Patrigest: aumentano nel primo semestre gli investimenti nel settore hospitality

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Risulta favorevole, secondo l’analisi di Research & Data Intelligence di Patrigest del Gruppo Gabetti, lo scenario per il settore alberghiero e dell’hospitality in Italia, con un incremento atteso degli investimenti nel triennio 2025-2027.

Il primo semestre del 2025 ha confermato il dinamismo del settore, con circa 1,25 miliardi di euro investiti nel comparto, pari al 24% del totale degli investimenti corporate nazionali (5,1 miliardi di euro). Questo volume rappresenta la seconda migliore performance per un primo semestre, superato solo dagli oltre 2 miliardi di euro registrati nell’H1 2019. Nel 2024, l’Italia si è posizionata tra i primi paesi europei per investimenti corporate in hospitality, sia per volume (2 miliardi di euro) che per incidenza sul totale degli investimenti (20%).

Le previsioni delineate dal team di Patrigest indicano una crescita degli investimenti alberghieri del +19% nel 2025 e fino al +25% nel 2027 rispetto al 2024. Questo scenario è sostenuto da una domanda internazionale in espansione e da condizioni macroeconomiche favorevoli, tra cui un ridotto spread tra BTP italiani e Bund tedeschi, che segnala una percezione di minore rischiosità per il Paese.

Focus sulla fascia alta e operazioni value-add

Il mercato mostra un orientamento prevalente verso le strutture di alta gamma. Nel primo semestre 2025, gli hotel a 5 stelle hanno costituito oltre la metà del volume transato (54%), seguiti dai 4 stelle (38%). Questa tendenza riflette una domanda turistica consolidata: oltre il 54% dei turisti oggi sceglie hotel a 4 e 5 stelle, a fronte di un’offerta che rimane parzialmente centrata sulla fascia media. Questa discrepanza rappresenta un’opportunità di riposizionamento per molte strutture esistenti, in linea con l’interesse degli investitori per le operazioni value-add. Le acquisizioni di strutture non operative, da ristrutturare, convertire o destinate a nuovi sviluppi, hanno rappresentato il 31% nel primo semestre 2025, con l’obiettivo di realizzare hotel di fascia medio-alta e lusso per ottenere margini di profitto a lungo termine.

Tra le operazioni più significative del primo semestre 2025 si segnalano la vendita del Cesar Augustus ad Anacapri per circa 160 milioni di euro e del JW Marriott di Venezia per circa 140 milioni di euro. Gli acquirenti più attivi nel semestre sono stati gli hotel operator (40%), seguiti da fondi di private equity, investitori istituzionali, family office e sviluppatori.

Geografia degli investimenti e nuove location

La maggior parte degli investimenti nel primo semestre 2025 è stata registrata nel Nord Italia (55%), seguito dal Centro (23%), con Roma che ha generato il 17% del volume totale, e dal Mezzogiorno (22%). Oltre alla Capitale, le province con maggiore dinamismo negli investimenti includono Como (20% del volume), Venezia (17%), Napoli (15%) e Milano (12%). Le sponde del Lago di Como si confermano tra le location più ambite.

Parallelamente, si osserva uno spostamento dell’interesse degli operatori e investitori dalle primary location verso mercati emergenti o “nuovamente emergenti”. Tra queste, il Lago di Como, la Sardegna, il Lago Maggiore, la Riviera delle Palme e le Dolomiti stanno guadagnando rilevanza, attrattive per l’elevata domanda turistica e un’offerta non ancora satura.

Dinamiche del mercato turistico

Il settore alberghiero italiano è trainato da una ripresa dei flussi internazionali, con i non residenti attesi in crescita costante fino al 2027. La componente internazionale ha superato quella domestica dal 2023, rappresentando il 53% degli arrivi. Roma e Milano hanno registrato un aumento degli arrivi rispettivamente del +13,8% e +10,4% rispetto all’anno precedente, con una permanenza media in aumento e un’occupancy media all’80%. In queste città, il numero di hotel a 4 e 5 stelle è cresciuto significativamente dal 2019 (+42% a Roma, +16% a Milano). A giugno 2025, il Lago di Como ha registrato il tasso di occupancy più elevato (87%), posizionandosi prima anche per l’ADR (tariffa media per notte).

Anche il comparto extra-alberghiero si mostra in crescita, con gli alloggi gestiti in forma imprenditoriale aumentati del 120% negli ultimi dieci anni. Questo segmento è cruciale per sostenere i volumi di arrivi e presenze, contribuendo all’attrattività delle destinazioni. L’Italia si posiziona al secondo posto in Europa per numero di unità immobiliari in affitto breve. Venezia e Firenze si distinguono per i profitti medi più alti nel segmento short rent, grazie a tariffe elevate e un’occupazione favorevole.

Prospettive e contesto nazionale

Il turismo incide significativamente sull’economia italiana, rappresentando il 10,8% del PIL e il 13% dell’occupazione nel 2024, con previsioni di crescita al 12,6% del Pil e al 15,7% dell’occupazione entro il 2034. L’Italia è quinta nel mondo per numero di arrivi e quarta per ricavi dal turismo.

Guardando al futuro, entro il 2028 sono previste oltre 360 nuove aperture alberghiere in Italia, l’87% delle quali rientrerà nella fascia alta (4 e 5 stelle). Roma e Milano sono i mercati più dinamici per le nuove aperture, con la Capitale che rappresenta il 16% e il capoluogo lombardo l’11% delle nuove strutture previste.

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