Il Parco scientifico, grazie all’intuizione dell’architetto Jean Nouvel, si impone nel contesto ambientale come luogo della modernità. Una modernità che il Muro Rosso, ben visibile anche dall’autostrada A4, rappresenta non solo come elemento che regge l’intero impianto urbanistico, ma segno forte dell’immagine complessiva. Una segno, fatto di cromie, riflessi, continuità e dimensioni, riconoscibile e memorizzabile.
Gli edifici retrostanti al Muro, finora realizzati, rischiano di apparire un insieme di accessori difficilmente ricordabili a livello di memoria significativa. Soltanto la sede Brembo, proprio perché in testata, riesce ad assumere un proprio ruolo di coprotagonista dello spazio. In questo scenario lo Studio De Ferrari Architetti di Torino ha interpretato il mandato progettuale alla ricerca di un ruolo per l’edificio A2/3, oggi denominato “Pixel”, al tempo stesso integrato nel sistema concettuale del piano direttore e riconoscibile, peculiare, a suo modo ancora in grado di attrarre l’attenzione dopo la grande sorpresa del Muro Rosso: una ricerca condotta a partire dai tracciati dell’impianto urbanistico fino agli elementi latenti del paesaggio agrario esterno al comparto: filari di alberature, viste aperte sul tramonto, prospettive inaspettate.
Il progetto ha privilegiato l’uso del vetro e di altri materiali traslucidi che combinano differenti effetti di trasparenza; il risultato è una percezione continua e dilatata del verde: la vegetazione si riflette sulle facciate degli immobili che diventano essi stessi estensione visiva del parco, cercando di superare il mero effetto specchio, che in qualche modo unifica e annulla lo spazio architettonico soprattutto in edifici che per ragioni di economicità e sostenibilità energetica sono ricondotti al volume semplificato del parallelepipedo.
La scelta di configurare l’edificio come un semplice volume compatto da un lato garantisce la standardizzazione dei componenti strutturali e di tamponamento e dall’altro ottimizza il comportamento energetico: a fronte di questa scelta volumetrica sono state introdotte soluzioni architettoniche e compositive che hanno previsto quattro piani fuori terra, che accolgono uffici direzionali o laboratori e spazi di servizio, in un grande volume con orientamento nord-ovest/sud-est, perpendicolare al Muro Rosso. Il volume è composto da due elementi funzionalmente e energeticamente indipendenti: quello sud-ovest è in realtà una grande serra di uso pubblico, a tutta altezza, che ospita l’ingresso ed il sistema dei ballatoi di distribuzione; mentre affacciato a nord-est il volume pluriplano, climatizzato, ospita i lotti operativi (foto Giuseppe La Spada).
di Danilo Premoli – Office Observer