Il comparto italiano delle Energy Service Companies (ESCo) ha raggiunto un valore complessivo di 16,2 miliardi di euro nel 2023, evidenziando una crescita significativa nel triennio 2021-2023. È quanto emerge dallo studio Energy Service Companies: presente e futuro di un settore chiave per la transizione energetica, presentato a Casa Siemens a Milano da Agici in collaborazione con Siemens.
La ricerca, basata sull’analisi di 466 ESCo specializzate in efficienza e servizi energetici, selezionate tra oltre 900 realtà certificate attive in Italia, rileva un aumento del fatturato del 77% (o 78% secondo un’altra indicazione) in soli tre anni, passando da 9,13 miliardi a 16,2 miliardi di euro. Nello stesso periodo, l’Eebitda aggregato del settore è cresciuto da 1,74 milioni a 2,16 milioni di euro, mentre l’utile netto complessivo ha superato i 700 milioni di euro.
Il settore ha attraversato diverse fasi evolutive. Tra il 2014 e il 2019 si è registrata una crescita contenuta, ma costante, con ricavi che si attestavano tra i 5,3 e i 6,4 miliardi di euro. Il 2020 ha segnato un lieve calo, principalmente assorbito dalle imprese più strutturate, per poi assistere a una marcata accelerazione a partire dal 2021, in gran parte sostenuta dagli incentivi statali, tra cui il Superbonus.
Con la progressiva conclusione degli incentivi, la gestione del procurement tecnologico assume un ruolo centrale per le ESCo. Le tecnologie emergenti, quali pompe di calore, fotovoltaico e sistemi digitali, stanno fungendo da traino per la domanda di soluzioni innovative. Lo studio evidenzia una crescente complessità tecnologica del settore, con una domanda in aumento per soluzioni avanzate che integrano elettrificazione, produzione da fonti rinnovabili e sistemi di gestione digitali. Queste includono impianti fotovoltaici, sistemi di monitoraggio intelligente, colonnine per la ricarica elettrica e vettori per la decarbonizzazione profonda come il biometano e l’idrogeno, che richiedono competenze tecniche e gestionali evolute.
L’analisi Agici rileva inoltre differenze di performance all’interno del comparto. I grandi operatori, spesso appartenenti a gruppi energetici o provider integrati, generano il 69% dei ricavi e contribuiscono per il 58% ai margini operativi (Ebitda). Tuttavia, le ESCo integrate specializzate, sebbene di dimensioni generalmente più contenute, realizzano quasi la metà degli utili complessivi (49%), dimostrando un’efficienza superiore nella conversione dei ricavi in profitto. La specializzazione e l’elevata competenza tecnologica emergono come fattori chiave per queste realtà.
Marco Carta, amministratore delegato di Agici, ha sottolineato il potenziale di crescita solida e strutturale del settore, a condizione che sia in grado di adattarsi a un contesto più orientato alla performance e meno dipendente dagli incentivi pubblici. Ha evidenziato l’importanza di investire in efficienza, tecnologie integrate e modelli gestionali evoluti per consolidare il ruolo delle ESCo nella decarbonizzazione e modernizzazione del sistema energetico nazionale.
Anche Claudia Guenzi, head of smart infrastructure di Siemens Italia, ha ribadito il ruolo cruciale della tecnologia per garantire qualità e continuità ai progetti delle ESCo. Ha rimarcato come l’innovazione nella gestione dell’energia e la digitalizzazione delle infrastrutture industriali siano considerate essenziali per la competitività e la sostenibilità a lungo termine.
Accanto alla ricerca di efficienza operativa, gli operatori più rilevanti stanno mostrando dinamismo anche sul fronte delle acquisizioni, mirando a consolidare la propria presenza sul mercato e ad ampliare il portafoglio di soluzioni disponibili, in un contesto che premia la qualità e l’adattabilità.