SPECIALE Biennale Architettura 2025: Recupero di Capofaro

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Selezione progetti dalla Biennale Architettura Venezia 2025. Speciale 3 di 3.
Il progetto di restauro e interior design del faro di Capofaro, sull’isola di Salina, firmato da MAB Arquitectura, rappresenta un esempio virtuoso di rigenerazione architettonica e paesaggistica; è stato selezionato per il Padiglione Italia, intitolato “Terrae Aquae. L’Italia e l’intelligenza del Mare” della Biennale Architettura 2025 curata da Carlo Ratti e dedicata al tema “Intelligens. Natural. Artificial. Collective” (ne abbiamo scritto a questo link).

L’intervento, curato dagli architetti Floriana Marotta e Massimo Basile, fondatori di Mab Arquitectura, trasforma l’antico complesso ottocentesco, un tempo alloggio del guardiano, in sei suite riservate, estensione del vicino wine resort “Capofaro Locanda & Malvasia”, parte della collezione Relais & Châteaux.

Il restauro si distingue per l’approccio filologico e rispettoso della memoria dei luoghi: sono stati conservati elementi originali come le volte a botte e la scala a spirale, mentre gli interni sono caratterizzati da una poetica della sottrazione, con arredi su disegno, materiali locali e una palette cromatica ispirata ai colori della natura del luogo. Le suite, di dimensioni variabili tra 30 e 80 mq, dispongono di giardini privati e affacci panoramici su mare, vigneti e orti: una architettura in armonia con il paesaggio circostante.

Anche gli esterni sono stati oggetto di un attento recupero: il faro, ancora attivo, domina il Mediterraneo come una terrazza naturale. Il progetto paesaggistico valorizza il genius loci attraverso muretti a secco, vialetti in brecciolino vulcanico e giardini tematici con specie autoctone, creando un piccolo museo botanico diffuso (un volume adiacente ospita il Micro Museo della Malvasia, che racconta la storia e le tradizioni dell’isola).

“Trovandoci davanti a una natura così potente e a un luogo così ricco di suggestioni – spiegano i progettisti – abbiamo agito seguendo una poetica della sottrazione: abbiamo disegnato ogni dettaglio, con grande cura ma senza aggiungere orpelli, per definire un’essenzialità che restituisse l’idea di un lusso del tempo che passa lento, nella bellezza delle cose semplici”.

L’intervento, che rientra nel programma “Valore Paese Italia Fari”, volto alla tutela e valorizzazione del patrimonio pubblico, affidando i fari in concessione a privati per garantirne il recupero e favorire l’economia locale, ha anche ricevuto la menzione del premio In/Arch 2023 per la categoria Riuso/Restauro (foto Alberto Moncada, Benedetto Tarantino).


 

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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