Sul totale di 3,1 miliardi di euro investiti in commercial real estate nel primo semestre 2024, l’asset class che ha registrato i volumi d’investimento più elevati è stata hotels, con oltre 690 milioni di euro investiti (+240% rispetto allo stesso periodo del 2023), per un totale di quasi 1 miliardo di euro da inizio anno (+92% rispetto allo scorso anno).
I dati sono frutto dell’analisi di Cbre, che sottolinea come i volumi siano stati guidati da importanti operazioni su hotel di lusso a Venezia, Roma e sul lago di Como, caratterizzate da elevati prezzi per camera e confermando il forte appetito degli investitori per le destinazioni leisure di maggiore prestigio.
Il lusso spinge quindi l’hospitality nel paese, con Roma seconda al mondo per nuove aperture di strutture di lusso, tanto che si stima per il 2025 un aumento delle camere extra lusso del 30% e un raddoppio nei prossimi 5 anni (Fonte Luxury travel intelligence).
Tra la fine del 2024 e il 2025 è infatti attesa l’apertura di 11 alberghi nella capitale, che aggiungeranno 1500 camere all’offerta 5 stelle della città.
Inoltre, Roma si prepara ad accogliere grandi catene del pregio come la maltese Corinthia, la francese Leitmotiv il Four Season pronto a sbarcare a Palazzo Marini di Piazza San Silvestro e Mandarin Oriental con la riconversione di 10 villini ex Unicredit di via Boncompagni, un progetto che vedrà la luce nel 2026.
L’approdo delle catene è, comunque, un affare nazionale, perché l’Italia è uno dei paesi europei con la minore penetrazione di catene, 21,5% per camere di catene e 7,4% per hotel di catena. Per quanto riguarda il fatturato, gli alberghi 5 stelle generano il 26% dei ricavi hospitality, 6,6, miliardi di euro.
In Europa 10 mld di investimenti nell’hospitality nell’H1 ‘24
In termini di investimento, dall’hospitality market snapshot Italy 2024 di PwC si evince che tra le asset class real estate, quella alberghiera godrà di buona salute nel corso del prossimo biennio 2025-2026, con l’Europa che rivestirà un ruolo di catalizzatore d’espansione.
La prima metà del 2024 ha fatto registrare in Europa volumi di investimento pari a 10 miliardi di euro, con il comparto hospitality che ha visto un totale di 950 milioni di euro investiti, segnando un aumento significativo rispetto allo stesso periodo del 2023.
Nel primo semestre 2024 l’ospitalità ha rappresentato il 30% degli investimenti immobiliari commerciali, divenendo la classe di attività leader (storicamente gli investimenti in uffici rappresentano la quota maggiore).
Come visto, il settore del lusso è quello che ha mostrato la crescita più significativa con un incremento del 30% di hotel luxury, che hanno fatto diventare Roma la seconda città al mondo dopo Londra per numero di aperture di alberghi di pregio. Nel prossimo triennio PwC stima quindi un’ ulteriore crescita del 30% fino ad arrivare al raddoppio nei prossimi cinque anni.
Giubileo e Olimpiadi invernali spingono il turismo
A pochi giorni dall’apertura della Porta santa, che ha ufficialmente dato il via al giubileo 2025 è già diatriba sui numeri degli arrivi. Il Vaticano ha stimato 32 milioni di presenze, di cui mezzo milione già arrivati la vigilia di Natale, mentre altre fonti parlano di oltre 50 milioni di persone che affolleranno la capitale, naturalmente diluite nel corso dell’anno santo.
Seppur più contenute nei numeri, per le Olimpiadi Milano-Cortina sono previsti 513 mila arrivi, +34% rispetto allo stesso periodo del 2023, per 1,8 milioni di presenze ed una spesa turistica di 281 milioni di euro.
Le stime sono frutto dell’analisi Isnart – Unioncamere, secondo cui, per entrambi gli eventi, emerge un rischio overbooking: molto elevato per il giubileo, in considerazione dei 400 mila posti letto di attuale capacità ricettiva che già oggi presentano un tasso di occupazione medio annuale del 66%; probabile per Milano-Cortina, considerati gli attuali 250 mila posti letto con un tasso di occupazione medio nel periodo del 63%, parzialmente mitigato dal fatto che le maggiori presenze si distribuiranno in un territorio più ampio.
Stima di 458,5 milioni di turisti nel 2024
Secondo il centro studi turistici di Firenze per Assoturismo Confesercenti, il 2024 si dovrebbe chiudere con oltre 458,5 milioni di presenze, in aumento del +2,5% sul 2023.
Il turismo interno, caratterizzato da una lunga fase di rallentamento collegata probabilmente alla perdita del potere di acquisto, potrebbe infatti chiudere con una flessione stimata del -2,8% di presenze e del -2,9% di arrivi, portando i valori complessivi rispettivamente a 207 milioni e 63,8 milioni. In netta controtendenza l’andamento dei visitatori stranieri, che chiuderebbero con circa 251,5 milioni di presenze (+7,4%) e 72,1 milioni di arrivi (+6,3%).
Per quanto riguarda gli andamenti delle diverse tipologie di prodotti turistici, gli unici ad evidenziare una leggera crescita sono il balneare e il termale. Un aumento più consistente è stimato, invece, per le aree dei laghi (+6,5%), della campagna/collina (+5,8%), delle città d’arte (+3,6%) e della montagna (+2,5%). In leggera flessione il risultato delle località classificate ad “altro interesse” (-0,5%).
Per quanto riguarda le stime per il 2025, secondo l’analisi il risultato di fine anno conferma la solidità del sistema di offerta turistica italiano. Rimane però qualche incertezza sull’andamento del mercato nella prima parte del 2025.
È probabile che il rallentamento della domanda, già rilevato alla fine del 2024, continui anche nel primo trimestre 2025, seguito però da una nuova accelerazione nel corso dei mesi successivi.
Infatti, da un sondaggio condotto del centro studi turistici per Assoturismo Confesercenti presso un campione di 1.225 imprenditori della ricettività, risulta che il 62% degli intervistati per la prima parte dell’anno prevede di registrare un trend di stabilità del mercato.
Invece, le aspettative del 15,1% del campione sono di un aumento della domanda, contro il 22,8% che prevede una leggera contrazione del mercato. In generale, gli imprenditori che hanno manifestato una maggiore preoccupazione sono quelli attivi nelle località del prodotto balneare e del termale. Invece, un minor pessimismo traspare dagli imprenditori delle aree di montagna e della campagna/collina.