Vescovo (EdiliziAcrobatica): “Lavorare sospesa nell’aria mi dà emozioni di scoperta e libertà”

Data:

Dagli interventi nelle chiese storiche fino al restauro di alcuni dei monumenti più iconici del nostro Paese, in Italia c’è chi vive la propria professione letteralmente tra cielo e terra. Nata in provincia di Venezia e oggi residente in Toscana, Giada Vescovo è un’operatrice su fune che si cala ogni giorno da altezze per noi impensabili, portando avanti restauri che toccano direttamente l’anima del nostro patrimonio artistico. Da novembre 2020, Giada è parte del Gruppo Acrobatica, azienda leader nel settore dell’edilizia su fune, che ha rivoluzionato il modo di lavorare su monumenti e facciate senza l’uso di ponteggi tradizionali.

Ma che cosa significa lavorare a grandi altezze e vivere il mondo dall’alto, tra interventi architettonici in luoghi come Torre dei Pallini di Trieste, Galleria Umberto I di Napoli, il Castello Imperiale di Sant’Agata di Puglia, il Duomo di Siena e le decorazioni pittoriche nei palazzi liguri di Lerici, Levanto e Rapallo? Ecco l’intervista di Requadro a chi sperimenta queste emozioni nella vita di tutti i giorni.

Domanda: Che cosa provi a lavorare così in alto, sospesa nell’aria? Che emozioni ti dà il tuo lavoro?
Risposta: Quelle che sento sono tutte emozioni di libertà. Nel mio lavoro è come se un’altra parte di mondo mi fosse concessa, dandomi la libertà di poter accedere a punti di vista letteralmente nuovi e diversi. Dopo anni, riesco ancora a emozionarmi quando finisce un cantiere. Vedere davanti ai miei occhi, concreto, tutto il lavoro svolto in giornate di fatica è una sensazione bellissima e indescrivibile.

D: Ricordi come è stato il tuo primo giorno di lavoro da operatrice di fune? Avevi paura? E oggi per te è tutto normale?
R: Sì, certo. Ricordo che ho fatto spaventare il mio caposquadra di allora calandomi così velocemente da sembrare che mi fossi buttata. Non avevo paura dell’altezza o di cadere, ma ero talmente emozionata che temevo di non ricordarmi tutti i passaggi per calarmi in sicurezza, così al quindicesimo controllo che rifacevo mi sono buttata giù per farmi coraggio! Da quel momento in poi tutto si è trasformato in normalità, ma non in vuota routine senza entusiasmo. Anzi, quando sono sul bordo di un palazzo c’è ancora qualcosa che trema in fondo alla pancia. Poi però, riscoprirmi sempre capace di uscire sospesa nel vuoto mi dà una carica immensa.

D: Quale è stato il lavoro più difficile e sfidante nella tua carriera?
R: Il lavoro più difficile è stato credere in me stessa, il riuscire a non stupirmi più ogni volta che riesco a eseguire bene una lavorazione.

D: Il progetto che ti è piaciuto maggiormente? E per quale motivo?
R: Il progetto che più mi piace è uno dei nuovi rami aziendali di Acrobatica: Acrobatica Restauri. Qui ho la fortuna di poter affiancare restauratori professionisti, girare l’Italia insieme a loro e lavorare su monumenti storici. Quando cominci a conoscere il patrimonio culturale italiano non puoi fare a meno di amarlo. Ritengo sia importantissimo prendercene cura, conservarlo e mantenerlo per vivere nel bello, in un mondo in continuo mutamento ma con radici sane e ricche di storia.

D: Come reagiscono le persone quando spieghi il tuo lavoro? Su di me susciti stupore e curiosità.
R: Direi che per prima cosa, istintivamente, scatta in quasi tutti il senso di pericolo, la preoccupazione, ma poi la curiosità mi fa ricevere molte domande. Il fatto di essere donna fa aumentare le questioni, gli interrogativi. Le persone sono sinceramente interessate. La frase che viene sempre fuori è “Io non potrei mai farlo, soffro di vertigini”, e allora mi chiedo se davvero tutti soffrano di vertigini o se sia solo un altro limite che pensiamo di avere.

D: Vedere il mondo dall’alto ti fa vivere le cose in modo diverso?
R: Come dicevo prima, vedere il mondo dall’alto è letteralmente vedere il tutto da un’altra prospettiva. Ogni volta che sono appesa ricordo quando, da bambina, sono entrata nell’appartamento dall’altra parte della strada, di fronte a casa mia. Affacciandomi potevo guardare dritta a me le finestre della mia cucina, del soggiorno, e tutto sembrava così irreale. Dietro le tende intravedevo quello che mi apparteneva, la mia quotidianità, ma così dal di fuori tutto sembrava nuovo e speciale. Ecco, è così che mi piace osservare il mondo quando sono sospesa.

D: Che cosa sogni per il tuo futuro?
R: Per ora preferisco non pensare al futuro. Sto vivendo un periodo della mia vita talmente pieno, impegnativo ma appagante che quasi non oso avere altri sogni. Ho obbiettivi che cerco di raggiungere giorno per giorno, vivendo quotidianamente con piccole e grandi soddisfazioni.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Calendario eventi

Ultimi articoli

Related articles

Student housing e sport: ecco come sarà l’ex Caserma Vittorio Emanuele III di Trieste

Nuovo impegno di Cdp Real Asset a sostegno della rigenerazione urbana, questa volta attraverso opere dedicate all’education: l'ex...

Arrestato per corruzione il dg di Sogei Paolino Iorio

È stato arrestato con l'accusa di corruzione Paolino Iorio, direttore generale di Sogei,  la società di information technology...

Il Notariato fissa le prime linee guida per i contratti di cohousing

Cos’è un contratto di senior cohousing o di cohousing intergenerazionale? Chi lo può stipulare? Cosa ha previsto la...

A Roma compravendite immobiliari stabili nell’H1 2024

Secondo i dati raccolti dall’Agenzia delle Entrate, il mercato immobiliare del Lazio nel 2023 ha mostrato segni di...