Cucinella curatore del Padiglione Italia alla Biennale Architettura

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Sarà Mario Cucinella il curatore del Padiglione Italia alla 16esima Mostra Internazionale di Architettura di Venezia del 2018, diretta da Yvonne Farrell e Shelley McNamara. Lo ha reso noto il Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo Dario Franceschini al termine della procedura di selezione alla quale sono stati invitati a partecipare dieci nomi rappresentativi del panorama nazionale.

Tra le proposte presentate è stato selezionato il progetto di Mario Cucinella Architects che si concentra su “uno spazio urbano che va dall’Arco Alpino, giù lungo l’Appennino, sino nel Mediterraneo, dove la tradizionale contrapposizione tra Nord e Sud si smaterializza davanti a quello che possiamo definire come Arcipelago Italia”.

“Arcipelago Italia diventa l’occasione per ridare centralità alle espressioni della qualità in architettura – spiega l’architetto Cucinella – che non può prescindere dall’empatia con i luoghi, preferendo la giusta misura ai gesti grandiosi e tenendo conto della fattibilità del progetto. La riflessione si sviluppa a partire dalla lettura scientifica del territorio sulla base di quattro tematiche trasversali: architettura e paesaggio, infrastrutture, società ed economia”.

“Il progetto di Cucinella – ha sottolineato Franceschini – è ambizioso e innovativo; il Padiglione Italia sarà un’occasione per l’avanzamento della ricerca applicata, per la trasformazione dei territori italiani a partire da una visione chiara e consapevole del futuro. Il progetto ha poi il merito di tenere accesi i riflettori della comunità internazionale sui luoghi dell’Italia centrale colpiti dal sisma e sulla sfida della ricostruzione nonché della valorizzazione dell’intero Appennino”.

Mario Cucinella fonda Mario Cucinella Architects a Parigi nel 1992 e a Bologna nel 1999. La progettazione di edifici sostenibili e l’uso razionale dell’energia sono tra le principali tematiche nel suo lavoro e nella sua ricerca. Consapevole dell’impatto positivo che ogni edificio può avere nella rigenerazione dell’ambiente circostante, naturale, urbano e socio-economico, da sempre incoraggia l’adozione di un linguaggio progettuale capace di esprimere la bellezza e la ricchezza delle culture locali. Nel 2017 ha ricevuto dall’American Institute of Architects (AIA) il prestigioso Honorary Fellowship Award. Nel gennaio 2012 ha fondato Building Green Futures, organizzazione no-profit il cui obiettivo è quello di fondere cultura ambientale e tecnologia per ricreare un’architettura che garantisca dignità, qualità e performance nel rispetto dell’ambiente. Progetto simbolo di BGF è la Kuwait School, a Gaza, sviluppata in partnership con Unrwa, l’agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso ai rifugiati e profughi palestinesi e del Medio Oriente.

di Danilo PremoliOffice Observer

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