Settanta7 firma il nuovo hub di ingegneria all’università di Padova

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Nasce nel cuore dell’area fieristica di Padova il nuovo hub dell’innovazione della Scuola di ingegneria dell’Università di Padova: un’opera strategica e visionaria destinata a diventare un punto di riferimento per la didattica, la ricerca applicata e il trasferimento tecnologico. Il nuovo polo, progettato da Settanta7, studio di architettura internazionale, sorgerà al posto del padiglione 2 della Fiera, oggetto di demolizione, e costituirà un esempio di rigenerazione urbana e architettura sostenibile.

Progettato secondo i più alti standard internazionali di efficienza e qualità ambientale, l’edificio sarà certificato Leed Platinum, massimo riconoscimento per la sostenibilità degli edifici.

A Settanta7, sono stati affidati le seguenti attività: progettazione architettonica del progetto definitivo, direzione lavori, coordinamento della sicurezza in fase esecutiva.

L’intervento è stato concepito per rispondere alle esigenze di un’università in costante evoluzione: 14 aule didattiche (con capienza tra le 100 e 300 persone) aule informatiche, una common room, laboratori, spazi flessibili, aree verdi accessibili e una piazza pubblica di 50m2 aperta anche alla cittadinanza. Il tutto all’interno di una struttura in legno lamellare che, con i suoi 4 piani fuori terra e oltre 3.000 studenti previsti potrebbe diventare l’edificio in legno a telaio ligneo più grande d’Italia. La scelta del legno come materiale principale non solo riduce l’impatto ambientale, ma contribuisce a creare un ambiente accogliente e salubre per tutti gli utenti.

A realizzare la struttura portante in legno è stata Rubner Grandi Strutture in Legno, la società più dinamica e tecnologicamente avanzata del Gruppo Rubner specializzata nelle grandi strutture in legno ingegnerizzate. L’azienda è stata responsabile della progettazione esecutiva, prefabbricazione, trasporto e montaggio degli elementi lignei. La struttura dell’edificio è composta da ca. 2.540 m³ di pannelli X-Lam e ca. 1.030 m³ di legno lamellare: una combinazione che unisce resistenza strutturale e sostenibilità ambientale. Le pareti X-Lam sono state realizzate con pannelli a sette strati, di spessore variabile tra i 180 e i 220 mm, montati in elementi continui su due piani, mentre la copertura è costituita da pannelli prefabbricati a “cassetta” e pannelli Xlam a tre strati. L’elevato grado di prefabbricazione ha consentito un montaggio rapido e preciso, completando l’assemblaggio dei quattro piani dell’edificio in soli quattro mesi. 

Architettura e sostenibilità al servizio della comunità

L’Hub è stato progettato come un volano per la trasformazione urbana: un landmark capace di connettere il tessuto universitario e quello fieristico, grazie ad un’area esterna di uso pubblico che integra un attraversamento ciclo-pedonale e aree di verde urbano poste ai lati del corridoio d’ingresso centrale dell’Hub e delimitati da una pavimentazione drenante che ne valorizza l’integrazione paesaggistica.

All’interno dell’edificio le funzioni didattiche sono collocate nelle ali est e ovest, collegate da un ampio connettivo centrale che si sviluppa in senso longitudinale da sud a nord.

I quattro piani sono connessi tramite scale che si articolano in due sezioni, caratterizzate da passi e funzioni distinti: la parte sinistra, costituita da gradini di dimensioni standard, destinata alla normale percorrenza; mentre la parte destra è composta da gradoni di circa 60cm, concepiti come aree per la sosta, la conversazione e l’interazione tra gli studenti. Questo dispositivo architettonico ibrido combina funzione distributiva e funzione sociale, trasformando la scala in uno spazio di relazione.

L’edificio si configura come un volume rettangolare, caratterizzato dalla presenza di due corpi aggettanti (a partire dal primo livello fino alla copertura) sul fronte sud. La porzione centrale della facciata, sia a sud che a nord, si contraddistingue per le ampie vetrate a tutta altezza schermate, a sud, da un sistema frangisole.

L’obiettivo della progettazione è stato quello di realizzare ambienti caratterizzati da flessibilità, in cui poter ottenere la ricchezza e la varietà di spazi necessari alle esigenze di un ambiente universitario.

Data la rilevanza dell’intervento, sono stati studiati colori e strategie progettuali che potessero richiamare la forte identità che l’ateneo ricopre nell’immaginario comune. Strategie, come l’inserimento di due corpi scala che non servono solo come mero collegamento ma come “elemento dello stare”, che richiamano all’architettura dell’Università di Padova, rafforzandone il ruolo a livello urbano. I colori scelti, caldi e delicati, ricordano che l’edificio non costituisce un aggregato della fiera ma ricopre un ruolo rilevante a livello culturale, in forte connessione con il territorio e con gli altri dipartimenti universitari.

Per quanto riguarda le pareti perimetrali è stata valutata la migliore composizione di “pacchetto stratigrafico” dal punto di vista della rispondenza termica e della rapidità di realizzazione/posa in opera. Le parti vetrate, dotate di specchiature selettive, sono previste con serramenti in alluminio a taglio termico, ponendo particolare attenzione al controllo della temperatura superficiale per mantenerla al di sotto dei valori di legge.

Il progetto supporta gli aspetti culturali (ricreazione, socializzazione, estetica) di regolazione (qualità dell’aria, termoregolazione, mitigazione acustica, regolazione idrica) di rigenerazione del suolo e della biodiversità (ricostruzione di habitat, connessioni ecologiche, diversità strutturale).

L’attenzione all’ambiente si traduce in coperture verdi di circa 300 mq, pavimentazioni permeabili, recupero delle acque piovane, impianti fotovoltaici da 63 kWp (circa 308 pannelli fotovoltaici) e un sistema domotico avanzato. Tutto concorre a ottenere un edificio NZEB (Nearly Zero Energy Building), con una classe energetica A4.

Durante l’intero processo costruttivo sono state risparmiate 2.100 tonnellate di Co2 a testimonianza dell’impegno dell’ateneo nel ridurre il proprio impatto ambientale riducendo l’impronta carbonica e i consumi.

Tempi rapidi e tecnologie prefabbricate

Il progetto è stato sviluppato in tempi record — solo 60 giorni per la progettazione definitiva — grazie all’impiego di tecnologie modulari, prefabbricazione in legno e soluzioni a secco, che ha consentito una realizzazione rapida e un cantiere a basso impatto. Il layout flessibile dell’edificio garantisce una vita utile superiore ai 50 anni, con possibilità di future espansioni e adattamenti.

Un’opera per il futuro dell’università

Il nuovo hub rappresenta un investimento strategico dell’ateneo per consolidare il proprio ruolo come motore di innovazione e sostenibilità, proiettando la Scuola di Ingegneria in una dimensione sempre più interdisciplinare e internazionale.

“Abbiamo voluto progettare non solo un edificio, ma un luogo identitario e aperto alla città. Un’infrastruttura capace di evolversi nel tempo e di diventare simbolo della cultura scientifica, della bellezza e della responsabilità ambientale” — ha dichiarato il progettista Daniele Rangone co-founder di Settanta7 

Grazie all’elevato grado di industrializzazione, siamo in grado di garantire tempi di realizzazione rapidi, precisione costruttiva e una qualità costante, riducendo al minimo l’impatto ambientale. Un ambiente costruito in legno è efficiente dal punto di vista energetico ma anche più salubre, accogliente e stimolante, soprattutto per chi lo vive ogni giorno per apprendere, insegnare e innovare. Contribuire alla formazione delle future generazioni di ingegneri in uno spazio così avanzato è per noi motivo di grande orgoglio” — ha dichiarato Peter Rosatti, ceo di Rubner Grandi Strutture in Legno. 

La consegna dell’edificio è avvenuta entro circa 500 giorni dall’inizio dei lavori.

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