Polo (Facile.it): “Taglio dei tassi Bce positivo, ma non si escludono nuove oscillazioni”

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Nonostante le incertezze del periodo, sembra quasi certo un taglio di 25 punti base da parte della Bce durante la riunione di domani 5 giugno. Facile.it e Mutui.it hanno stimato che, con questo tipo di intervento, la rata di un finanziamento variabile standard dovrebbe diminuire nei prossimi mesi di circa 17 euro, passando dagli attuali 618 euro a 601 euro. Quello di domani potrebbe essere l’ultimo taglio della Banca centrale; i futures sugli Euribor a 3 mesi (aggiornati al 28 maggio 2025) prevedono che l’indice continuerà a scendere toccando il minimo entro fine anno, con una rata che, per il finanziamento standard, arriverà a 597 euro per poi stabilizzarsi, al netto di qualche piccola oscillazione, per tutto il 2026. Sebbene una parte degli analisti veda spazio per un ulteriore taglio dopo quello di giugno, la corsa al ribasso delle rate variabili sembra essere vicina alla fine.

Meglio il fisso o il variabile?

Secondo le simulazioni di Facile.it, sul mercato sono arrivate le prime proposte a tasso variabile inferiori rispetto ai fissi; per i primi le migliori offerte partono da un tasso (Tan) del 2,53% corrispondente ad una rata di 567 euro contro il 2,66% del tasso fisso, pari ad un esborso mensile di 575 euro. Si tratta però di un vantaggio minimo, peraltro disponibile solo su alcune combinazioni di durate e Ltv; il grosso dell’offerta, per il momento, è ancora a favore del tasso fisso. Ma le cose potrebbero presto cambiare non appena le banche decideranno di tornare a spingere i finanziamenti variabili riducendo i loro spread (vale a dire il costo aggiuntivo che l’Istituto di credito applica al tasso); in questo momento, secondo l’analisi di Facile.it sulle migliori offerte disponibili online, lo spread medio applicato ai tassi variabili è vicino ai 65 punti base, mentre per i mutui fissi è al di sotto dei 30 punti base. Scegliere oggi un tasso variabile potrebbe fornire un lieve vantaggio iniziale, ma esporrebbe il mutuatario al rischio di future oscillazioni della rata; optare per il fisso, invece, permetterebbe di garantirsi un tasso comunque buono e una rata stabile per tutta la durata del finanziamento.

Nuove possibilità e impatto nel quotidiano

Ma più nel dettaglio, che cosa possiamo aspettarci nel medio termine? E quali saranno le ricadute nella vita quotidiana degli italiani? Ne abbiamo parlato con Andrea Polo, chief communication officer di Facile.it.

Domanda: Considerando che questo potrebbe essere l’ultimo taglio dei tassi della Bce, cosa possiamo aspettarci dal 2025 e dal 2026? Ci sono segnali che possano invertire il trend o riportare a rialzi dei tassi?
Risposta: Se guardiamo ai Futures sugli Euribor a 3 mesi, che rappresentano le aspettative di mercato, vediamo che l’Euribor è dato in calo nel secondo semestre per arrivare a stabilizzarsi, entro fine anno, a circa 1,75% (oggi siamo intorno al 2%). Nella prima parte del 2026 l’indice dovrebbe rimanere stabile, per poi tornare ad oscillare nel secondo semestre del prossimo anno; a dicembre 2026 è dato in aumento di una decina di punti base. Se prendiamo un mutuo variabile standard da 126.000 euro in 25 anni con Ltv al 70%, di recente sottoscrizione, la rata potrebbe scendere di una ventina d’euro entro la fine dell’anno, stabilizzarsi per la prima parte del 2026 e risalire di una decina di euro entro la fine del prossimo anno. E’ però importante ricordare che si tratta di previsioni e come tali vanno prese; nessuno ha la sfera di cristallo, peraltro il contesto in cui viviamo è caratterizzato da grandi incertezze e non è detto che la situazione non possa cambiare in futuro.

D: Le simulazioni indicano un risparmio medio di circa 17 euro sulla rata in caso di taglio di 25 punti base. Quanto è realistico pensare che le banche riversino immediatamente questo beneficio ai clienti?
R: La Bce con le sue scelte di politica monetaria intervenire sul Tasso di Rifinanziamento Principale e sul Tasso sui Depositi, ma non ha potere diretto sull’Euribor, l’indice di riferimento per i mutui a tasso variabileQuesto indice, però, tende a seguire – seppur magari con tempistiche diverse – l’andamento dei tassi Bce; pertanto, come è accaduto in passato, possiamo aspettarci che, a fronte del taglio di giugno, anche l’indice possa calare. Se questo avverrà, anche i mutui ancorati all’Euribor ne beneficeranno; il calo, naturalmente, sarà più evidente per i finanziamenti sottoscritti da poco, dove l’ammontare degli interessi da restituire è ancora significativo, mentre per chi si avvicina al termine del piano di ammortamento, la differenza potrebbe essere minima. Le tempistiche con cui le rate si adegueranno ai movimenti dell’Euribor variano anche a seconda della frequenza di aggiornamento delle rate da parte della banca; mensile se il mutuo è ancorato all’Euribor 1 mese, trimestrale se legato all’Euribor 3 mesi e così via.

D: Alla luce dell’attuale equilibrio tra fisso e variabile, cosa consiglia Facile.it per chi oggi deve scegliere un nuovo mutuo, in particolare per chi ha un’alta propensione al rischio o budget mensili molto rigidi?
R: In generale, non esiste una soluzione giusta o sbagliata, ma è importante valutare con attenzione le esigenze di ciascun cliente. In questo momento i migliori tassi variabili sono leggermente più competitivi rispetto a quelli fissi, ma la differenza è ancora minima pertanto la scelta, più che sul vantaggio economico immediato, andrebbe presa guardando ad altri elementi. Il tasso fisso dà al mutuatario la certezza che la rata resti invariata per tutta la durata del finanziamento ed è una soluzione quindi particolarmente indicata per chi non ha un’alta propensione al rischio e per chi ha una situazione reddituale (o patrimoniale) che non gli consentirebbe di vivere con serenità un possibile aumento delle rate. Il variabile, invece, è in generale più indicato per quei clienti che non hanno paura di rischiare e hanno la serenità economica per poter affrontare eventuali aumenti. Come detto, inoltre, sul mercato sono iniziate ad arrivare le prime proposte a tasso variabile con indici più bassi rispetto ai fissi, pertanto questa offerta diventa sempre più competitiva e ci aspettiamo possa crescere ulteriormente in futuro. Potrebbe essere una scelta per chi vuole scommettere su un calo delle rate nei prossimi mesi o per chi, a fronte di un tasso più basso, riesce a spuntare una somma maggiore dalla banca.

D: Un calo di 17 o 20 euro può sembrare poco per alcuni, ma ha un impatto reale per famiglie con bilanci fragili. Come dovrebbe un consumatore medio interpretare questa variazione?
R: Il fatto che i tassi calino è sicuramente una buona notizia. Per chi ha un mutuo variabile standard, 20 euro al mese in meno si traducono in un risparmio di 240 euro l’anno; peraltro, questo sarebbe solo l’ultimo vantaggio di una serie di tagli effettuati dalla Bce e che, da giugno 2024 ad oggi, hanno fatto abbassare la rata mensile media di oltre 120 euro. È una buona notizia anche per chi vuole comprare casa e chiedere un finanziamento, perché potrà accedere a condizioni migliori rispetto al passato. L’importante è confrontare con attenzione le offerte di più banche, magari con l’aiuto di un consulente esperto che possa aiutare l’aspirante mutuatario a identificare la soluzione più adatta alle proprie esigenze.

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