Il nuovo complesso Manifattura Bulgari a Valenza è un progetto che valorizza, ricostruendolo e ampliandolo, un edificio di importanza storica e simbolica risalente al 1860, considerato il primo laboratorio orafo in Italia. Si rinnova in chiave architettonica contemporanea il luogo di rappresentanza del marchio, simbolo della continuità con la tradizione orafa valenzana.
Il progetto, firmato dallo studio Open Project di Bologna, pone al centro proprio questa capacità di farsi ponte tra tradizione e innovazione, ma anche tra linguaggi differenti. Per risolvere le diverse funzionalità, l’arredo degli spazi è stato affidato alla competenza di Tecno, brand leader nel settore furniture: negli uffici direzionali si riconoscono i suoi arredi iconici, più volte vincitori di premi internazionali, ultimo il Compasso d’Oro 2016.
L’intervento si sviluppa su una superficie complessiva di 15.000 mq ed è articolato in due edifici dai caratteri architettonici volutamente differenti. L’anima legata alla tradizione si esprime nella valorizzazione di un edificio esistente dalla grande importanza storica e simbolica: l’ottocentesca Cascina dell’Orefice (nella foto di Luca Capuano), ampliata grazie ad una struttura interamente in vetro che riprende in chiave contemporanea la sagoma originale.
“La cosiddetta Glass House – spiegano i progettisti – si sviluppa in uno spazio complessivo di 1.200 mq è alta 13 metri. Dotata di spazi istituzionali e di accoglienza, rappresenta sia la forte identità storica del luogo che l’inconfondibile visione della Maison Bulgari, che parte dal recupero della tradizione per guardare con slancio verso il futuro”.
Il secondo complesso, che ospita la manifattura, è distribuito su tre livelli sviluppati intorno ad una corte interna di circa 600 mq che garantisce agli interni un grado di illuminazione naturale altissimo. Lo stabilimento è interamente avvolto da una pelle metallica, sintesi tra estetica e funzionalità, con una distanza di circa 6 metri, garantendo un pieno accesso alla luce naturale, un’assenza di barriere visive verso la natura circostante e al contempo un adeguato livello di privacy e sicurezza, nonché di armonia estetica della struttura.
di Danilo Premoli – Office Observer