Per i milanesi i turisti non sono quell’orda di barbari che invade la città rendendo ai residenti la vita impossibile. Anzi, Milano si conferma un interessante laboratorio di osservazione per le dinamiche urbane, regalando risultati inaspettati. Il quadro che emerge da un’analisi congiunta di The Data Appeal Company e Doxa, volta a esplorare la relazione tra pressione turistica e benessere percepito dai residenti, dipinge una comprensione lucida e ambivalente, caratterizzata da una visione sostanzialmente positiva dei flussi turistici in città, soprattutto sul piano economico, ma accompagnata da forti criticità legate al carovita.
I benefici economici in primo piano
La maggioranza dei residenti riconosce il ruolo del turismo come risorsa per la città. Il 71% per cento degli intervistati, infatti, concorda sul fatto che il turismo generi occupazione. Inoltre, il 64% lo considera una risorsa effettiva per l’economia locale.
Il turismo non è solo un fatto meramente economico: il 63% afferma che contribuisce a rendere Milano più viva e dinamica, riconoscendo l’energia, la vitalità e il fermento culturale che i flussi di visitatori alimentano nel tessuto urbano.
L’impatto sul costo della vita e sugli affitti
L’elemento critico maggiormente sentito è l’effetto sull’inflazione e sui prezzi. Il 77% dei residenti ritiene che il turismo concorra all’aumento del costo della vita, includendo gli affitti, i prezzi dei beni e dei servizi. Questo tema risulta particolarmente rilevante in una città in cui il carovita incide significativamente sulla qualità della vita quotidiana.
Nonostante il forte legame percepito con l’inflazione, l’aumento del turismo (15%) e la crescita degli affitti brevi (18%) non sono indicati come motivo principale di peggioramento della qualità della vita, venendo superati dal costo della vita stesso (83%) e dalla sicurezza pubblica (86%).
L’indagine rileva come l’uso crescente di piattaforme per affitti brevi sia un fenomeno associato all’aumento dei costi di affitto e allo spostamento dei residenti dalle aree centrali.
Pressione turistica e qualità della vita nei municipi
L’analisi integrata dei dati di pressione turistica (Data Appeal) e della qualità della vita percepita (Doxa) dimostra che non esiste una correlazione lineare e uniforme tra i due fattori nei diversi municipi.
Municipio 6: un equilibrio riuscito
Il Municipio 6 (Barona / Lorenteggio / Navigli), pur registrando una pressione turistica medio-alta, si configura come un esempio di equilibrio urbano e riqualificazione. La qualità della vita percepita resta alta, grazie alla valorizzazione degli spazi verdi e della pedonalità, che non compromettono la vivibilità quotidiana. In quest’area, la vitalità urbana è percepita come un elemento qualificativo e non generatore di stress.
Municipio 3: stress da sovrapposizione di funzioni
Al contrario, il Municipio 3 (città studi / lambrate / porta venezia) è un esempio di pressione turistica medio-alta associata a una bassa qualità della vita percepita. Questa zona, attrattiva per cultura, università e movida, paga il prezzo di una sovrapposizione intensa di funzioni che genera rumore, traffico e affollamento. I problemi infrastrutturali, come il trasporto pubblico e la congestione, contribuiscono allo stress urbano percepito dai residenti.
Bassa pressione, bassa qualità: il fattore servizi
La bassa pressione turistica non garantisce necessariamente un’alta qualità della vita. Nel Municipio 5 (vigentino / chiaravalle / gratosoglio), ad esempio, la pressione turistica è scarsa, ma i residenti lamentano criticità diffuse come trasporti carenti e spazi pubblici poco curati, portando a una bassa qualità della vita percepita.
I dati suggeriscono che l’influenza del turismo sulla qualità della vita dipende dalla capacità del territorio di gestire i flussi in modo equilibrato. In alcuni casi, addirittura, un certo livello di affluenza può rafforzare i servizi. Al contrario, se l’eccessiva concentrazione dei flussi non è gestita, può compromettere l’equilibrio urbano e la vivibilità.