Scalo Porta Genova, da vuoto urbano a nuovo cuore pulsante di Milano

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Milano, nonostante le note difficoltà dovute al blocco di numerosi progetti da parte della procura, continua a dimostrare la sua vocazione alla trasformazione urbana. Il progetto di rigenerazione dello Scalo Porta Genova ne è un buon esempio. Quella che un tempo era un’area ferroviaria destinata all’abbandono e al degrado, si sta convertendo in un vibrante polo di servizi, cultura e socialità, promettendo di diventare un vero e proprio landmark distintivo nel cuore dei Navigli.

Il progetto, sviluppato da Lombardini22 in collaborazione con l’Associazione Scalo Porta Genova, che ha vinto il bando per la gestione delle aree, nasce da una convenzione a usi temporanei tra il Comune di Milano e FS Sistemi Urbani. Questa convenzione, della durata di 3 anni rinnovabili per altri due, mira a mantenere viva l’area attraverso interventi non invasivi, in attesa della riassegnazione definitiva, e a generare spazi versatili e connessi con il tessuto urbano.

Il masterplan complessivo, che si estende dal piazzale dell’ex magazzino merci fino al fondo corsa, prevede diverse nuove destinazioni d’uso che restituiscono ai cittadini uno spazio di qualità interamente dedicato al tempo libero e al benessere a 360°.

Tra i principali elementi del progetto spiccano: il Social Hub: già ultimato all’interno dell’ex magazzino merci, un bene vincolato dal Ministero. Progettato dallo Studio d’architettura Simone Menasse e completato con il supporto dello Studio Ivan Mirizzi Architetto, questo ambiente è stato interamente ristrutturato valorizzando lo stile moderno con le antiche travi in legno e le aperture originali. Il Social Hub è concepito come uno spazio polifunzionale che offre servizi di ristorazione (con bar e ristorante), un’area di coworking, ed è ideale per ospitare workshop, mostre, presentazioni di libri, eventi di moda, artistici e musicali. Ad esso si aggiunge una piazza esterna di 2.000 mq, trasformata in un’oasi cittadina ricca di verde e arredi relax, vivibile in ogni stagione.

Lo spazio urbano e il piazzale del fondo corsa: il masterplan ambisce a estendere la stessa vocazione polifunzionale, ricreativa e culturale anche al piazzale lungo il corso del Naviglio Grande. Si tratta di un piazzale semipermeabile, aperto alla città ma riparato, perfetto per attività sportive e ricreative. L’area includerà anche una sala yoga e un laboratorio di cucina.

E infine il primo Riders Hub italiano, una soluzione originale e sicuramente utile, oltre che ai riders futuri fruitori della struttura, anche al tessuto commerciale ed economico del quartiere e delle zone circostanti. Nel progetto il si tratta di una parte integrante e innovativa; i lavori inizieranno a ottobre all’interno del Metropark, il parcheggio della stazione di Porta Genova. Questo locale, con accesso da via Valenza, offrirà riparo e servizi essenziali a tutti i corrieri in bicicletta, inclusi servizi igienici, una zona lounge con punto ristoro automatizzato, prese per ricaricare telefoni e attrezzi per la manutenzione dei veicoli. All’esterno, una piccola piazza semicoperta permetterà il parcheggio e la riparazione delle biciclette in caso di maltempo.

Questa iniziativa potrebbe fare da apripista per altri progetti di riuso temporaneo, con Franco Guidi, ceo di Lombardini22, che immagina di estendere i Riders Hub in altre zone con alta concentrazione di corrieri, come Piazza XXIV Maggio o la Stazione Centrale.

L’intera visione è guidata dalla convinzione nella connessione tra persone e territorio, nella comunità attiva, nella creatività e nella condivisione del sapere, mirando al benessere sociale e all’umanizzazione degli spazi.

Lombardini22, gruppo leader nell’architettura e nell’ingegneria, ha giocato un ruolo chiave con il suo approccio multidisciplinare e la sua attività di analisi strategica pre-progetto. La rigenerazione dello Scalo Porta Genova non è solo un recupero edilizio, ma un progetto che crea valore per la comunità, trasformando un “vuoto urbano” in un polo di aggregazione e innovazione, dimostrando il potenziale del riuso temporaneo come strategia per la revitalizzazione delle città.

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