Rinasce a Roma, nel cuore del quartiere Marconi, uno storico edificio industriale: all’ex marmificio Medici apre L’Opificio Italiacamp, nuovo spazio per la cultura, la formazione e l’innovazione sociale. L’ex marmificio della ditta Medici di via Luigi Pierantoni, per oltre due secoli al servizio delle grandi committenze vaticane e internazionali, torna quindi alla città grazie a un intervento di rigenerazione urbana del valore di 5 milioni di euro che ne ha riqualificato e restaurato i 2000 metri quadri complessivi, di cui oltre 800 all’aperto.
Un luogo simbolo della manifattura romana, che ha contribuito alla realizzazione delle pavimentazioni della Basilica di San Pietro, della Galleria dei Candelabri e della Cappella Sistina, così come delle cattedrali di Westminster a Londra e Saint Patrick a New York, delle sale del Quirinale, del Parlamento italiano, del Getty Museum di Malibù e dei busti della Passeggiata del Pincio. Oggi diventa uno spazio aperto alla partecipazione, restituito alla comunità grazie all’impegno di Italiacamp, impact organization che promuove progetti a impatto sociale.
Due anni di lavori
Sotto la guida dello Studio Lococo, i lavori di rigenerazione urbana sono durati quasi due anni e oggi i locali che ospitavano l’antico marmificio hanno un valore stimato di quasi 7 milioni di euro. Un progetto profondamente “conservativo” che ha valorizzato i marmi pregiati e i gessi lasciati all’interno del laboratorio dismesso. Un patrimonio che vale complessivamente quasi 500mila euro e che comprende materiali di eccezionale valore, come la lastra originale del ‘700 con lo stemma di Clemente XII, il cui rifacimento a opera della Ditta Medici accoglie ora i fedeli che giungono alla porta santa della Basilica di San Giovanni in Laterano, o un tavolo in pregiato marmo africano, ormai estinto. Ma non solo restauro, anche riutilizzo. Le lastre di marmo, i blocchi monoliti, e i frammenti conservati nel giardino prima della chiusura dell’attività del marmificio, scarti di decenni di lavorazioni, infatti, sono stati riutilizzati per le finiture per i pavimenti alla palladiana dei grandi ambienti interni, che si affiancano alle pavimentazioni originali. “Una scelta che riflette la filosofia del progetto architettonico: nulla è andato perduto. Ogni frammento, ogni dettaglio è stato recuperato e trasformato, in un dialogo continuo tra memoria, sostenibilità e innovazione” ha detto l’architetto Carlo Lococo.
La nuova vita dell’opificio si inserisce nel processo di rinnovamento urbano più ampio che sta coinvolgendo il quadrante Marconi. Un processo iniziato con il Teatro India, continuato con l’apertura del Parco Tevere Marconi, e che ora vede un nuovo rilancio grazie alla riqualificazione dei vecchi magazzini dell’Aeronautica militare di via dei Papareschi che diventeranno la nuova sede dell’Archivio di Stato e con il recupero degli ultimi edifici ancora dismessi dell’ex fabbrica Mira Lanza appena avviato dal Comune di Roma e affidato a Roma Tre. Anche l’Opificio in origine faceva parte del complesso Mira Lanza, che così a breve sarà così completamente riqualificato. L’Opificio Italiacamp rappresenta un esempio concreto di rigenerazione urbana: non solo il recupero di un edificio, ma riattivazione di connessioni, energie e valore pubblico. L’intervento ha permesso di trasformare uno spazio inutilizzato in un polo attivo e dinamico, capace di dialogare con il territorio e di generare nuove occasioni di incontro.
“L’Opificio vuole contribuire alla nuova fase di rilancio di questa zona di Roma. Una trasformazione in atto grazie a investimenti pubblici e privati e rassegne creative, cui vogliamo contribuire creando un luogo aperto, dinamico e in dialogo con il territorio” afferma Elisabetta Pessano, director de L’Opificio Italiacamp.
Il nuovo Opificio di Italiacamp
Uno spazio figlio dell’architettura industriale di inizio Novecento, dove l’eredità della millenaria tradizione marmorara romana dialoga con innesti di design contemporaneo. L’Opificio ospita spazi di formazione, un’arena centrale per incontri ed eventi, sale riunioni, aree espositive e laboratori. L’intero fabbricato è articolato in tre aree principali, ciascuna con una funzione e una storia: l’area uffici, un tempo showroom del marmificio, conserva pavimentazioni e rivestimenti originali che raccontano la maestria nella lavorazione dei marmi antichi; le sale macchine e laboratorio, con finiture industriali e gessi decorativi, diventano oggi spazi flessibili per shooting ed eventi; il piano superiore è stato rifunzionalizzato per ospitare sale dedicate alla formazione. All’esterno, un giardino di 800 mq rievoca la memoria dell’area produttiva: colonne, capitelli e decorazioni marmoree trovano nuova vita tra aiuole e zone pavimentate, in un allestimento che richiama un giardino archeologico. Le facciate e i portali esterni raccontano la storia della Ditta Medici, con architravi e stemmi papali incastonati nella muratura.
Il progetto di restauro de L’Opificio è stato reso possibile anche grazie a interventi mirati che valorizzano l’identità e l’uso contemporaneo dello spazio. L’allestimento integra soluzioni Artemide per l’illuminotecnica e Arper per gli arredi. Unidata ha garantito la piena connettività dello spazio, contribuendo a rendere L’Opificio un hub tecnologicamente avanzato.