Ospitalità religiosa risorsa popolare per il Giubileo e non solo

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Per il Giubileo Roma attende 35 milioni di persone, eppure i dati al momento sono piuttosto discordanti. Quelli nazionali parlano di 146,3 milioni di arrivi in Italia in tutto il 2025, 6,6, milioni in più quindi un anno d’oro per il turismo in Italia (Ansa), ma Roma sembra, almeno per il momento, non avere fatto il botto.

Le ragioni possono essere diverse: ciclicamente quando una città ospita un grande evento perde turismo tradizionale ma lo recupera l’anno successivo, perché diverse persone evitano la folla e temono rincari.

I pellegrini invece a Roma ci vanno e scelgono forme diverse da hotel e short rent, puntando spesso sull’ospitalità religiosa, comparto che sta diventando a conti fatti una risorsa popolare.

Secondo l’annuale Rapporto sullo stato dell’accoglienza religiosa non-profit in Italia, che considera chi viaggia per motivi spirituali, turistici, lavorativi e di studio e soggiorna in case per ferie, conventi, monasteri, istituti, residenze universitarie, case religiose e così via, il settore dispone di 190.000 posti letto distribuiti in 2.940 strutture in tutta Italia, un po’ meno rispetto agli anni precedenti, perché alcune strutture sono state riconvertite, soprattutto in senior housing

Come si legge sull’estratto del rapporto, l’invecchiamento della popolazione spinge infatti diocesi, ordini e congregazioni ad orientarsi con sempre maggiore attenzione verso un settore lasciato scoperto dall’imprenditoria commerciale. 

Lazio e Roma sono le regioni dove c’è più disponibilità, rinforzate con il Giubileo: 32.897 posti letto suddivisi in 518 strutture. A seguire il Veneto con 22.115, la Lombardia con 16.834 e l’Emilia-Romagna con 15.730. Con la popolazione, la situazione si ribalta ed emerge la Valle d’Aosta con un posto letto dell’ospitalità religiosa ogni 39 abitanti, seguita dalla francescana Umbria (1 ogni 74), dal Trentino-Alto Adige (1 ogni 133) e dalle Marche (1 ogni 140).

Cambia anche il rapporto con la tecnologia: nel 70% dei casi l’ospitalità religiosa è dotata di Wi-Fi per gli ospiti. Le altre non sono rimaste indietro, ma per scelta mantengono un approccio “offline”, che è una delle caratteristiche particolari di questa offerta ricettiva. Ne è prova il fatto che si tratta quasi sempre di strutture situate in collina o in montagna, luoghi dove si desidera “staccare la spina” e ritrovare il proprio io spirituale.

C’è anche la questione del vitto, perché il 46% delle strutture offre la pensione completa o la mezza pensione, rendendo l’esperienza più completa. Una tradizione che oggi è anche “contaminata” grazie alla presenza sempre più importante di religiosi e religiose provenienti da altri continenti.

Non si può parlare di turismo religioso senza parlare dei cammini. I cammini sono tra i più gettonati, sia per chi li percorre in modo laico, sia per chi affronta i più famosi itinerari religiosi d’Italia, su tutti la Via Francigena. 

Terre di Mezzo ha pubblicato un report sui numeri di Italia, Paese di Cammini, rilevando che, su un campione di circa 4.600 persone, l’11% ha percorso il Cammino di Santiago e l’8% la Via Francigena.

Il 46% delle persone dorme in appartamento, il 38% in bed and breakfast, l’8% in ospitalità diffusa, il 26% in ostelli (di cui il 19% in ostelli per pellegrini e il 7% in ostelli generici) e il 16% in ospitalità privata. Il 12% sceglie alberghi o hotel, il 4% agriturismi, mentre il 6% opta per l’ospitalità religiosa (4% donativo, 2% a pagamento).

Nel 28% dei casi la spesa media è compresa tra i 40 e i 50 euro; la fascia tra i 30 e 40 euro rappresenta il 27%, seguita da un 24% tra 50 e 100 euro. Solo il 3% spende più di 100 euro al giorno.

In questo contesto spicca la Via Francigena, che nel 2024 ha confermato una forte presenza internazionale. Il numero delle credenziali Aevf (Associazione europea delle vie Francigene) distribuite è stato di 14.595, con il gruppo di camminatori più numeroso costituito dagli italiani, seguiti da Francia e Us.

L’accoglienza dei pellegrini a Roma, da maggio 2024 e per tutto il 2025, per il Giubileo, è comunque in crescita: nel 2024 i pellegrini che hanno ricevuto il Testimonium a San Pietro sono stati quasi 6.000, contro i 3.319 del 2023, un numero più che raddoppiato e destinato ad aumentare entro la fine dell’anno giubilare.

Il punto è che l’ospitalità religiosa è meno costosa ed è particolare, perché  scelta da una precisa tipologia di persone. Pur avendo un impatto molto importante sul turismo in generale in Italia, bisognerà capire a fine anno i prezzi medi degli affitti brevi a Roma, con alcune crescite e successive discese, incideranno sulla scelta del turista religioso, e se si confermerà il trend per cui, di solito, dopo un anno con un grande evento, il turismo subisce un calo per poi risalire l’anno seguente.

Ciò che emerge è un comparto, quello dell’ospitalità religiosa, che a oggi riesce a offrire accoglienza anche a chi ha poche risorse ma non vuole negarsi un pellegrinaggio o, perché no, un viaggio. Lo confermano le parole del presidente dell’Associazione ospitalità religiosa italiana, Fabio Rocchi: “Questo settore dell’accoglienza, poco conosciuto e non paragonabile ad altri comparti dell’ospitalità, merita sempre più l’attenzione del pubblico indistinto — credente o meno — per la capacità che ha di rinnovarsi, mantenendo però quella costante attenzione nei confronti degli Ultimi, grazie alla redistribuzione degli introiti nelle opere caritatevoli e assistenziali in Italia e nel mondo.”

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