Con 172 voti a favore e 41 contrari, la Camera ha approvato il SalvaMilano, “disposizioni di interpretazione autentica in materia urbanistica ed edilizia”.
L’obiettivo era di sciogliere il nodo sulla prassi adottata dal comune di Milano – contestata dalla procura – secondo cui è possibile costruire un edificio nuovo completamente diverso usando una Scia, equiparandolo così a una ristrutturazione.
A luglio, a seguito della decisione della procura di contestare la prassi di Palazzo Marino, la situazione si era surriscaldata, con l’incaglio di diversi cantieri e le società che minacciavano di trasferire gli investimenti altrove.
Per sbloccare la situazione il SalvaMilano ha quindi richiamato una legge del 1942 secondo cui ‘l’approvazione preventiva di un piano particolareggiato o di lottizzazione convenzionata non è obbligatoria nei casi di edificazione di nuovi immobili su singoli lotti situati in ambiti edificati e urbanizzati, di sostituzione, previa demolizione, di edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati e di interventi su edifici esistenti in ambiti edificati e urbanizzati che determinino la creazione di altezze eccedenti l’altezza degli edifici preesistenti e circostanti”.
Ora tocca al Senato votare una norma che ha visto favorevoli centrodestra e Pd, contrari il Movimento 5 Stelle e Alleanza Verdi-Sinistra. Norma che ha il potere di segnare il destino della rigenerazione urbana, e non solo, a Milano e probabilmente in molte altre città d’Italia.