Il progetto di restauro e rifunzionalizzazione del Teatro Romano di Brescia

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L’iter che ha portato alla consegna del progetto relativo al restauro architettonico e alla rifunzionalizzazione del Teatro Romano di Brescia, sviluppato dallo Studio David Chipperfield Milano, già Pritzker Prize, ha preso idealmente avvio il 18 maggio 2021 quando, alla presenza del Presidente Sergio Mattarella, si è tenuta la cerimonia inaugurale che ha presentato il nuovo allestimento della cella orientale del Capitolium, curato da Juan Navarro Baldeweg, che celebrava il ritorno della Vittoria Alata dopo il grande restauro compiuto presso l’Opificio delle Pietre Dure.

In seguito, nel 2023, Fondazione Brescia Musei e Camera di Commercio di Brescia hanno firmato una convenzione finalizzata a sostenere congiuntamente la progettazione architettonica e ingegneristica dell’intervento di recupero, valorizzazione e rifunzionalizzazione del Teatro Romano, mettendo a sistema le necessità di ordinaria ed efficace fruizione del sito archeologico con la possibilità di attrezzarne l’impiego per lo spettacolo dal vivo durante la stagione estiva, con il preciso scopo di riportare nel cuore della città una funzione di aggregazione sociale e culturale.

Gli scavi archeologici sono finanziati dal Ministero della Cultura tramite la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e beneficeranno del supporto sinergico di Comune di Brescia e Fondazione Brescia Musei; il disegno dell’architetto sir David Chipperfield include il Teatro Romano e palazzo Maggi Gambara e ha consentito al Comune di aggiudicarsi un consistente contributo da parte di Fondazione Cariplo nell’ambito del bando “Emblematici Maggiori” 2024, a fronte della presentazione di un esteso e articolato programma di welfare culturale.

Gli interventi promettono di ricostruire la storia della struttura del sito e rappresentano un tassello essenziale che preannuncia sviluppi di conoscenza archeologica, restauro architettonico e progettazione di nuove formule di fruizione dell’area, a partire da quella che è stata delineata dal progetto di massima di rifunzionalizzazione tratteggiato dal progettista. I lavori di scavo si concluderanno, da programma, all’inizio del 2026 e saranno seguiti dal restauro delle strutture archeologiche, sempre sotto la direzione della Soprintendenza.

di Danilo Premoli – Office Observer
Archivio Architettura
 

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