ìIl recente dibattito sulle opportunità che i data center possono rappresentare per il Mezzogiorno italiano merita un’attenzione particolare in questa fase di accelerazione della transizione digitale. Quando gestiti con approccio intelligente, questi impianti possono trasformarsi in un potente motore di sviluppo economico e occupazionale, in grado di attivare filiere produttive locali, catalizzare investimenti internazionali e rivitalizzare territori che fino ad oggi hanno beneficiato di minori opportunità di crescita.
Dalla mia esperienza quotidiana nello sviluppo di progetti per data center e nell’analisi dei relativi costi di realizzazione e gestione, il potenziale del Meridione appare evidente. La disponibilità di ampie superfici, costi immobiliari più competitivi e la presenza di infrastrutture di rete in corso di rafforzamento — mi riferisco ai cavi sottomarini e alle dorsali di ultima generazione — rendono alcune zone del Mezzogiorno particolarmente appetibili per questi investimenti. Tale potenziale, tuttavia, può essere pienamente espresso solo attraverso politiche di supporto chiare e una pianificazione strategica efficace.
Risulta quindi essenziale che i processi autorizzativi vengano snelliti, che un approvvigionamento energetico affidabile e sostenibile sia garantito, e che il territorio si dimostri adeguatamente preparato ad accogliere investimenti industriali di tale complessità, caratteristici del comparto dei data center.
Si tratta infatti di infrastrutture ad alto consumo energetico, il cui impatto richiede un approccio integrato che tenga conto delle dimensioni energetiche, ambientali, urbanistiche e formative. Un data center non deve configurarsi come un’enclave tecnologica isolata, bensì come il fulcro di un ecosistema capace di coinvolgere attivamente imprese locali, università, fornitori e istituzioni. Soltanto attraverso questa integrazione è possibile generare un autentico effetto moltiplicatore, in grado di trattenere e sviluppare valore sul territorio.
Il Meridione si trova di fronte a un’opportunità straordinaria: assumere un ruolo da protagonista nella nuova geografia europea dei data center, mettendo a disposizione una combinazione vincente di risorse territoriali, sistemi di incentivazione e competenze in costante evoluzione. È necessaria una regia accurata che sappia coordinare il settore pubblico e privato, trasformando le potenzialità in realizzazioni concrete. Dalla mia prospettiva di consulente, osservo quotidianamente come la differenza tra un’infrastruttura di successo e una che stenta ad affermarsi dipenda dalla capacità di pianificare strategicamente, mantenere sotto controllo i costi operativi e sviluppare un ambiente stabile e sostenibile nel lungo periodo.
Qualora il Paese riesca a cogliere appieno questa fase di sviluppo, il Mezzogiorno avrà l’opportunità di evolversi non soltanto in un’area di destinazione degli investimenti, ma di affermarsi come un vero e proprio polo di competenza e innovazione per l’intera regione del Sud Europa.
Luca D’Alleva, head of service Italia e Iberia di Bcs consultancy.



