giovedì, Settembre 11, 2025

In un’Italia sedentaria lo sport fa correre il Pil

Data:

Share post:

Lo sport contribuisce per circa 24,7 miliardi di euro al Pil italiano, 1,38%: questo nel 2022, ultimo dato disponibile, secondo il rapporto l’Icsc, Istituto per il credito sportivo e culturale 2025.

Cosa crea questo valore? Nel 2022 i settori dei servizi di istruzione e delle attività sportive sono ancora al primo posto nel contributo al valore aggiunto dello sport da parte delle branche di attività economica. Seguono, in graduatoria, i servizi di trasporto via terra e logistici, i servizi di alloggio e ristorazione e le attività creative, artistiche, culturali e d’intrattenimento.

Le imprese che svolgono attività di club sportivi forniscono un contributo al valore aggiunto, pari a 1,9 miliardi di euro e investono complessivamente 104 milioni di euro.

Eppure l’Italia è un paese sedentario. Secondo il rapporto Teha 2025, infatti, il paese si colloca al quarto posto tra i peggiori dell’Ocse per insufficiente livello di attività fisica tra gli adulti: prima la Turchia, poi Portogallo, Grecia e infine il bel paese, con l’80,3% contro una media del 59,6%.

Eppure, mai come nel 2023 in Italia ci sono stati così tanti praticanti sportivi in forma continuativa. L’Istat ne ha contati 16,2 milioni che hanno eletto lo sport praticato con regolarità a vero e proprio stile di vita, pari al 28,3% della popolazione. Dal 2013 al 2023 si è registrato un aumento di 3,6 milioni di italiani che hanno iniziato a fare sport con continuità e, parallelamente, si è ridotta la quota di italiani in sovrappeso e la popolazione sedentaria si è attestata al 35%.

C’è chi pratica sport in solitaria e chi lo fa nelle associazioni, che in Italia sono 112.000 con almeno un tesseramento attivo, di cui 5.700 con attività dedicate a persone con disabilità. Gli italiani tesserati sono 13,2 milioni, soprattutto praticanti tra i 6 e i 14 anni, tanto che due giovani italiani su tre fanno parte dello sport organizzato.

Il capitolo investimenti

Tra pandemia, caro energia e rialzo dei tassi di interesse, negli ultimi anni tutti i settori italiani hanno affrontato sfide complesse, compreso quello sportivo. Eppure, nel 2023 lo sport ha attivato quasi 1 miliardo di euro di progetti, registrando una crescita del +69% rispetto al 2021, molto più marcata rispetto ad altri settori come trasporti o edilizia scolastica. 

L’impiantistica sportiva ha raggiunto quota 6,3% del valore totale degli investimenti fissi realizzati dai comuni, grazie anche alla spinta del Pnrr e alle soluzioni di finanza agevolata fornite dall’Icsc.

Nel 2024 gli investimenti hanno proseguito con tassi in crescita: +35% di progetti avviati rispetto al primo semestre 2023. A trainare è il nord del paese con oltre il 40% di progetti attivati tra il 2019 e il primo semestre 2024, mentre il mezzogiorno risulta sottodimensionato rispetto al peso demografico dell’area, con solo il 26% del valore totale degli investimenti realizzati nell’ultimo quinquennio. Si tratta comunque, in prevalenza, di micro e piccoli investimenti sotto i 500.000 euro, che assorbono il 90% delle iniziative.

La transizione verde e le difficoltà del settore

La transizione verde tocca anche lo sport, ma mette in difficoltà gli impianti. Il sistema sportivo nazionale si è mostrato vulnerabile, come cittadini e imprese, a causa del costo dell’energia, che ha inciso fino al 50% del fatturato dei gestori. L’incremento dei prezzi dei materiali di costruzione ha comportato un aumento stimato intorno al +30% del costo dei progetti, rallentando e rinviando molti programmi di investimento.

Il costo totale per l’efficientamento energetico del parco impianti è stimato in circa 3 miliardi di euro, esclusi gli interventi di riqualificazione dei grandi stadi.

Gli incentivi ci sono, perché lo sport verrà finanziato dal governo anche nel 2025 con l’avviso Sport e Periferie, volto ad adeguare le infrastrutture sportive. Sono previste due linee di intervento, una per  comuni fino a 5.000 abitanti, con contributi per ciascun intervento fino a 1,5 milioni di euro e una per i comuni con una popolazione superiore ai 15.000 abitanti, con contributi fino a 3 milioni di euro per ogni progetto ammesso.

In Italia 77mila strutture sportive coperte

Nel 2020 è stato realizzato il censimento degli impianti sportivi in Italia: se ne contano 76.919 e 141.936 spazi di attività, di cui l’8% non funzionali e il 70% di proprietà pubblica.

Dal punto di vista anagrafico, l’impiantistica sportiva italiana si è sviluppata soprattutto in occasione dei grandi eventi sportivi ospitati dal paese: le Olimpiadi di Roma negli anni ’60 e i Mondiali di calcio di Italia ’90 tra i maggiori, anche se dopo il 2010 la crescita è si è dimensionata. Ora, con il boom del tennis, l’approdo del padel in Italia e la probabile spinta di Milano Cortina, ci potrebbe essere nuovo interesse per costruire o rigenerare impianti sportivi.

La giornata dello sport italiano nel mondo

Esiste una giornata dello sport italiano nel mondo e la seconda edizione, celebrata il 9 settembre 2025, è dedicata al tema “Montagna e Mare” con l’intento di anticipare i grandi eventi sportivi internazionali del 2026 in Italia: Milano Cortina con i giochi olimpici invernali e i Giochi del Mediterraneo a Taranto. 

È stato quindi firmato un nuovo protocollo d’intesa tra ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, ministero per lo sport, Coni e Cip per promuovere l’Italia all’estero, mettendo a sistema la rete diplomatico-consolare e quella dei delegati Coni. 

“Lo sport praticato è uno strumento di pace – ha dichiarato il ministro degli esteri Antonio Tajani – ricordiamo quando partì il disgelo Usa-Cina con la diplomazia del ping pong e che ai tempi delle Olimpiadi si interrompevano le guerre. Poi c’è l’aspetto economico e l’industria dello sport rappresenta uno straordinario strumento di crescita delle esportazioni, soprattutto dei prodotti di qualità. Per noi è importante lavorare per far sì che il made in Italy cresca anche in settori a volte non sufficientemente valorizzati, ma che sono una grande opportunità: l’Italia ha una qualità industriale nel settore dello sport che tutti ci invidiano”.

Il ministero degli esteri ha quindi nominato undici nuovi ambasciatori dello sport: Kimi Antonelli (Formula 1 per San Marino), Maurizio Margaglio (pattinaggio artistico per Finlandia), Gianfranco Zola (calcio per il Regno Unito), Vincenzo Montella (calcio per il Turchia), Luigi Di Biagio (calcio per l’Arabia Saudita) e Sofia Cantore (calcio per gli Stati Uniti d’America), Niccolò Campriani (tiro a segno e vicepresidente e direttore sport dell’Olimpiade di Los Angeles 2028 per gli Stati Uniti d’America), Gianluca Pascucci (basket per gli Stati Uniti d’America), Alessandro Calbucci (beach tennis per il Brasile), Dario Capelli (dirigente sci paralimpico per la Cina) e Carola Saletta (hockey su ghiaccio per l’ONU). “Devono lavorare, fare in modo che la loro personalità possa essere utile al sistema Italia, promuovere e far conoscere il nostro paese per favorirne la crescita”, ha aggiunto Tajani.

Il ritorno economico e sociale dello sport

Sul piano sociale, l’analisi dell’Icsc ha condotto una valutazione di impatto su un campione di 908 progetti, restituendo un moltiplicatore sociale molto elevato. Lo Sroi (Social return on investment) è stato pari a 4,55, quindi ogni euro investito negli impianti sportivi è in grado di generare in media 4,5 euro di benefici sociali, misurati in valore monetario dell’impatto.

A questo dato si possono ipotizzare in aggiunta i benefici economici sul sistema sanitario.  Nel 2024-2025 il costo totale dell’obesità in Italia è stimato intorno ai 13,3 miliardi di euro all’anno, con il 59% dovuto a spese sanitarie dirette come i farmaci e le visite e il 41% a costi indiretti come perdita di produttività e assenteismo dal lavoro.

Seppur la sedentarietà non sia in assoluto l’unica causa, l’obesità interessa circa 6 milioni di adulti (12% della popolazione adulta) e si associa a comorbidità significative, tanto che lo stato arriva a sostenere un incremento dei costi sanitari annui extra per persone obese stimato intorno a 500 euro a persona.

Tirando le fila, gli italiani sono piuttosto sedentari, ma i praticanti dello sport aumentano. Gli incentivi per sistemare le strutture sportive ci sono, seppur con i tempi che questi interventi richiedono.

Resta il nodo dei costi energetici, che mettono in difficoltà le associazioni, così come le strutture private, con costi che poi ricadono inevitabilmente sui cittadini. È la ruota del criceto che gira e che non trova una soluzione neanche in un settore, quello sportivo che è, a tutti gli effetti, garante del benessere collettivo di una nazione.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui

Ultimi articoli

Related articles

Il fondo Atlantic 1 (DeA) vende tre immobili a San Donato Milanese

Dea capital real estate Sgr ha accettato una proposta irrevocabile di acquisto per gli ultimi tre immobili cielo-terra...

Knight Frank: in forte espansione il mercato delle residenze di lusso “a marchio”

Il mercato globale delle residenze di lusso a marchio sta vivendo una fase di crescita sostenuta, con un'espansione...

Wcg selezionata advisor esclusivo da Logicor per la locazione di asset logistico a Piacenza

Wcg, World capital group, ha ricevuto il mandato in esclusiva per la locazione di un importante immobile logistico situato a Monticelli d'Ongina (PC), gestito...

Luce e gas: per Altroconsumo eccelle un solo provider

Sono cinque i provider che ottengono il giudizio di "Qualità globale" ottima (da 75 punti in su) da parte...