Dopo anni di deleveraging graduale e relativa stabilità, il mercato europeo dei crediti deteriorati torna a muoversi. Il biennio 2023–2024 ha segnato una fase di rinnovato dinamismo, seppur con differenze significative tra i vari paesi.
Mentre alcuni mercati come Germania e Francia mostrano segnali di aumento delle esposizioni, altri quali Italia e Spagna continuano a ridurre il rischio, confermando un contesto più eterogeneo e in evoluzione.
Secondo l’ultimo Npe report di PwC Italia “The great beyond”, nel secondo trimestre 2025 lo stock lordo di esposizioni deteriorate tra le banche significative dell’UE ha raggiunto i 373 miliardi di euro, con un rapporto medio Npe dell’1,84%, sostanzialmente stabile rispetto ai trimestri precedenti.
Tuttavia, i trend mostrano forti divergenze: Germania e Francia registrano aumenti significativi, mentre Italia e Spagna continuano il processo di deleveraging, confermando il miglioramento della qualità degli asset. La maggior parte dei deterioramenti riguarda il segmento corporate, in particolare il settore immobiliare.
Tra le principali evidenze emerse dallo studio:
- In Italia i livelli di default restano bassi: nel secondo trimestre del 2025 il deterioramento delle imprese non finanziarie si attesta all’1,9% e quello delle famiglie allo 0,5%, concentrandosi in settori come costruzioni (3,3%), retail (2,5%) e hospitality (2,3%). Il rapporto lordo Npe delle grandi banche è sceso al 2,3% rispetto al picco del 16,8% del 2015.
- Lo stock di Npe nei bilanci bancari italiani è diminuito ulteriormente, raggiungendo 51 miliardi di euroa fine 2024 rispetto ai 52,6 miliardi del 2023, confermando la prosecuzione del processo di deleveraging e il rafforzamento della qualità degli attivi.
- I volumi delle transazioni di crediti deteriorati si sono stabilizzati intorno a 20 miliardi di euro annui negli ultimi tre anni, mostrando maggiore diversificazione e sofisticazione. Le operazioni sul mercato secondario hanno acquisito profondità, confermando la maturità strutturale dell’ecosistema italiano. Le operazioni si spostano dai grandi portafogli verso modelli di partnership, con portafogli più piccoli, maggiore granularità e crediti più recenti.
- Lo stock totale di Npe in Italia (includendo anche i crediti ceduti dalle banche) è diminuito di circa 110 miliardi di euro dal picco del 2015 (-25%), ma rimangono sfide operative per la gestione di tale ammontare di crediti.
- La crescita dell’interesse verso asset class adiacenti – come Bnpl, crediti erariali e altri crediti emergenti – sta creando nuove opportunità di mercato. I crediti erariali non riscossi affidati all’Agenzia delle Entrate superano 1.200 miliardi di euro e le recenti riforme aprono alla gestione da parte di operatori privati, con un potenziale mercato fino a circa 140 miliardi di euro.
- L’industria del servicing sta vivendo una trasformazione significativa: il mercato sta evolvendo da un modello basato principalmente sul volume a un approccio industriale più strutturato, dove efficienza, scala, tecnologie avanzate e analisi dati diventano fattori decisivi per competere e creare valore.
- La collaborazione tra servicer, investitori e istituzioni finanziarie sta diventando centrale: partnership strategiche e modelli di co-investimento permettono di ottimizzare il capitale, migliorare la gestione del rischio e accelerare il trasferimento degli NPE, in particolare in mercati maturi come quello italiano.
Pier Paolo Masenza, partner deals & strategy financial services di PwC Italia, alla luce del dibattito sull’evoluzione del mercato dei crediti deteriorati, spiega: “Il mercato NPE europeo è oggi a un punto di svolta. Quello che un tempo era un business ciclico è diventato un ecosistema strutturale, più integrato, data-driven e cross-border che mai. La crescita non arriverà necessariamente da volumi maggiori di crediti deteriorati, ma da migliori informazioni, partnership più intelligenti e maggiore penetrazione geografica. Il ‘Great Beyond’ non è un orizzonte lontano: è già qui, e chi saprà anticipare i cambiamenti guiderà il valore nella gestione del credito in Europa”.



