Questa è la “mia” Milano

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“Di dove sei?”
“Di Brescia!”
“Ah, sei nato lì?”
“Si si, in provincia, a Gardone Val Trompia, ma ho sempre vissuto in città. Da bambino e da giovane”
“E ora dove vivi?”
“A Milano; da trent’anni più o meno. Su cinquanta o giù di lì”
“Ah, ecco!”
“Già… Ecco!”

Quando dico che sono immigrato a Milano so già di scatenare smorfie e qualche risantina. Ma che ne sai tu dell’immigrazione che stai a 100 chilometri da casa, e sei pure lombardo? Poco più di 80 da casello a casello, con la Brebemi, se vogliamo proprio essere precisi. Eppure!

E poi casa… Brixia Fidelis dice il motto della città. E in effetti io tifo Brescia. Rondinelle alé alé! Sarebbe stato troppo facile pescare tra Inter e Milan, così forti e vincenti, proiettate all’Europa ben prima che la città diventasse una delle riconosciute capitali del continente. Che diamine però: da bravo bresciano un po’ devi soffrire. Come minimo devi faticare: lavoro, lavoro duro, meglio se manuale…

Eppure il fragore della metropoli ha sempre esercitato su di me una forza d’attrazione che nemmeno il canto delle sirene d’Ulisse.

Ho cominciato a frequentare Milano che avevo 17 anni, per incontrare la morosa che avevo conosciuto al mare, inseguendo la sua scia sulla linea ferroviaria Milano – Venezia. Andata e ritorno in giornata, di sabato, dopo la scuola. Come poteva non piacermi Milano visto il motivo che mi ci portava? Anche se poi non mi sono mai allontanato troppo da Lambrate, dove lei viveva. Le passeggiate più lunghe prendevano strada fino a Città Studi.

Non proprio i luoghi dove manderesti un turista a conoscere le bellezze locali. Eppure.

Da lì l’Università, il lavoro, la carriera; l’amore, quello importante, la famiglia, gli alti e i bassi: la vita…

Milano è una città impegnativa: devi imparare a correre; sempre, anche quando stai andando a trascorre il tempo libero. Devi essere all’altezza. Non importa se stai scalando l’Everest o il Monte Stella: a Milano c’è posto per tutti, ma sulla cima ci devi arrivare. Milano è una città accogliente, ma devi partecipare: si lavora, ci si impegna e si sta al gioco. E Milano è una città gaudente, è fatta per il piacere, ma il piacere non è solo godimento, è anche soddisfazione e premio conquistato.

Milano chiede molto e restituisce. A volte non tutto, ma qualcosa sì.

L’impressione che mi fece da giovane fu di una piccola America, dove si potevano avere obiettivi e raggiungerli. L’età e l’esperienza si portano appresso un po’ di disincanto; normale. Eppure la sensazione di essere sulla riva a guardare un mare di possibilità che, nuotando un po’, potresti anche raggiungere, rimane.

Quando iniziai l’Università ci trasferimmo da Brescia in 7 amici. Uno è professore di statistica in California, io sono qui e gli altri 5 sono tornati in provincia. Per me il bello della provincia è che non ci vivo più, ma la guardo da lontano.

Forse per vivere a Milano ci vuole vocazione!

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