Francogallo (Olinke): “Investire a Dubai significa entrare oggi nel mercato che dominerà il domani”

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Investimenti per grandi gruppi, brokeraggio, consulenza immobiliare, operazioni off-plan e secondary market: Davide Francogallo è oggi uno dei protagonisti più dinamici e visionari dell’immobiliare a Dubai. Founder e ceo di Immobilia Real Estate e di OnDay, società che nel 2024 ha acquisito Standpoint Real Estate e che nel 2025, sempre tramite OnDay Real Estate Llc, ha dato vita al progetto di intelligenza artificiale Olinke, l’imprenditore genovese è un punto di riferimento indiscusso per chi vuole operare con successo nel mercato immobiliare della città più attraente degli Emirati Arabi Uniti. Ma qual è la storia personale e professionale di Davide Francogallo? E quali sono le tappe che lo hanno portato a trasferirsi e operare a Dubai? Nell’intervista che segue, la prima per la stampa italiana, racconteremo il percorso personale e professionale dell’imprenditore italiano – dalle stagioni in Sardegna come skipper agli esordi nell’immobiliare di Genova fino alla creazione del più grande gruppo di real estate italiano negli Emirati – e vedremo perché oggi Dubai è uno degli hub più promettenti e strategici per investitori, developer e professionisti di tutto il mondo.

Domanda: Quali sono state le tappe principali della tua carriera lavorativa prima di trasferirti a Dubai e fondare Immobilia Real Estate e OnDay?
Risposta: L’esperienza più importante della mia vita è stata la stagione estiva come skipper-marinaio a bordo di yatch di lusso in Costa Smeralda. Le imbarcazioni erano a noleggio e per quattro mesi ho visto arrivare nuovi ospiti ogni settimana. Avevo appena 20 anni e da semplice ragazzo di Genova, di provincia, ho avuto la splendida occasione di vedere da vicino come vivono gli imprenditori. Quando al termine dell’estate sono rientrato a Genova, ho capito che per avere successo nel lavoro avrei dovuto cambiare drasticamente la mia esistenza. Molti degli imprenditori che ho incontrato erano attivi nell’immobiliare o avevano investimenti nel settore, quindi ho deciso di intraprendere anch’io la loro strada e muovere i miei primi passi nel real estate. Inizialmente non l’ho fatto per passione, ma più perché ho visto a che cosa poteva portare l’immobiliare, e cioè a uno stile di vita di un certo livello. Quando sono rientrato a Genova con i soldi dell’imbarco, ho fatto la mia prima operazione immobiliare, comprando un’abitazione in via Chiusone 2 Interno 3. Era una casa in una zona delle più brutte e malfamate di Genova. Accettarono la mia proposta di 63 mila euro e io ero molto contento. Appena l’ho comunicato alla mia famiglia, però, tutti quanti mi hanno detto: “Ma cosa hai fatto, sei impazzito?! Ti hanno truffato”. Sono stato molto male e volevo uscire dall’investimento, ma purtroppo non era più possibile. Allora ho fatto di tutto per rendere l’appartamento più bello e appetibile, e così sono riuscito a rivendere la casa a un uomo di origine marocchina. Era il 2007 e iniziava l’epoca della crisi degli affitti agli extracomunitari. I proprietari non affittavano più agli stranieri perché molti di questi non pagavano le mensilità, così questa persona ha comprato la mia abitazione per circa 99mila euro. Quando ho visto la mia prima plusvalenza di circa 30 mila euro ero felicissimo. In tutta la mia famiglia, me compreso, eravamo lavoratori dipendenti, ed è stato uno shock molto piacevole realizzare che in circa 6 mesi avevo guadagnato quanto in 2/3 anni di stipendio, considerando che quando non ero imbarcato per l’estate percepivo circa 1500 euro al mese. Da quel momento mi sono innamorato dell’immobiliare. Ovviamente è un mercato difficile, perché servono molti soldi per investire e bisogna avere il coraggio e l’intraprendenza di rischiare continuamente.

D: Dopo questa prima operazione conclusa con successo, quali strade hai cercato di percorrere?
R: Ho lavorato in altri settori, non subito in quello degli investimenti immobiliari, ma ho sempre orbitato intorno all’edilizia, fino a quando nel 2011 ho aperto una struttura molto importante che vendeva materiali di ogni tipo per le costruzioni, dal cartongesso alla lana di roccia e dal cappotto alle guaine impermeabilizzanti. Si chiamava Isolamente 5.0 Srl. Nel frattempo, con il denaro che entrava dall’attività, ho iniziato a dare vita alle prime operazioni immobiliari nell’area di Genova. In Italia, però, mi sentivo in un ambiente chiuso, limitato, ero come il seme di una grossa quercia messo in un vaso. Avevo il potenziale e la voglia di farcela ma l’ambiente era difficile: tutti si lamentavano della crisi economica, dell’alta tassazione, e la mentalità della maggioranza degli italiani era basata sulla paura. A ottobre 2014, inoltre, è arrivata un’alluvione a Genova che ha spazzato via e distrutto tutta la mia attività. Avevo più di un milione e mezzo di euro di materiali in magazzino e li ho persi in una notte. Ho dovuto pagare tutti e mettere la società in liquidazione. Nel frattempo gli investimenti, in maggioranza a Genova, proseguivano bene, ma io non riuscivo a trovare un terreno veramente fertile e quindi ho deciso di guardarmi all’estero. Avevo capito che per avere successo, forse ancor più delle singole abilità dell’individuo, è importante trovarsi al posto giusto nel momento storico più favorevole. In Italia, ad esempio, il boom edilizio c’è stato negli anni Sessanta. Allora mi sono chiesto: dove posso trovare questo boom oggi nel mondo? In molti mi hanno parlato di Dubai e quindi nel 2015 ho deciso di venire a vederla con i miei occhi.

D: Quali sono state le tue prime emozioni legate a Dubai e i primi veri passi nell’immobiliare emiratino?
R: Ad essere sincero, la città non mi è piaciuta subito: era venduta come una Ferrari ma aveva ancora il motore di una Fiat. Le prime volte ci sono stato in vacanza, per vederla e studiarla. Anche se non mi piaceva moltissimo, ho visto che aveva uno sviluppo incredibile e tantissime cose ancora da costruire. Ho anche scoperto una cosa straordinaria, e cioè che tutti i fondi di investimento scrivono nei loro outlook dove andranno a investire di qui ai prossimi anni. Quindi nel 2019 ho smesso di seguire operazioni in Italia e a fine 2020 ho deciso di vivere e lavorare soltanto qui, dove in breve tempo ho costruito la più grande real estate di italiani a Dubai, Immobilia Real Estate, società ancora in essere. Facevamo operazioni immobiliari, comprando interi piani di palazzi per poi rivenderli sul mercato locale. Immobilia aveva due divisioni: una di operazioni immobiliari e una di brokeraggio. All’inizio è andata alla grande: in breve tempo abbiamo incrementato il fatturato in maniera esponenziale, guadagnando milioni. Poi però abbiamo avuto un crollo significativo dovuto a una tentata fusione con il gruppo di Alfio Bardolla. La crisi è stata disastrosa ma da quel momento è nata OnDay Llc, un’altra società che poi è andata molto bene e ci ha premesso di rinascere, facendo operare Immobilia e Onday come due aziende sorelle nel mercato immobiliare: Immobilia ha iniziato a seguire investimenti, operazioni immobiliari e attività di consultancy; OnDay è invece diventata la company di brokeraggio. In seguito i tempi si sono evoluti e nel luglio del 2024 come OnDay abbiamo comprato Standpoint Real Estate, azienda molto nota nelle operazioni immobiliare di Dubai, protagonista nel secondary market (quindi affitto e vendita agli end-user, non agli investitori). Nel frattempo, io e mia moglie abbiamo fondato Timagi Capital Real Estate, che compra immobili con capitali propri e li inizia a tokenizzare per il mercato retail. L’ultimo grande progetto che abbiamo ideato è infine Olinke, il nostro investimento nell’intelligenza artificiale.

D: Attraverso Olinke, in che modo state investendo nell’intelligenza artificiale?
R: L’acquisizione di Standpoint ha rappresentato per noi una fase importante, una palestra che ci ha permesso di entrare in contatto con un mercato più ampio, comprenderne le dinamiche e testare sul campo l’interazione con un maggior numero di clienti, agenti e investitori. È stato un progetto solido, concreto, ma anche il punto di partenza per qualcosa di più ambizioso. Oggi, infatti, stiamo investendo tutte le nostre energie in Olinke, un progetto completamente innovativo che integra intelligenza artificiale e real estate con un obiettivo chiaro: migliorare radicalmente l’esperienza del cliente in ogni fase del processo immobiliare. Olinke nasce da una semplice ma potente intuizione: l’agente immobiliare del futuro non deve essere solo umano, ma anche digitale, costantemente presente e connesso. Per questo abbiamo sviluppato un agente virtuale intelligente, operativo 24 ore su 24, 7 giorni su 7, capace di rispondere a ogni domanda, proporre immobili in linea con i desideri dell’utente e accompagnarlo passo dopo passo, dalla prima curiosità fino alla firma del contratto. Alla base di tutto c’è un database infinito, alimentato in tempo reale, che consente alla piattaforma di effettuare un matching preciso tra richieste e disponibilità. L’intelligenza artificiale, però, non è usata solo per l’efficienza. Il nostro obiettivo è rendere l’esperienza immobiliare più umana, personalizzata e accessibile, eliminando perdite di tempo, automatizzando le risposte alle domande più frequenti e lasciando agli agenti umani il compito più nobile, quello di costruire relazioni. Olinke è, in definitiva, la nostra visione del futuro del real estate: un ecosistema ibrido, in cui tecnologia e persone lavorano insieme per offrire il massimo del valore al cliente finale.

D: Sono un italiano con un budget di mezzo milione di euro e desidero investire nell’immobiliare di Dubai. Come mi guideresti nelle mie operazioni?
R: Prima di ogni cosa, voglio sapere qual è il tuo sogno, il tuo goal. Se il tuo obiettivo è avere una rendita immediata, ti porto a considerare un immobile non a prezzo di mercato ma in distress – perché noi non compriamo mai a listino -, e ti faccio comprare in un’area prime un appartamento pronto da mettere in affitto. Se chi si rivolge a noi è invece qualcuno che vuole accrescere il capitale, non c’è altra soluzione che andare a comprare in una zona oggi depressa ma che grazie agli studi di Immobilia e ai dati del governo sappiamo che nel giro di pochi anni diventerà un’area cool e piena di servizi. Se ad esempio sappiamo che il governo farà investimenti nell’area, ci porta la metropolitana, centri commerciali, alberi e verde, allora entriamo nel mercato prima degli altri, compriamo a un prezzo basso, aspettiamo che l’opera sia terminata e poi rivendiamo, puntando a raddoppiare o triplicare il capitale investito.

D: Che cosa aspettarsi invece dal mercato immobiliare di Dubai di qui ai prossimi? Come evolverà la città nel futuro?
R: Dal 2019 al 2025 Dubai ha vissuto una crescita fortissima, dove investire era molto semplice. Quest’anno sta iniziando un ritracciamento del mercato perché si è costruito tantissimo. È vero, gli expat stanno arrivando in gran numero, ma non ci sarà più una bilancia dove ci sono più richieste che appartamenti. L’offerta riuscirà a soddisfare completamente la domanda dei nuovi residenti, e per questo i prezzi non aumenteranno più così tanto e il mercato si stabilizzerà. Nei prossimi due anni è prevista infatti una fase di rallentamento e stabilizzazione, quindi per gli investitori la partita inizia a farsi un po’ più difficile. A partire da questo momento, bisogna comprare e investire con un’analisi molto più attenta e specifica. Non si può più comprare come prima, ad occhi chiusi. Il potenziale di Dubai rimane sempre molto importante, ma bisogna essere più cauti. Non sarà più producente comprare a listino. Si dovrà invece cercare nel mercato soluzioni di distress e concentrare gli acquisti in nuove aree dove abbiamo certezza che succederà qualcosa di importante. Poi, nei prossimi 10-15 anni, seguendo il filone del Dubai Masterplan 2040, entro il 2040 la città sarà green al 60% e la sua popolazione arriverà a 8 milioni di abitanti (oggi siamo 3,6 milioni). Ci sarà un’esigenza abitativa straordinaria e avranno vita, ancora una volta, numerosi investimenti. Dubai resterà una città molto cara, quindi si riempirà di ulteriori imprenditori e persone alto-spendenti, diventando un hub ancora più straordinario per il networking in settori come finanza e real estate. A mio parere, nel medio-lungo termine il mercato immobiliare di Dubai avrà un’espansione maggiore di quella già avuta, che si assesterà ai livelli di città come Hong Kong e Singapore (30/35 mila euro al mq). Un altro filone di futuro riguarda invece blockchain e tecnologie digitali, ed è per questo che con Timagi stiamo investendo sulla virtualizzazione degli immobili. Siamo ancora agli albori ma crediamo che arrivare prima sia una condizione importante. In sintesi, con uno sguardo che va all’immobiliare ma anche oltre, Dubai diventerà una città che confermerà gli investimenti fatti nel passato e aprirà nuovi orizzonti anche al futuro.

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