Posta su un crinale tra il costruito e la campagna, circondata da campi di graminacee, la “Casa di Confine” è la residenza privata realizzata da Simone Subissati Architects a Polverigi, tra le colline vicine ad Ancona. Una casa “attraversata” dal paesaggio, che ricerca forme di permeabilità nello spazio e nella natura.
Il progettista ha disegnato una architettura dalle forme nette e precise, che mette in dialogo l’ortografia della costruzione tradizionale e la sperimentazione di diverse espressioni compositive, dalla evidente anima concettuale, fatta non di lusso o di sfarzo, ma di spazio, libertà e flessibilità d’uso. La struttura è in acciaio con l’eccezione del volume che ospita lo spazio aperto del piano superiore, realizzato in legno lamellare.
Il prolungato corpo di fabbrica dalla forma rettangolare, coperto da una doppia falda asimmetrica, si sviluppa da est a ovest ponendosi in diretta relazione con il contesto; la presenza di numerose aperture, diverse nella foggia e nella funzione, caratterizza l’abitazione come un dispositivo di relazione tra il paesaggio collinare e lo spazio domestico: non c’è recinzione a separare la casa dall’intorno, l’erba arriva fino al perimetro della casa, circondata solo dalla minima superficie di pavimentazione esterna.
Il piano terreno, dedicato alla zona giorno, è caratterizzato dal rivestimento di un rosso intenso (il corpo è in ferro verniciato con un primer antiruggine); un’ampia porzione centrale del volume è lasciata libera e attraversabile da parte a parte. Il piano superiore, che oltre a ospitare la zona notte dispone di un ampio spazio aperto contenuto da un telaio leggero, vestito con una membrana microforata, si distingue per il colore bianco candido che a sera si illumina completamente e lo trasforma in una sorta di grande apparecchio luminoso.
Non allacciato alla rete gas metano, l’edificio beneficia di una bioclimatica passiva che permette un guadagno termico nei mesi freddi e un raffrescamento naturale nei mesi caldi (non è prevista aria condizionata). Una rete di raccolta delle acque meteoriche rifornisce le cisterne interrate per la riserva idrica (foto Alessandro Magi Galluzzi).