Salis (Sfre): “La rigenerazione industriale è la vera spinta per il futuro della logistica”

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Un tempo considerata un mero ingranaggio operativo, la logistica si rivela oggi una delle asset class più strategiche e dinamiche per gli investitori del settore immobiliare. In un mercato italiano in continua trasformazione, tra rigenerazione industriale, sostenibilità, innovazione tecnologica e nuove forme di occupazione degli spazi, Sfre si posiziona come uno degli attori di riferimento a livello nazionale. Quali sono, dunque, le evoluzioni principali del settore? Ne parliamo con Filippo Salis, ceo del Gruppo Sfre, che ci racconta visione, sfide e priorità future del gruppo.

Domanda: La logistica è sempre più un asset strategico per gli investitori. Quali trend principali sta osservando nel mercato italiano e quali fattori ritiene determinanti per la crescita del settore?
Risposta: Ne abbiamo parlato giusto ieri al convegno di Scenari Immobiliari, “Logistica e rigenerazione industriale. Nuovi spazi per il futuro dell’asset class”. Credo che il maggiore fattore di spinta in questo momento sia la rigenerazione industriale, che stiamo portando avanti in maniera seria insieme a tutti gli stakeholder. È questo l’elemento che darà un boost al mercato. Chiaro, bisogna creare le condizioni più favorevoli per investire sul segmento, ma da quello che abbiamo visto sappiamo già che è la cosa giusta da fare: sono i brownfield che danno rigenerazione a un tessuto industriale o urbano e possono creare un impatto positivo nel sistema logistico.

D: Il settore logistico ha mostrato grande resilienza, ma oggi affronta nuove sfide legate a sostenibilità, criteri esg e innovazione tecnologica. Come sta cambiando il vostro modus operandi per rispondere a queste esigenze?
R: Il nostro modus operandi non cambia, ormai è già strutturato, perché è sempre stato dinamico, veloce e aperto alle evoluzioni. Per quanto riguarda sostenibilità e tematiche esg, abbiamo ben chiari i parametri 2030 e i parametri 2050. Quindi più che cambiare il modus operandi, stiamo cercando di capire come accelerare e dove spingere. E il fattore che darà una maggiore spinta alla logistica, ripeto, è quello della rigenerazione. La strada è sfidante, ma noi manteniamo sempre un’attitudine positiva.

D: Anche il segmento light industrial sta guadagnando sempre più interesse. Qual è la vostra strategia su questo fronte e quali opportunità vede per il mercato italiano?
R: Vedo molto bene il light industrial: è una realtà chiara, precisa e ben definita. Ci sono sempre più grandi operatori che vogliono essere owner e occupier, e il nostro piano è quello di seguirli e accompagnarli nelle scelte strategiche. Sfre non mette in campo solo tecnica, ma anche business plan e visione nel medio-lungo termine. Le opportunità nel settore sono moltissime e gli investimenti possono essere sostenibili sotto ogni punto di vista.

D: Guardando ai prossimi anni, quali aree geografiche o tipologie di progetto rappresentano le vostre priorità in Italia?
R: Parlando di aree geografiche, credo che tutto il territorio nazionale sia molto interessante. Stiamo avendo belle soddisfazioni anche al sud, per esempio, e in generale puntiamo alle aree di consorzi industriali che hanno bisogno di rigenerazione. Per quanto riguarda le tipologie di progetto, oggi è chiaro che non c’è più soltanto la logistica, ma anche la logistica dell’energy, la logistica del dato (data center) e altre forme di investimenti. Riprendendo il discorso iniziale, la nostra strategia principale consiste nel ridare vita alle aree vecchie e dismesse. Uno dei nostri grandi obiettivi, che vorremmo realizzare il prima possibile, è quello di non affrontare più sviluppi greenfield, anche se ovviamente continueranno ad esserci, spostando il 90% degli interventi sul brownfield e il 10% sul greenfield. Oggi, a livello nazionale siamo su percentuali opposte: 80% greenfield e 20% brownfield. Dobbiamo invertire la tendenza il prima possibile.

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