Esito di un concorso internazionale che ha visto il progetto assegnato a Studio Transit con Enzo Pinci, più che un edificio l’Angelini Headquarter rappresenta una misura urbana, che comprende uffici e servizi, un asilo, un auditorium, due piani di parcheggi interrati (anche ad uso pubblico): funzioni collegate tra loro attraverso una attenta e calibrata articolazione degli spazi interni, dei giardini e degli atrii.
Localizzato a Roma nel quartiere Appio Tuscolano, in un’area di circa 12.600 mq, il complesso dell’azienda farmaceutica ha previsto l’adeguamento e il rinnovamento della sede originaria del gruppo tramite un intervento di ristrutturazione edilizia in demolizione e ricostruzione che ha portato ai nuovi uffici.
Alcuni elementi dell’edificio originario sono ripresi, ma imprimendo a questi uno scatto verso valenze contemporanee con forme organiche caratterizzate da un accentuato dinamismo. Della sede originaria, testimonianza di archeologia industriale, si è scelto di continuare a far vivere due aspetti, uno urbanistico ed uno architettonico. L’edificio preesistente si configurava come un organismo ad “L” impostato sul margine stradale, a richiudere l’isolato su due lati. Con il nuovo progetto tale impianto planimetrico viene ribadito ed ampliato realizzando il completamento della perimetrazione del lotto su tutti e tre i fronti stradali. Ma la continuità del fronte viene negata sezionando idealmente il volume con l’obiettivo di creare quattro blocchi distinti divisi da varchi di circa 10 metri in cui vengono inserite aree verdi private, con il triplice obiettivo di incrementare l’aerazione e la luce naturale negli spazi interni, connettere visivamente lo spazio privato della corte con gli spazi pubblici della città, consentire l’autonomia funzionale di singole parti dell’edificio.
Dal punto di vista architettonico si è scelto di mantenere l’impianto di facciata preesistente ribadendo il sistema di pieni e vuoti delle finestrature e la sua matericità sul fronte stradale, preservando così la memoria della natura industriale dell’edificio costruito nel dopoguerra. L’intero organismo è cucito da un elemento sopraelevato che nasce sul lato di viale Amelia, dove è localizzato l’ingresso principale al complesso, e si espande sopra il resto dell’edificio, inglobando e dando unitarietà alle singole parti. Tale volume “ponte”, che ospita gli uffici della presidenza e dell’alta dirigenza, realizza la connessione funzionale dei quattro blocchi operativi e completa la perimetrazione del lotto.
La parte centrale della nuova edificazione è rappresentata da una zona polifunzionale direttamente relazionata a tutto il complesso e si configura come il cuore dell’edificio: gli spazi di incontro, di relazione, di riflessione, di riposo, di comunicazione, trovano collocazione in un volume volutamente complesso, dinamico, luminoso e strettamente connesso con il ponte, con i blocchi uffici e con l’esterno, a sua volta caratterizzato dall’inserimento di prati, alberature, vasche d’acqua, fontane.
Si realizza dunque un sistema unitario inframmezzato da una sequenza verde di giardini che, oltre a costituire affacci gradevoli, migliorano la qualità del luogo di lavoro, contribuendo, con un nuovo microclima, ad ottenere le condizioni ottimali per operatori e impiegati. Non mancano l’attenzione al contenimento dei consumi e la certificazione Leed.
di Danilo Premoli – Office Observer