La Bce sforbicia i tassi di 25 pb: per il 34% degli italiani è un incentivo al mutuo

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La Bce ha ridotto di 25 punti base i tre tassi di interesse di riferimento, sulla base che le ultime informazioni sull’inflazione indicano che il processo disinflazionistico è ben avviato. In più ci sono recenti sorprese al ribasso degli indicatori dell’attività economia.

Nel contempo, le condizioni di finanziamento rimangono restrittive. La banca si attende che l’inflazione aumenti nei prossimi mesi, per poi diminuire e raggiungere l’obiettivo nel corso del prossimo anno. 

In tutto questo, il taglio del tassi è considerato un incentivo per il mutuo dal 34% degli italiani, soprattutto dalla GenZ (51%).

Lo ha rilevato la nuova ricerca di Changes Unipol, elaborata da Ipsos, sulle reazioni e le opinioni degli italiani in merito alla riduzione dei tassi di interesse da parte della Bce, dalla quale emerge inoltre che:

• 4 italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo.

• Il taglio dei tassi desiderato è, in media, del 2,6%.

• Per 6 italiani su 10 il tasso di interesse poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo.

• Il tasso fisso è diffuso tra Boomer e Millennial, mentre il variabile con CAP dalla Gen Z.

• Il 35% degli italiani con un mutuo è insoddisfatto delle condizioni economiche del mutuo e quasi 1 italiano su 2 dichiara di aver avuto problemi a fronteggiare almeno una rata.

• Aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) le principali cause del salto di una rata del mutuo.

• Quasi 1 italiano su 2 ha fatto ricorso a un pagamento a rate con interessi (prestito finalizzato); il 15% ne ha in corso uno al momento.

• A 4 italiani su 10 che hanno acquistato a rate o sottoscritto un finanziamento è capitato di avere problemi a pagarne almeno una, soprattutto tra i giovanidella Gen Z: è capitato infatti al 55% di loro (al 17% spesso).

• Il Buy Now Pay Late»1 è conosciuto da 7 italiani su 10, la maggior parte di chi lo conosce tuttavia non l’ha mai utilizzato. Gli user si concentrano tra le fasce centrali (Gen X) e giovani della popolazione.

Se il tasso non convince si rimanda

Per l’acquisto della seconda abitazione, i più motivati sono Gen X (21%) e Baby Boomer (23%), mentre per la ristrutturazione, Gen Z (32%) e Gen X (27%).

I Millennial sono, invece, i più propensi a rinegoziare il mutuo (47% rispetto a una media nazionale del 38%). Più scettici, invece, Gen Z (34%) e Baby Boomer (27%), molti dei quali, però, hanno già rinegoziato in passato.

A livello di percentuale, il taglio dei tassi ulteriore desiderato è, in media, del 2,6%. 1 su 5 tra Millenial, Gen X e Baby Boomer desidera, però, un ulteriore taglio di oltre il 2%.

L’analisi evidenzia come per 6 italiani su 10 il tasso di interesse ritenuto poco conveniente determina la decisione di rimandare la sottoscrizione di un mutuo, soprattutto tra i Baby Boomer (65%). Al contrario la Gen Z (48%), più delle altre, non è disposta ad aspettare.

Mutui degli italiani: caratteristiche, soddisfazione e difficoltà a fronteggiare le rate

4 italiani su 10 vivono in una famiglia con un mutuo attivo. Percentuali più elevate tra Millennial e Gen Z (dove la percentuale sfiora il 50%), ma anche tra i Baby Boomer è il 20% ad avere ancora un mutuo attivo (per prima o seconda casa o per ristrutturazione).

Per quanto riguarda la tipologia di mutuo attivo, tra i Millennial 1 su 3 lo ha per l’acquisto della prima casa (intestato a sé o a un familiare). Al contrario, sono soprattutto i giovani della Gen Z ad avere (o vivere in famiglie con) mutui per seconde case e ristrutturazioni. Tra i Boomer è più elevata la percentuale di quanti non hanno mai aperto mutui nella vita.

L’età differenzia molto il tasso di chi ha un mutuo attivo: 6 giovani Gen Z su 10 hanno il variabile/con CAP; tra i Boomer sono 3 su 10 (hanno mutui più vecchi). Il tasso variabile con CAP sull’indice di riferimento è molto più diffuso tra i giovani (quasi 1 su 3 della Gen Z). Il tasso fisso è, invece, più presente tra i Baby Boomer e i Millennial e, in misura minore, tra la Generazione X.

In generale, tra gli italiani che hanno già sottoscritto un mutuo, il 35% risulta insoddisfatto delle condizioni economiche, mentre solo circa 1 su 2 (56%) è soddisfatto. Tra chi ha un tasso fisso, principalmente mutui di vecchia data, il 74% è soddisfatto delle condizioni economiche, a fronte di solo il 4 su 10 di chi lo ha variabile (e il 25% di loro è molto insoddisfatto). A livello generazionale sono i Millennial i meno contenti: meno di 1 su 2 esprime, infatti, soddisfazione. Più contenti, invece, Gen X e Baby Boomer (circa 2 su 3).

1 italiano su 2 fa fatica con il mutuo

Dallo studio emerge come quasi 1 italiano su 2 dichiari di aver avuto problemi a fronteggiare almeno una rata del mutuo. Le difficoltà sono legate principalmente a motivi economici: aumento del costo della vita (soprattutto per il 54% dei Boomers) e spese impreviste (per il 42% della Gen X) in primis. Baby Boomer e Gen X sono, quindi, maggiormente colpiti dai problemi di natura economica, mentre Millennial e Gen Z da quelli di natura personale, quali problemi di salute che hanno portato a spese mediche o perdita di reddito (25% dei Millenial) e separazione o divorzio (12% della Gen Z).

Prestiti finalizzati e Buy now pay later: caratteristiche e difficoltà ad affrontare le rate

L’analisi ha approfondito anche il rapporto tra gli italiani e il pagamento a rate con interessi (c.d. prestito finalizzato), evidenziando come quasi 1 cittadino su 2 ne abbia fatto ricorso e come il 15% ne abbia attualmente uno in corso. Questa soluzione di finanziamento risulta poco diffusa tra i Baby Boomer (solo 3 su 10 li hanno usati negli ultimi 5 anni).

Tra gli italiani che pagano a rate, con interessi o senza interessi come il BNPL, 4 su 10 hanno dichiarato di aver avuto problemi a pagarne almeno una, soprattutto i giovani della Gen Z: è capitato, infatti, al 55% di loro (al 17% spesso). Tra i Baby Boomer, invece, a 7 su 10 non è mai capitato, anche se a 2 su 10 capita con frequenza elevata.

Aumento del costo della vita, soprattutto per la Gen X, e spese impreviste, in particolare per i Baby Boomer, sono le principali cause del salto di una rata. Per la Gen Z a incidere negativamente sono, invece, più gli eventi personali come trasferimenti, separazioni e la nascita di figli.

Il Buy Now Pay Later è conosciuto da 7 italiani su 10, ma la maggior parte di chi lo conosce tuttavia non l’ha mai utilizzato. Gli utilizzatori si concentrano, in prevalenza, tra le fasce centrali (Gen X) e giovani della popolazione.

Tra coloro che non fanno ricorso ai finanziamenti rateali, solo 4 su 10 dichiarano di non averne mai avuto bisogno, mentre per 3 su 10 emergono barriere psicologiche all’indebitamento. Tra le altre motivazioni emerge la diffidenza verso il sistema finanziario (verso le banche 10%, verso la chiarezza dello strumento in sé 8%). Solo il 6% cita tassi di interesse troppo alti come motivo di non ricorso.Per quanto concerne le motivazioni degli utilizzatori, 1 su 3 è guidato dal preservare la propria liquidità, soprattutto tra la Gen X. Gen Z e Baby Boomer sono i più attenti alla convenienza del tasso di interesse. Il ricorso a un finanziamento per mancanza di risorse finanziarie è motivo di accesso solo per 3 user su 10.

Automobili, elettrodomestici e device tech sono i beni più spesso pagati a rate, soprattutto da Gen X e Baby Boomer. La Gen Z, invece, utilizza più della media questo strumento per pagare abbigliamento, moto/scooter e bici, prodotti di bellezza, studi e formazione.

 

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