Nel mese di giugno si è registrata un’inversione rilevante nel panorama dei mutui: dopo gli indici di riferimento (Euribor e EuroIrs) il mese scorso, a giugno anche le migliori offerte delle banche a tasso variabile sono più basse di quelle a tasso fisso.
Negli ultimi anni il tasso fisso ha offerto una maggiore stabilità e quasi sempre condizioni più favorevoli; tuttavia, il ribasso dei tassi di riferimento e degli spread bancari hanno portato il variabile a livelli più competitivi, rendendolo oggi più vantaggioso in molte simulazioni.
Una dinamica che, dopo anni di predominio del tasso fisso, cambia le valutazioni economiche per chi si appresta a stipulare un nuovo mutuo o a rinegoziarne uno esistente.
Secondo un’analisi di TeleMutuo.it, un mutuo da 200.000 euro euro in 20 anni, sottoscritto oggi a tasso variabile, può avere un TAEG del 2,75% contro il 2,93% del fisso. In termini pratici: una rata mensile di circa 1.055 euro euro contro i 1.120 euro circa del fisso. Si tratta di soli 65 euro di differenza che però, su base annua, significano quasi 800 euro di risparmio.
“Non esiste una soluzione universalmente migliore. La scelta dipende dal profilo di rischio personale, dall’orizzonte temporale e dalle aspettative sull’evoluzione dei tassi” commenta Andrea Pennato, amministratore delegato di TeleMutuo.it “In questa fase, chi ha una buona tolleranza ad una rata che cambia nel tempo può valutare con attenzione il tasso variabile, anche in versioni con tetto massimo o con possibilità di cambio tasso nel tempo. Il confronto deve essere fatto caso per caso, tenendo conto delle specifiche condizioni offerte, comprensive delle spese e del contesto patrimoniale dei richiedenti del mutuo” conclude Pennato.