dare a un pubblico sempre più esigente.