Getty Foundation presenta il Piano di conservazione dello stadio Flaminio

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La Getty Foundation di Los Angeles ha pubblicato il Piano di conservazione dello stadio Flaminio di Roma sul sito dell’iniziativa Keeping it Modern, con la quale è stato finanziato il lavoro di ricerca e la realizzazione del documento.

Tre anni di lavoro, un team di 36 specialisti coinvolti nella stesura di un approfondito studio storico-critico del Flaminio e del suo contesto urbano, nella messa a punto di un database organico, nello sviluppo di modelli digitali per analisi multidisciplinari, nella gestione di acquisizioni massive di dati geospaziali. Il tutto riunito in 594 pagine e una piattaforma HBIM che rappresentano uno strumento indispensabile per il recupero corretto dello stadio, ideato e costruito da Pier Luigi e Antonio Nervi per i Giochi Olimpici del 1960.

Grazie lavoro congiunto di Sapienza Università di Roma, Associazione PLN Project e Do.co.mo.mo. Italia è stato possibile raccogliere e mettere a disposizione del comune di Roma, proprietario della struttura, e della comunità scientifica e professionale italiana e internazionale, un patrimonio di conoscenza indispensabile per progettare il recupero di un’icona della architettura moderna a Roma.

“Uno dei motivi, se non il principale, dell’attuale stato dello stadio Flaminio, così come di altri edifici italiani di Pier Luigi Nervi – per esempio Palazzo del Lavoro e il Salone delle Esposizioni di Torino aggiudicatario anch’esso di un Grant della Getty Foundation coordinato dal Politecnico di Torino – è la mancanza di procedure esemplari per guidare i progetti di restauro, riuso e soprattutto manutenzione del patrimonio architettonico moderno in Italia. Con il Piano di conservazione per lo Stadio Flaminio abbiamo voluto portare un contributo al rispetto e alla valorizzazione dell’architettura del Novecento nel nostro Paese”, commenta Marco Nervi, presidente della PLN Project.

La ricchezza di contenuti del Piano, ora a disposizione di tutti, è tratteggiata dal professor Francesco Romeo, project leader del Piano di conservazione: “Lo Stadio Flaminio vanta un’ispirata qualità architettonica e costruttiva e riveste un ruolo storico-sociale unico per la città di Roma e per la nazione. Consapevoli della diversa natura di tali peculiarità, abbiamo declinato il Piano di conservazione secondo un approccio multidisciplinare volto a riconoscere e proteggere il sistema di valori culturali, oggi minacciati, di cui il Flaminio è espressione. Dalle strutture agli impianti, dagli aspetti distributivi a quelli materici, da quelli strutturali a quelli tecnologici, senza escludere le trasformazioni funzionali e prestazionali, lo studio è stato esteso al paesaggio, alla mobilità, all’archeologia e alla coerenza delle funzioni urbane dello Stadio, fornendo approfondite indicazioni di recupero e riconfigurazione dell’insieme”.

Il Piano, condiviso dalla Soprintendenza Speciale di Roma Archeologia Belle Arti e Paesaggio, rappresenta una novità rispetto alla normativa italiana, come sottolinea Ugo Carughi, past president di DO.CO.MO.MO. Italia: “Il piano di conservazione va considerato uno strumento innovativo. In Italia può costituire un gradino intermedio tra la dichiarazione d’interesse culturale e il progetto di recupero e restauro: strumento di tutela e, al contempo, di adeguamento sotto il profilo prestazionale, economico, gestionale, con tutti i necessari aggiornamenti della struttura e la previsione delle attività utili al suo recupero. Per lo stadio Flaminio avrà la massima importanza l’inserimento dell’opera nella valorizzazione dell’intero contesto urbano, con particolare attenzione ai rapporti con le altre strutture sportive e di spettacolo che la caratterizzano. La dichiarazione d’interesse culturale, parte integrante del Piano, è stata formulata tenendo conto dei rapporti di varia natura che collegano le opere romane realizzate da Pier Luigi Nervi in occasione della XVII Olimpiade svoltasi a Roma nel 1960”.

Antoine Wilmering, program senior officer della Getty Foundation, dichiara come sia “stimolante vedere il sostegno civico che la moderna meraviglia di Nervi ha ricevuto nella Città Eterna”, e gli estensori del Piano di conservazione guardano ora al Comune di Roma, che ne ha fortemente voluto e appoggiato la realizzazione, e al sindaco Virginia Raggi, in attesa di vedere presto utilizzato questo strumento essenziale per il recupero del capolavoro nerviano.

Scarica QUI il Piano.

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