Con quasi 800 mila imprese e oltre due milioni di addetti, i servizi immobiliari costituiscono oggi un pilastro fondamentale dell’economia italiana, garantendo stabilità e supporto agli altri comparti produttivi e assumendo un ruolo strategico nella filiera economica nazionale.
All’interno di questo scenario, i soli servizi immobiliari generano oggi oltre 385 miliardi di euro, pari al 17% del Pil nazionale. Una quota che, con il supporto dell’innovazione tecnologica, l’elevazione delle competenze professionali e la costruzione di un’offerta sempre più integrata e sostenibile, potrebbe crescere fino a rappresentare il 20% del Pil italiano entro i prossimi 25 anni.
Un comparto che, nel 2025, ha generato ricchezza per oltre 505 miliardi di euro, pari a poco meno del 23% del PIL nazionale (5,4% costruzioni, 2,4% sviluppo immobiliare, 14,3% servizi immobiliari). Le proiezioni indicano che entro il 2050 il valore potrà raggiungere i 795-800 miliardi di euro.
Lo scenario è emerso nel corso dle tavolo di lavoro “I servizi immobiliari del futuro: innovazione, tecnologia e relazione per generare nuovo valore” organizzato da Scenari Immobiliari in collaborazione con Svicom SpA Società Benefit, durante il 33°Forum Scenari
La tavola rotonda, moderata da Francesca Zirnstein, direttore generale di Scenari Immobiliari, ha visto la partecipazione di Letizia Cantini, ceo e general manager di Svicom Spa società benefit, Roberto Fraticelli, cfo di Eurocommercial Properties Italia, Paolo Paganuzzi, head of property management Italy di Generali Re e Paolo Rella, amministratore delegato e direttore generale di Blue Sgr. Al centro del dialogo, la necessità di valorizzare i servizi immobiliari lungo l’intero ciclo di vita degli immobili, sostenendo investimenti mirati, processi decisionali più rapidi, una gestione più efficiente e una sinergia crescente tra capitale umano e intelligenza artificiale.
“Il panel che abbiamo avuto il piacere di organizzare con Scenari Immobiliari è stato un momento di confronto prezioso sull’evoluzione dei servizi immobiliari, un ambito che Svicom presidia da circa trent’anni. È emerso con chiarezza che l’innovazione tecnologica è un fattore abilitante, ma non può essere un fine a sé: ciò che genera vero valore è la capacità di integrare piattaforme e AI in processi strutturati e trasparenti, liberando tempo ed energie per l’analisi, la consulenza e la relazione con i clienti. La sfida oggi non è solo digitale: occorrono nuove competenze ibride — data scientist, ingegneri gestionali e informatici — capaci di connettere tecnologia e organizzazione, e serve un settore più inclusivo, capace di attrarre talenti diversi e nuove generazioni. I servizi immobiliari del futuro si costruiscono così: con tecnologia che abilita, ma soprattutto con persone preparate, valori solidi e un ecosistema orientato alla sostenibilità e alla fiducia reciproca”, ha commentato Cantini.
“Il settore dei servizi immobiliari – ha sottolineato Zirnstein– è chiamato a una trasformazione profonda. La tecnologia non può più essere vista come un supporto accessorio, ma come un motore di innovazione capace di generare nuovo valore e nuove competenze. L’obiettivo deve essere costruire una filiera più integrata, sostenibile e reattiva, in grado di accompagnare i cambiamenti della società e dell’economia. Solo così i servizi immobiliari potranno rafforzare il loro ruolo strategico e contribuire concretamente alla crescita del Paese”.