Il cittadino inglese Dustan Low non riusciva a vendere la sua bella villa nel Lancashire, valutata 800.000 sterline. Dopo vari tentativi, ha cambiato strategia e lanciato una lotteria immobiliare, con biglietti in vendita a sole 2 sterline.
Con questa iniziativa, Mr Low ha reso idealmente accessibile la proprietà a un pubblico amplissimo e alla fine ha racimolato un bel gruzzolo: 1,5 milioni di sterline, oltre la valutazione della villa, mentre il fortunato possessore del biglietto si è accaparrato una proprietà da sogno.
Caso raro ma non unico, piuttosto relegato al Regno Unito, che lo permette dal punto di vista legislativo, anche se ci sono alcune ombre da chiarire. Perché sempre di gioco d’azzardo si tratta e, in altri paesi come in Italia, farlo tra privati è severamente vietato.
Infatti, in Austria e Spagna si può ambire a una casa vinta con la lotteria, ma sotto l’egida dello Stato, e lo stesso vale per la penisola, come il “VinciCasa”, della serie Win for Life.
Il meccanismo è semplice (almeno sulla carta): si compila una schedina scegliendo 5 numeri tra 1 e 40, oppure si lascia fare tutto al caso con una giocata automatica. Si può giocare singolarmente o in abbonamento, e il costo è di 2 euro per ogni combinazione. In palio: una casa a scelta sul territorio italiano, più 200.000 euro subito, che possono risultare comodi per l’arredamento.
L’estrazione avviene tutte le sere alle 20. Una formula regolamentata dallo Stato, che però, come in ogni lotteria, lascia le probabilità di vincita estremamente basse, paragonabili quasi alla caduta di un meteorite in centro a Milano.
Per chi sogna di acquistare casa in modo alternativo al classico mutuo bancario, qualche possibilità c’è, anche se meno creativa della lotteria.
Ci sono i prestiti casa per importi contenuti, il costoso leasing immobiliare, la vendita con riserva di proprietà, dove quest’ultima resta al venditore fino al versamento completo dell’importo pattuito, e c’è il rent to buy, dove si paga l’affitto con la possibilità di acquistare l’immobile in un secondo momento.
Niente mutuo, o in misura minima, per queste opzioni, che richiedono comunque un impegno economico costante. Dal mutuo, dall’affitto o dalle forme più o meno alternative, quindi, non si scappa: la casa si paga, a meno che la dea bendata non faccia l’agente immobiliare di secondo lavoro.