SPECIALE Biennale Architettura 2025: Vela Celeste: Reimagining Home

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Selezione progetti dalla Biennale Architettura Venezia 2025. Speciale 2 di 3.
CRA Carlo Ratti Associati, in collaborazione con il Comune di Napoli, ha avviato un progetto di design partecipativo per ripensare Le Vele, che fonde le voci della comunità con l’Intelligenza Artificiale (IA), trasformando i ricordi e le idee dei residenti in progetti visivi per il futuro. Il progetto è presentato all’interno della manifestazione curata dallo stesso Carlo Ratti e dedicata al tema “Intelligens. Natural. Artificial. Collective” (ne abbiamo scritto a questo link).

Le Vele, progettate alla fine degli anni Sessanta dall’architetto palermitano Francesco (Franz) Di Salvo, rappresentavano una nuova visione di edilizia collettiva: camminamenti sopraelevati e terrazze condivise ispirate al tessuto urbano storico di Napoli. Tuttavia, l’ideale modernista si è scontrato con la complessità della realtà e nel tempo il complesso è diventato simbolo di emarginazione e disagio sociale. Mentre altri esempi simili nel mondo sono stati demoliti, una parte delle Vele, in particolare la Vela Celeste, ancora intatta, è stata preservata e ora viene ripensata attraverso un processo di rinnovamento dal basso.

Il progetto è presentato attraverso un modello sospeso: elementi di vetro trasparente rappresentano i piani dell’edificio; tra i vari livelli appaiono i ritratti dei residenti, accanto a idee generate dall’IA per la rigenerazione urbana e saggi di figure istituzionali e accademiche: “L’obiettivo non è la permanenza, ma l’evoluzione. La Vela Celeste viene ripensata come un sistema vivente, in un processo di progettazione in divenire che proseguirà nei prossimi mesi sia a Venezia che a Napoli. Costruiamo non con il cemento, ma con i contributi delle persone. La domanda non è se gli edifici possano essere più intelligenti, ma se possano evolvere insieme a chi li abita. L’IA può progettare con noi, non solo per noi?”

Oltre ai metodi tradizionali di progettazione partecipata, il progetto quindi utilizza una piattaforma digitale sviluppata con l’università. Questa piattaforma permette ai residenti, anche senza competenze architettoniche, di contribuire con storie orali e proposte spaziali. L’IA elabora questi contributi e genera visualizzazioni che riflettono le aspirazioni comuni. In questo contesto, l’Intelligenza Artificiale non impone soluzioni, ma ascolta e diventa uno strumento per l’immaginazione collettiva, un’idea dell’architettura come “sistema di supporto” aperto ai contributi delle persone.

di Danilo Premoli – Office Observer

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