Laurearsi conviene, ma non per tutti

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Nel 2024, i lavoratori laureati hanno percepito una Ral media di 41.716 euro, contro i 30.063 euro dei non laureati. Il vantaggio economico si attesta a circa 12.000 euro, pari a un +39%. Il gap cresce con l’età: tra i 45 e i 54 anni un laureato guadagna in media il +58% in più rispetto a chi non ha un titolo universitario.

Nella fascia 25–34 anni, i laureati in ingegneria chimica, nucleare, meccanica, gestionale e informatica guadagnano più della media di 33.527 euro. Chi ha studiato scienze storiche e filosofiche registra retribuzioni inferiori anche del −8% rispetto alla media.

I dati sono frutto dell’University report 2025 dell’osservatorio JobPricing, indagine sul valore economico della laurea in Italia, che confronta le retribuzioni reali percepite dai lavoratori in funzione del titolo di studio, dell’area disciplinare, dell’ateneo di provenienza e dell’esperienza maturata nel mercato del lavoro.

Bocconi guida la classifica delle Ral più sostanziose

La Bocconi è l’università con la Ral media più elevata: 41.375 euro, pari a un +23% rispetto alla media. Seguono il Politecnico di Milano (38.171 euro, +14%), la LUISS (37.258 euro, +11%) e l’Università Cattolica (37.159 euro, +11%). Anche alcuni atenei pubblici del Mezzogiorno si posizionano sopra la media, tra cui la Federico II di Napoli (36.640 euro, +9%) e l’Università dell’Aquila (36.545 euro, +9%).

Un laureato in sede alla Bocconi impiega 12,2 anni per recuperare l’investimento; il dato sale a 14,3 anni per uno studente fuori sede. Al Politecnico di Milano servono 12,4 anni (15,1 anni per i fuori sede). Nei casi meno favorevoli, come Roma Tre, si arriva fino a 23,1 anni per i fuori sede.

Sovraistruzione e dinamiche di crescita

Il 27% degli occupati svolge un lavoro che non richiede il titolo posseduto. La percentuale supera il 40% tra gli under 35.

Se la Bocconi garantisce i livelli retributivi iniziali più alti, sono atenei come Messina (+122,5%), Brescia (+82,2%) e Pavia (+78,9%) a registrare la crescita salariale più ampia tra i 25–34enni e i 45–54enni.

Matteo Gallina – responsabile Osservatorio JobPricing, commenta: “L’edizione 2025 dello University Report fornisce chiare indicazioni su quanto un livello di istruzione elevato sia fortemente abilitante a una carriera retributiva significativa. I dati evidenziano come la laurea non generi di per sé retribuzioni più elevate, ma sia un veicolo attraverso il quale la persona può accedere con maggiore facilità a opportunità, ruoli e qualifiche più redditizie. Chi sceglie di investire in un percorso accademico non ha quindi un ritorno economico immediato, ma lo può ottenere nel lungo periodo, per avere già nelle fasi centrali della carriera compensi più significativi di chi invece non consegue questo titolo di studio”.

Andrea Anselmi, consultant JobPricing, conclude: “Il report conferma con forza quanto l’istruzione terziaria rappresenti oggi un investimento cruciale non solo per il futuro dei singoli, ma per la competitività del nostro intero sistema economico. In un mercato del lavoro sempre più esigente e polarizzato, la laurea continua a offrire vantaggi significativi in termini di occupabilità, retribuzione e crescita professionale. Tuttavia, il report evidenzia anche alcune criticità: disallineamenti tra offerta formativa e domanda di competenze, marcate disuguaglianze territoriali e una scarsa valorizzazione delle competenze nei primi anni di carriera. Serve un’azione coordinata tra università, imprese e istituzioni per colmare questo gap, promuovere l’integrazione tra studio e lavoro, e rafforzare il legame tra capitale umano e sviluppo sostenibile”.

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