Napoli si pone al centro del dibattito nazionale sull’urbanistica, presentando i risultati del primo anno di lavoro sul nuovo Piano urbanistico comunale (Puc) e delineando un’ambiziosa agenda di politiche urbane. L’evento, tenutosi all’Albergo dei Poveri, ha riunito istituzioni, esperti e rappresentanti del mondo produttivo, segnando un momento chiave per il futuro sviluppo immobiliare e sociale della città.
Un piano partecipato per la qualità dell’abitare
Promosso dal sindaco Gaetano Manfredi e dalla vicesindaca e assessora all’Urbanistica Laura Lieto, il nuovo Pec è il frutto di un processo partecipativo che ha coinvolto oltre 100 stakeholder, tra associazioni di categoria, sindacati, imprenditori, enti del terzo settore, scuole, università e gruppi informali. Questo approccio inclusivo mira a garantire che il piano risponda realmente alle “istanze delle comunità locali” e ai “bisogni reali di chi abita i territori”, come sottolineato dai due amministratori.
Il lavoro ha già portato all’aggiornamento del documento preliminare del nuovo Piano, affiancato da tre varianti operative di immediato impatto. La prima mira alla tutela della residenzialità nel centro storico, un tema cruciale per preservare il carattere abitativo di una delle aree più pregiate. La seconda riguarda la riforma delle attrezzature di quartiere, essenziale per migliorare i servizi e la vivibilità delle aree urbane. E infine la terza è dedicata alla semplificazione dell’attuazione degli ambiti del Piano regolatore generale, un passo fondamentale per accelerare i processi di sviluppo e rigenerazione.
Progetti strategici per la rigenerazione urbana
In coerenza con la visione complessiva di sviluppo futuro di Napoli, l’amministrazione ha già concretizzato importanti accordi e varianti urbanistiche, che rappresentano direzioni chiave per il settore immobiliare. In particolare:
• Riqualificazione di scali ferroviari: due accordi di programma per la riqualificazione dei principali scali ferroviari, Porta Est (nodo Garibaldi) e Deposito Linea 6 (Area Campegna-Diocleziano), prevedono la trasformazione di aree strategiche, potenzialmente aprendo a nuovi sviluppi residenziali, commerciali e di servizio.
• Cittadella della Polizia a Miano: l’accordo per la realizzazione della cittadella della polizia nella caserma Boscariello a Miano rappresenta un significativo intervento di riuso e valorizzazione di un’ampia area.
• Fondo Napoli con MEF-Invimit: una variante sui beni del patrimonio comunale è propedeutica alla creazione del Fondo Napoli, in collaborazione con MEF-Invimit. Questa iniziativa potrebbe sbloccare nuove risorse e opportunità per la gestione e la valorizzazione del patrimonio immobiliare pubblico.
• Rigenerazione delle Vele di Scampia: la variante urbanistica per il programma Re-Start Scampia è un passo decisivo per la rigenerazione delle iconiche Vele, un progetto con un forte impatto sociale e urbano.
• Ex Nato di Bagnoli: è stato definito il Piano Urbanistico Attuativo per il complesso della Ex Nato di Bagnoli, un’area di enorme potenziale e centralità per lo sviluppo futuro della città.
• Complesso degli Incurabili: una variante urbanistica è stata approvata per la riqualificazione del complesso degli Incurabili, un’altra iniziativa che punta alla valorizzazione del patrimonio esistente.
Queste iniziative, frutto di un “lavoro complesso svolto dalla commissione Urbanistica in sintonia col consiglio comunale”, rispondono a una logica di “riqualificazione e rigenerazione di partizioni urbane di grande rilevanza strategica”.
Visione a lungo termine
La giornata si è conclusa con una tavola rotonda nazionale che ha approfondito temi cruciali per lo sviluppo urbano sostenibile, tra cui il diritto alla casa, l’industria green, la transizione energetica e le politiche di ruralità.
Manfredi ha ribadito l’importanza di un confronto continuo e attento alle esigenze dei territori, sottolineando che parlare di PUC significa “ragionare sul lungo periodo” e affrontare questioni strategiche come la transizione ecologica, le infrastrutture, il diritto all’abitare e la crisi occupazionale.
La vicesindaca ha enfatizzato come il nuovo piano sia un’opportunità per definire un’agenda di politiche urbane che possa fungere da modello a livello nazionale, mettendo al centro “i diritti e i bisogni reali di chi abita i territori”. L’obiettivo dichiarato è “costruire una visione di lungo periodo che rimetta la qualità dell’abitare e l’equità territoriale al centro della trasformazione urbana di Napoli”.