Nei primi mesi del 2025, secondo i dati dell’Anammi, Associazione nazional-europea amministratori di condominio si consolida la tendenza che vede laureati e professionisti in materie tecniche orientarsi verso questo settore, mentre cresce la domanda di personale specializzato negli studi. Nuove possibilità di lavoro per i professionisti del condominio.
In particolare, l’indagine ha fotografato l’identikit dei nuovi iscritti, mettendolo a confronto con i soci di lungo corso. I dati confermano la tendenza già delineata negli ultimi anni: l’amministrazione condominiale coinvolge sempre più i laureati, che sono ormai i due terzi degli iscritti, ed è vista degli stessi soci come una professione altamente specializzata.
“Secondo il nostro monitoraggio – spiega Giuseppe Bica, presidente Anammi – il mestiere dell’amministratore è ormai considerato ad alto tasso di professionalizzazione, soprattutto nella fascia anagrafica tra i 40 e i 50 anni. Per questa ragione, il percorso di studio dal quale provengono gli associati è sempre più specifico”.
Secondo la riforma del 2012, i requisiti professionali stabiliti per legge sono ben precisi: l’obbligo di diploma di scuola superiore, la frequenza di un corso di formazione di base, l’assenza di condanne penali. Il Dm 140 del 2014 ha aggiunto a questi criteri imprescindibili anche l’obbligo dell’aggiornamento annuale di 15 ore. Nei primi mesi dell’anno, sono soprattutto ingegneri e architetti ad aver scelto questa strada, seguiti dai laureati in giurisprudenza.
Tra i diplomati, invece, sono i geometri ad orientarsi verso l’amministrazione condominiale. “Un dato molto positivo – osserva il presidente Bica – l’idea dell’amministratore improvvisato sta cedendo ormai il passo alla figura del professionista serio e competente, che l’ANAMMI promuove da sempre e che la riforma del condominio ha imposto”.
Tra gli associati di lungo corso, inoltre, si segnala un dato a sorpresa: trovare personale qualificato, da inserire negli studi professionali, sta diventando complesso.
“L’amministratore di condominio, oggi, è un professionista che interseca conoscenze e competenze differenti, che vanno dalla psicologia all’economia, dall’edilizia al fisco, fino all’utilizzo dell’intelligenza artificiale– spiega il presidente Anammi –. È quindi importante che chi lavora nel suo studio sia in grado di dialogare con lui”. Per questa ragione, i professionisti già iscritti chiedono ai propri collaboratori di seguire corsi da amministratore. “Questo significa che gli spazi di lavoro stanno aumentando, rafforzando il livello qualitativo di tutta la categoria”.
Anche nei primi mesi dell’anno, la maggioranza dei neo-iscritti si situa tra i 40 e i 50 anni. “L’amministrazione condominiale è spesso considerata, e a ragione, un modo per reinventarsi professionalmente – conferma Bica -. In alternativa, si tratta di professionisti che, ad un certo punto, hanno ravvisato in questo ambito una nuova opportunità di crescita in termini economici. Un tempo questo valeva per i ragionieri, oggi coinvolge laureati in materie tecniche come gli ingegneri”.