Il 14 aprile 2025 è stato presentato ufficialmente il nuovo brand Principia evoluzione naturale del progetto Arexpo, che negli ultimi anni ha rappresentato uno dei più importanti laboratori urbani del nostro Paese.
L’annuncio non è avvenuto in un luogo qualunque, ma alla Pinacoteca di Brera, simbolo della cultura milanese e nazionale. Non si è trattato solo di un cambio di nome o immagine, ma di un vero e proprio manifesto: un nuovo modo di pensare e vivere la rigenerazione urbana, il riuso degli spazi e il valore identitario del modello italiano di rigenerazione urbana.
Expo 2015 ha rappresentato per Milano — e per l’Italia intera — un grande evento capace di catalizzare attenzione, investimenti e flussi internazionali: in questo contesto Arexpo si è occupata dell’intero ciclo di vita del sito, ivi compresa la fase più complessa ovvero quella di dare una nuova destinazione d’uso agli spazi al termine dell’evento.
Ma non solo: con il progetto Arexpo prima e, oggi, con il lancio del brand Principia, si è scelto di non disperdere quanto costruito, ma di trasformare l’eredità dell’Expo in un laboratorio permanente di innovazione, scienza, cultura e sostenibilità.
Il nome Principia non è casuale: richiama il concetto di “inizio”, di “fondamento”. Il messaggio è chiaro: qui nasce un nuovo paradigma urbano.
Si tratta di un caso emblematico di un processo oggi centrale nelle politiche urbane contemporanee: la rigenerazione urbana.
In un mondo in cui lo spazio costruito è ormai quasi saturo, l’attenzione si deve necessariamente spostare riqualificazione di ciò che già esiste, evitando sprechi, promuovendo la sostenibilità ambientale e ridando senso a luoghi abbandonati o sottoutilizzati.
Rigenerare non significa semplicemente abbellire o ristrutturare, ma ripensare le funzioni di un’area in chiave contemporanea. È un atto profondamente culturale, che coinvolge architettura, economia, sociale e ambiente. In questo senso MIND – il progetto principale curato da Arexpo sul sedime dell’esposizione universale del 2015, è un esempio concreto di come un territorio possa rinascere, grazie alla collaborazione tra istituzioni, privati, università e cittadini.
Un altro aspetto fondamentale di questo progetto è il modo in cui valorizza il patrimonio culturale e scientifico italiano. Spesso si dice che l’Italia sia un paese vecchio, ancorato al proprio passato, considerando questo legame con il passato come un minus, ma nel caso specifico si tratta del progetto che è riuscito a conciliare in modo armonioso tradizione e innovazione.
È proprio quello che accade con MIND. Il sito diventa un luogo dove la memoria dell’Expo si fonde con la ricerca scientifica, la tecnologia più avanzata e la visione culturale. Un polo dove trovano la propria “casa” istituzioni come lo Human Technopole, la sede scientifica dell’Università Statale di Milano, l’eccellenza sanitaria dell’Ospedale Galeazzi e diverse aziende legate al settore tech e biomedico. Un luogo in cui il “saper fare” italiano si manifesta con forza e ambizione.
Il tema del riuso degli spazi dopo grandi eventi è spesso problematico. Basti pensare ad altri contesti europei e mondiali in cui intere aree costruite per Expo o Olimpiadi sono oggi in stato di abbandono. L’Italia, in questo caso, lancia un messaggio diverso. Nel caso di specie, non solo si riutilizzano strutture e infrastrutture esistenti, ma si creano nuove connessioni urbane, si integrano quartieri, si dà vita a uno spazio vivo, dinamico, destinato a crescere nel tempo.
Il riuso qui non è visto come ripiego, ma come occasione per innovare, per sperimentare, per attrarre talenti. Un’occasione che viene colta anche nella sua dimensione simbolica e culturale.
Il successo del progetto MIND non si limita alla dimensione locale. Arexpo ha infatti assunto un ruolo da protagonista nel promuovere questo modello di sviluppo urbano anche al di fuori dei confini italiani, proponendolo come esempio virtuoso di rigenerazione sostenibile, collaborazione pubblico-privato e pianificazione integrata.
L’esperienza maturata nella trasformazione dell’area ex Expo è diventata una best practice internazionale, replicabile in altri contesti urbani che affrontano sfide simili: dal riutilizzo di spazi dismessi, alla necessità di creare nuovi hub di innovazione, fino alla valorizzazione del territorio attraverso la cultura e la scienza.
L’approccio adottato da Arexpo – oggi Principia – si fonda su una governance flessibile, visione a lungo termine e forte identità culturale, elementi che attraggono investitori, istituzioni e progettisti da tutto il mondo.
La scelta di presentare il nuovo logo di Principia presso la Pinacoteca di Brera non è stata soltanto una questione estetica o istituzionale. Brera, con la sua recente operazione di rinnovamento dell’identità visiva e del logo, rappresenta una metafora della trasformazione: un’istituzione storica che si proietta nel futuro senza tradire le proprie radici.
Accostare il nuovo brand a un’icona come Brera significa voler legare il progetto alla grande tradizione artistica e culturale italiana, ma anche all’idea che ogni trasformazione urbana deve avere un’anima. Non basta costruire, serve ispirare. E la bellezza, l’arte, la cultura sono elementi fondamentali per orientare l’evoluzione delle città in senso umano e sostenibile.
Il messaggio che si percepisce è chiaro: non basta costruire, bisogna trasformare con visione.
E ogni rinascita, come insegna la storia dell’arte e della scienza italiana, comincia da un principio: o meglio, da principia.
di Valentina Piuma – vai al blog virginialunare.it