Con la sentenza n. 10210/2025 pubblicata il 27 maggio, il Tar Roma ha annullato la contestata circolare del Ministero dell’Interno, che imponeva ai gestori di strutture ricettive extralberghiere l’obbligo di identificare “de visu” gli ospiti, accogliendo il ricorso della Federazione associazioni ricettività extralberghiera (F.a.r.e.), assistita da Ughi e Nunziante.
Il team di Ughi e Nunziante è stato guidato dal socio Andrea Marega e composto anche dagli avv.ti Francesco De Filippis, Giorgia Diotallevi e Tiziana Fiorella.
Al centro della vicenda, l’interpretazione dell’articolo 109 del Tulps, riformato nel 2011 per semplificare gli adempimenti a carico degli operatori. Secondo il Tar, la Circolare di novembre 2024 aveva di fatto reintrodotto un obbligo di identificazione “de visu”, precedentemente abrogato, ignorando la riforma e gravando inutilmente sull’attività degli operatori del settore.
Secondo il Tar, l’identificazione in presenza non garantisce una maggiore sicurezza rispetto al check-in da remoto e la misura adottata dal Ministero non è fondata su dati concreti.
Con questa pronuncia, il Tar ribadisce un principio chiave: le misure amministrative devono essere proporzionate, motivate e rispettose del quadro normativo vigente. Intanto, per gli host extralberghieri, torna il check-in digitale e un sospiro di sollievo.