L’arte di strada seduce un numero crescente di collezionisti e comincia ad avere effetti sulle valutazioni del real estate. Basti pensare a città come New York, Londra, Berlino, Parigi e alle rivalutazioni immobiliari registrate negli angoli prescelti dagli artisti di strada (come i quartieri di Tribeca e Brooklyn a New York, a Camden a Londra, a Le Marais e Vitry sur Seine a Parigi o Kreuzberg, Friedrichshain e in generale a tutto l’East Side di Berlino).
Anche in Italia – dove per la verità writers o street artists sono considerati ancora per lo più imbratta muri – si inizia a registrare un interesse del mercato immobiliare in palazzi con opere di street art. Spesso sono gli stessi proprietari di immobili o di appartamenti ora a richiedere agli artisti di strada di decorare i propri muri con le loro opere.
Importanti marchi stanno vedendo nella street art un veicolo pubblicitario per celebrare il lancio di un nuovo prodotto. Ikea, invece, nell’ambito del progetto Ikealovesearth è ricorsa a una street art performance per comunicare il proprio impegno contro l’inquinamento e in generale per sensibilizzare il pubblico dando un messaggio di sostenibilità.
Non mancano poi i casi in cui chiese, curie, conventi, ospedali, scuole, aziende municipalizzate e alberghi o Comuni hanno chiesto ad artisti di strada di valorizzare pareti e, in genere, spazi.
In ambito ecclesiastico si ricorda l’enorme murale Tuttomondo di Keith Haring sulla Chiesa di Sant’Antonio Abate a Pisa realizzato nel 1989. Un altro esempio è offerto dal progetto di riqualificazione urbana realizzato con dei murales di Pao che ha coinvolto un lungo muro esterno e un magazzino sito nel cortile interno dell’Istituto Ortopedico Gaetano Pini di Milano.
A Milano nel 2015, A2A e Fondazione Aem, in collaborazione con il comune di Milano, hanno creduto all’idea Energy Box sostenendola con convinzione nell’ambito del progetto di arredo urbano Urban Art Renaissance. Il progetto ha coinvolto più di cinquanta artisti di fama internazionale selezionati da A2A e Fondazione AEM con la supervisione del critico d’arte e ordinario di storia dell’arte moderna al Politecnico di Milano Flavio Caroli. Oltre centocinquanta centraline semaforiche sono state così trasformate, da elementi neutri di arredo urbano indispensabili per il funzionamento fisiologico di una città, in vere e proprie opere d’arte.
Gli esempi sono molti, spesso incentivati dalle pubbliche amministrazioni, e pur essendo ancora difficile non è impossibile stabilire parametri oggettivi di correlazione tra street art e valore degli immobili. Tra i parametri da considerare il primo riguarda la fama dell’artista. Altre variabili sono invece la liceità dell’opera e la tecnica utilizzata.
Un recente studio dell’Università di Warwick ha dimostrato come quartieri che hanno una percentuale più elevata di arte urbana come murales, sculture esterne o addirittura eventi artistici locali abbiano sperimentato un aumento del valore di mercato.
Insomma, la misura della correlazione tra opere di street art e murales e valore degli immobili non è ancora del tutto definita, ma che esista è ormai cosa assodata.
di Annapaola Negri-Clementi e Filippo Federici – Negri-Clementi Studio Legale Associato